I proprietari e i membri delle squadre della Call of Duty League hanno intentato una causa federale contro Activision Blizzard, richiedendo danni per oltre 680 milioni di dollari. L’accusa contro l’editore è quella di aver creato un monopolio illegale sulle competizioni e i tornei professionali del noto franchise di sparatutto in prima persona (FPS), limitando le opportunità di guadagno delle squadre a soli introiti derivanti da attività legate direttamente ad Activision Blizzard. Questa situazione ha portato a condizioni considerate restrittive per le squadre, inclusa l’incapacità di ottenere sponsorizzazioni da settori lucrativi e di competere o supportare tornei esterni.
La denuncia descrive come Activision Blizzard abbia chiuso il circuito eSports di Call of Duty nel 2019 per formare la Call of Duty League, imponendo alle squadre tasse di partecipazione e condividendo solo una porzione delle entrate generate. Le squadre erano inoltre limitate nella vendita di sponsorizzazioni e nella partecipazione a tornei esterni, con restrizioni anche sulla capacità dei giocatori di commercializzare il proprio gameplay di Call of Duty al di fuori della lega.
La causa è stata alimentata dalle testimonianze di figure di spicco della comunità di Call of Duty, tra cui Hector ‘H3CZ’ Rodriguez, Ceo e cofondatore di OpTic Gaming, e la stella Seth ‘Scump’ Abner. Rodriguez, in particolare, ha descritto la partnership con i comproprietari dei Texas Rangers come finanziariamente devastante, culminata nella vendita e nel successivo riacquisto del marchio OpTic Gaming, evidenziando le difficili dinamiche e gli elevati costi associati alla partecipazione alla Call of Duty League.
Activision Blizzard ha negato le accuse, affermando che la causa è infondata sia nei fatti che in diritto. L’editore sostiene che le richieste di compensazione da parte di Rodriguez e Abner sono state un tentativo di evitare la disputa legale, ma, di fronte al rifiuto, hanno proceduto con l’azione legale. Activision si è detta delusa dalla decisione di portare in tribunale la questione, sostenendo che ciò rappresenti un ostacolo per tutti i soggetti coinvolti nella Call of Duty League, inclusi proprietari di squadre, giocatori, fan e partner, impegnati nel successo del campionato.