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Presentato il ‘Manifesto per la Sostenibilità Digitale della Comunicazione’. A settembre gli Stati Generali

Il Manifesto definisce nuovi principi etici e operativi per rendere la comunicazione digitale più inclusiva, responsabile e in linea con gli obiettivi dell’Agenda 2030
Presentazione alla Camera
Presentazione del Manifesto alla Camera, al centro Stefano Epifani

La Fondazione per la Sostenibilità Digitale ha presentato oggi, presso la Sala Stampa della Camera dei Deputati e su iniziativa dell’On. Enzo Amich, il ‘Manifesto per la Sostenibilità Digitale della Comunicazione’, elaborato dal gruppo di lavoro ‘Sostenibilità nella Comunicazione e nell’Advertising Digitale’, recentemente costituito all’interno della Fondazione.

“In un momento storico in cui la trasformazione digitale è sempre più pervasiva, emerge con urgenza il bisogno di riferimenti chiari e condivisi per guidare i professionisti della comunicazione verso scelte responsabili”, ha commentato Stefano Epifani, Presidente della Fondazione per la Sostenibilità Digitale. “Il Manifesto nasce per offrire spunti concreti per integrare i principi della sostenibilità nelle strategie comunicative, con uno sguardo che abbraccia le dimensioni tecnologica, etica, sociale e ambientale”.

Manifesto

La sostenibilità come metodo e come obiettivo

Attraverso un approccio sistemico e partecipativo, il Manifesto promuove un modello di comunicazione digitale che contribuisca attivamente al raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile di Agenda 2030, in un equilibrio dinamico tra innovazione, inclusione e responsabilità.
In un contesto in cui la trasformazione digitale ha ridisegnato i linguaggi, i mezzi e le relazioni della comunicazione, interrogarsi sul suo impatto non è un’opzione ma è una vera e propria necessità.

Al centro del manifesto sta l’evoluzione del comunicare, fondata sull’integrazione tra canali online e offline in un’ottica sistemica e sostenibile. La sostenibilità, in questo contesto, è al tempo stesso metodo e obiettivo, in quanto la comunicazione deve rispettare l’ambiente, ma può anche diventare veicolo di modelli culturali e comportamenti più attenti al benessere collettivo. Una comunicazione autenticamente sostenibile deve essere infatti in grado di superare le disuguaglianze tecnologiche, sociali e culturali.

Scelte tecniche e decisioni etiche

Adottare tecnologie più efficienti e meno impattanti non è solo una scelta tecnica, ma una decisione etica e strategica. Significa migliorare la qualità della vita e le condizioni lavorative di chi opera nella comunicazione, bilanciando produttività e salute, contrastando l’iperconnessione e favorendo ambienti professionali più equi. Significa anche progettare siti, app e piattaforme che riducano i consumi energetici, riducano l’impronta ecologica, evitino sprechi di banda e rispettino criteri di accessibilità e usabilità.

“Vedo nel digitale non solo un motore di innovazione, ma una leva per costruire un domani più inclusivo e solidale”, ha sottolineato Amich. “Questo Manifesto ci sfida a ripensare la comunicazione come un atto di responsabilità: un’architettura di parole e tecnologie che abbatta barriere, protegga il pianeta e amplifichi le voci di tutti. Un nuovo ‘umanesimo’, che sviluppi pienamente tutte le opportunità che ci offre la dimensione digitale. In un mondo interconnesso, la sostenibilità digitale non è un’opzione, ma una necessità per garantire equità e rispetto delle risorse”.

Il gruppo di lavoro è inoltre già impegnato nella definizione di KPI specifici per il mondo della comunicazione, finalizzati all’elaborazione di una Prassi UNI, che sarà presentata a breve.

A settembre il via con gli Stati Generali

Al centro del Manifesto vi sono inoltre concetti come la trasparenza e la responsabilità. Comunicare in modo sostenibile significa, cioè, garantire la veridicità e l’attendibilità delle informazioni, segnalare l’uso di tecnologie come l’intelligenza artificiale o di contenuti sponsorizzati, e tutelare i dati personali nel rispetto delle normative (es. GDPR) e della centralità dell’individuo. L’utilizzo delle tecnologie va gestito con consapevolezza, evitando derive come isolamento e dipendenza digitale, e valorizzando la diversità culturale e sociale nella costruzione di una narrazione più giusta e inclusiva.

“Lo stiamo facendo con un programma completo, che parte da questo manifesto e prevede attività di incontro e formazione tra i partner ma anche con gli altri stakeholder”, ha concluso Epifani. “Abbiamo fissato nel mese di a settembre gli Stati Generali ai quali tutti sono invitati a partecipare. Senza dimenticare gli Junior Fellow, oggi rappresentati in questa sala da Elena Calafiore, che rappresentano, dal mio punto di vista, uno dei progetti più importanti: ragazzi che stanno costruendo programmi di comunicazione, perché per parlare ai giovani occorre essere e sentirsi giovani al pari degli interlocutori”.

di Massimo Bolchi