Sarà dedicata al femminile, nelle sue varie declinazioni, la stagione 2023 di Unimi Connect Cinema dell’Università Statale di Milano: donne registe, ma anche donne attrici, e soprattutto donne che, nella vita e nel cinema, hanno saputo far sentire la loro voce.
La rassegna sarà impreziosita da alcune novità. Sei proiezioni introdotte da un corto scelto nell’archivio di cinema documentario (Docucity. Documentare la città), raccolto nel tempo presso il nostro ateneo. Infine, al consueto Premio Olmi dedicato a tesi di laurea sul cinema italiano, si aggiungerà un riconoscimento al merito scientifico dedicato alle tesi dottoralidella medesima area tematica.
La rassegna si inaugura il 2 Ottobre, con la proiezione di Saint Omer, di Alice Diop, un film francese che intreccia la vicenda mitologica di Medea con la storia vera di una madre infanticida. Il dramma giudiziario che riguarda la vicenda reale di Laurence Coly si intreccia con le ricerche di una classicista e docente universitaria, che si interroga sul rapporto tra mito e realtà, mentre lei stessa porta in grembo un figlio.
Il 12 ottobre appuntamento con un film esemplare del genere poliziesco. Fargo, diretto da Joel Cohen e sceneggiato da suo fratello Ethan, recitato da Frances McDormand, ricostruisce il clima della provincia americana, presentandone le contraddizioni in un crescendo tragico con tratti che sfiorano il grottesco. Maternità imminente e omicidi insensati si affiancano in un affresco composito di piccole storie comuni.
Si passa a uno scenario di guerra con la proiezione del 16 Ottobre, dedicata a Zero Dark Thirty, di Kathryn Bigelow. Anche in questo caso, lo sfondo è la Storia, quella con la S maiuscola, che riguarda il confuso intrecciarsi di eventi intorno alla caccia a Osama Bin Laden. La protagonista – una giovane ufficiale della CIA – è la carta vincente del film. Dura, determinata e ostinata nel cercare di fornire un lavoro onesto, si trova a doversi misurare con le complessità politiche di una America confusa e spaventata.
Sofia Coppola, con il suo Marie Antoinette, riporta indietro nel tempo, alla seconda metà del XVII secolo, e restituisce la figura di una regina rappresentata al di fuori di ogni cliché. Maria Antonietta è soprattutto una donna, intrappolata in un matrimonio combinato e alla fine ghigliottinata senza aver potuto scegliere il suo destino. Il film è in programma per il 23 di ottobre.
Uno sguardo sulla cinematografia non occidentale è offerto dal film di Bar Bahar, Libere disobbedienti innamorate, in programma il 30 ottobre. Tre donne ne sono protagoniste, ma ancora di più lo è la terra di Israele in una sua versione inconsueta. Il panorama inedito di Tel Aviv, città giovane, multiculturale e laica, è il contesto ideale per una storia che intreccia l’identità religiosamente ibrida di questi territori e la realtà leggera e per certi versi futile, ma anche incredibilmente complicata, della gioventù locale.
La rassegna si chiude il 6 novembre con il film di Susanna Nicchiarelli dedicato agli ultimi anni di vita di Christa Päffgen, nota appunto come Nico, che è stata musa di Andy Warhol nonché la cantante dei Velvet Underground.
I corti che verranno di volta in volta abbinati ai film, tutti di registe donne e concepiti come un omaggio a Milano, sono Martesana, le stagioni in città. Inverno (di Titta Cosetta Raccagni),Corrispondenze (di Letizia Buoso), Abitare significa lasciare impronte (di Francesca Balbo), MIMA – Milano Manhattan (di Gorio e Curagi). Fa eccezione Work in Progress for a Universal Landscape (di Sara Miegge), che è universalmente riferito alla città ed è l’unico corto di animazione.