‘Il Diritto di Suonare’, a Milano il primo Festival per una parità di genere anche nella musica classica. Eventi nei parchi e nelle ville storiche dei municipi e flash mob a sorpresa

Una colazione a Villa Scheibler, un picnic al parco Trotter e l’attesa del tramonto al Parco delle Cave. Ma anche un té a Villa Litta e un quartetto europeo nel cortile della Bocconi. Una scoperta alla Fabbrica del Vapore e il concerto classico al Teatro Dal Verme. Musica in città e tutta o quasi al femminile. Dal 7 al 9 giugno prossimi Milano ospiterà infatti il primo festival sulle pari opportunità di genere nella musica classica dal titolo Il Diritto di Suonare, con il patrocinio del Comune di Milano che ha collaborato alla sua realizzazione.

Programma

Il festival, ideato dall’associazione composta da ragazze di età compresa tra i 18 e i 23 anni, è il primo festival italiano dedicato alle pari opportunità di genere nella musica classica, volto all’abbattimento degli stereotipi legati alla scelta dello strumento, alla direzione d’orchestra e alla composizione, proponendosi come manifestazione per la divulgazione della musica classica, portandola anche in zone periferiche della città. Propone un programma dedicato alla musica al femminile con musiciste, maestre d’orchestra e musiche di compositrici. Tre giorni di concerti con eventi diffusi tra cui concerti cameristici e flash mob a sorpresa comunicati poche ore prima via social.

L’evento di punta si terrà sabato 8 giugno, alle ore 20.30 al Teatro dal Verme, con l’Orchestra dell’Accademia del Teatro alla Scala, sotto la direzione della giovane Maestra Glass Marcano, la prima direttrice di colore a salire sul podio milanese.

“Non si tratta di quote rosa – ha dichiarato in occasione della conferenza stampa la direttrice del Festival, Ginevra Costantini Negri – la musica non si fa per quote ma per merito. Storicamente però un musicista per emergere doveva avere due requisiti: uno dichiarato e cioè quello del talento, l’altro sottinteso, quello di essere uomo. Oggi fortunatamente le cose stanno migliorando, ma ancora il cammino è lungo. Nel festival non avremo solo musiciste, ma anche molti uomini, che sono pronti a sostenere i nostri obiettivi e che vedono le pari opportunità come una risorsa e non come una minaccia”.

Per valutare la presenza femminile nella musica classica, l’Associazione Classic Rights ha raccolto i dati di alcune delle più importanti orchestre del mondo, nelle stagioni 2021/2022, 2022/2023 e 2023/2024, tenendo in considerazione i generi uomo e donna. Da questa ricerca è emerso come la percentuale femminile, per quanto possa variare da orchestra a orchestra, rimanga sempre molto limitata e in alcuni casi non raggiunga neppure il 20%. Il caso meno incoraggiante è quello dei Wiener Philharmoniker, che ha una componente femminile del 15%. L’unico picco riguarda la presenza delle donne è dato dall’arpa, strumento da stereotipo associato alla figura femminile. E’ stato inoltre notato come la maggioranza delle orchestre prese in considerazione presenti numerose sezioni con una presenza femminile pari allo 0%, come nel caso delle percussioni o dei contrabbassi.

Nonostante in alcune orchestre le percentuali migliorino, un altro dato da notare è che per quanto possano essere in maggioranza le donne nella sezione del violino, il ruolo del primo violino è quasi sempre appannaggio maschile. La situazione non è di certo migliore per le direttrici d’orchestra, ancora chiamate in numero assai limitato nelle principali stagioni d’opera e sinfoniche e che in diversi casi le vedono ancora completamente assenti, nonostante l’indiscutibile valore dimostrato.

Ma l’aspetto più sconcertante è quello delle compositrici, se si pensa che meno del 3% dei programmi musicali proposti a livello mondiale è scritto da donne.