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Philips ha detto sì al progetto di Le Balene e va a conoscere la Casalinga di Voghera del 2016. “Tutto molto interessante. Creativamente perché si rompono i soliti schemi e poi perché permette l’incontro personale con uno degli stereotipi più gettonati. Secondo me ci saranno sorprese, specie a livello di digitale. Penso, però, che spesso fatichi a comprendere le innovazioni”

Risponde Francesca Scarano, direttore marketing personal health Philips.

 Che cosa ha portato lei e la sua azienda a prendere parte a questo progetto?

“Ho trovato questo progetto molto interessante dal punto di vista creativo perché rompe i soliti schemi della comunicazione più tradizionale. L’idea di avere un contatto diretto e personale con quello che è considerato uno stereotipo e farlo con un approccio ironico e costruttivo ci ha molto interessato”.

Ha mai avuto la sensazione che il mondo del marketing e della pubblicità ogni tanto perdano di vista le persone reali?

“E’ un rischio che si può correre se il target viene definito ad un livello alto.  Tuttavia oggi le cose sono molto cambiate in quanto il contatto con il proprio target è sempre più one-to-one grazie al mondo digitale. Il progetto ‘Casalinga di Voghera’ fa anche un passo oltre, e va a parlare a un target che nell’immaginario collettivo non è considerato particolarmente digitale. Magari resteremo sorpresi”.

Quanto è importante la casalinga di Voghera, per un brand come il vostro?

“E’ importante perché molti dei nostri prodotti sono utilizzati proprio all’interno delle mura domestiche e le casalinghe sono delle importanti responsabili di acquisti. Philips fornisce innovazioni per migliorare la vita delle persone e nel caso dei piccoli elettrodomestici ciò consiste nel migliorare le performance dei prodotti riducendo sforzi e tempi per lasciare più tempo, a chi li utilizza, alla ‘casalinga di voghera’ per coltivare i suoi interessi”.

Come si immagina la Casalinga di Voghera del 2016?

“Bella domanda. Immagino che la casalinga di Voghera 2016 abbia più confidenza con le nuove tecnologie rispetto a come poteva essere fino ad un decina di anni fa. Tuttavia, pur immaginandola attratta e affascinata dalle innovazioni, penso che alle volte fatichi a comprenderle, con il rischio che non le prenda in considerazione come soluzioni adeguate a soddisfare i suoi bisogni”.

 Come e quanto la Casalinga di Voghera, con l’idea di ciò che può capire o non capire, oggi influenza il marketing nella scelta di una proposta creativa per una campagna?

“Diciamo che l’obiettivo primario di una campagna di comunicazione è quello di essere compresi dal target di riferimento. Per alcuni dei nostri prodotti è stata e sarà uno dei nostri interlocutori. Per esempio abbiamo già organizzato delle attività rivolte a questo target specifico: per il lancio della gamma di ferri con generatore di vapore PerfectCare andando proprio nelle case di alcune donne ‘normali’ che hanno scoperto in compagnia delle loro amiche questa tecnologia; con il progetto ‘suocere anonime’ siamo andati invece a posizionare i nostri prodotti all’interno della relazione suocera-nuora”.

Secondo lei, i test effettuati dagli istituti di ricerca sul target e sulla creatività di una campagna pubblicitaria, con che grado di veridicità riescono a descrivere le abitudini, i pensieri e le reazioni della maggior parte degli italiani?

 “La creatività della campagna dipende dal target. Se deve avere come veicolo mezzi tradizionali sapendo che l’unica leva di targettizzazione è il canale che viene scelto per veicolarla, la creatività deve essere più alta e trasversale ed eventuali ricerche richiedono verifiche ulteriori. Mentre se si utilizzano dei punti di contatto più divertenti come il pluri-citato digitale ci si può ‘sbizzarrire’ facendo sforzi creativi più fuori dagli schemi e in quel caso l’attinenza dei risultati della ricerca sulle reazioni del target puntale di riferimento è più alta”.

Cosa deve fare oggi un’agenzia creativa per sorprenderla?

“Diciamo che trasferire la sede di lavoro nel salotto della casalinga di Voghera è abbastanza sorprendente!   Apprezzo e personalmente mi incuriosisce molto, chi ha la capacità di pensare fuori dagli schemi e poi riesce in maniera semplice, ma non scontata, ad andare oltre ai plus di prodotto riuscendo a valorizzarne l’unicità in modo così determinate da spostare le scelte d’acquisto”.