Dal 10 ottobre 2025 l’Italia ha ufficialmente adottato la Legge 132/2025 sull’intelligenza artificiale, il primo intervento organico del nostro ordinamento per regolamentare lo sviluppo e l’impiego delle tecnologie di AI. La normativa si affianca e integra il Regolamento UE 2024/1689, noto come AI Act, creando un quadro nazionale coerente con le disposizioni europee.
La legge introduce nuove regole per l’uso etico e sicuro dell’intelligenza artificiale al fine di prevenire rischi legali e garantire un utilizzo responsabile della tecnologia. Tra i principi chiave vi sono trasparenza, sicurezza, accessibilità e tutela della privacy, con un approccio antropocentrico che mira a bilanciare innovazione e protezione dei cittadini.
Il deepfake diventa reato penale
Un punto centrale della nuova legge italiana sull’intelligenza artificiale è l’introduzione dell’articolo 612-quater del Codice Penale, che istituisce il reato di diffusione illecita di contenuti deepfake o generati artificialmente.
La norma punisce chiunque diffonda immagini, video, voci o suoni falsi, creati o alterati tramite AI, che possano trarre in inganno sulla genuinità o sulla provenienza, con la reclusione da uno a cinque anni. Si procede a querela della persona offesa, salvo i casi più gravi o connessi ad altri reati, nei quali la procedibilità è d’ufficio.
Responsabilità di piattaforme e imprese
Oltre all’aspetto penale, la legge introduce obblighi di compliance anche per le piattaforme digitali e per le imprese che sviluppano o utilizzano sistemi di intelligenza artificiale. Le aziende saranno tenute a garantire trasparenza sugli algoritmi, tracciabilità dei dati e controlli interni per prevenire usi distorti della tecnologia, in linea con i principi del nuovo AI Act europeo.
Si rafforza così il legame tra etica digitale e responsabilità d’impresa, richiamando l’importanza di modelli organizzativi efficaci nella gestione del rischio tecnologico.
In attesa dei decreti attuativi
È importante notare che, pur essendo entrata in vigore oggi, alcune disposizioni richiederanno futuri decreti attuativi per diventare pienamente operative. Questi decreti dovranno definire modalità di identificazione dei responsabili e meccanismi di controllo, lasciando aperti interrogativi su tempi e modalità di applicazione.