A settembre avevano iniziato a circolare le prime speculazioni sull’arrivo della pubblicità all’interno di ChatGPT, alimentate da un job posting pubblicato da OpenAI: la ricerca di un Growth Paid Marketing Platform Engineer, figura incaricata di costruire strumenti per campagne adv e infrastrutture di misurazione. Quel segnale, unito a una crescente pressione competitiva nel settore del search conversazionale, aveva portato molti osservatori a ipotizzare che OpenAI stesse preparando una vera piattaforma pubblicitaria integrata.
Nelle ultime ore, però, la prospettiva sembra cambiare. Secondo Reuters, che riprende un memo interno citato da The Information, Sam Altman ha dichiarato un ‘red code’ per migliorare ChatGPT, annunciando che diverse iniziative – inclusa la pubblicità – saranno ufficialmente ritardate. Fonti interne confermano che OpenAI ha effettivamente testato alcuni formati adv, anche legati allo shopping, ma non esiste al momento alcun piano di rollout pubblico.
Prioritaria la qualità del prodotto
L’azienda non ha mai riconosciuto ufficialmente di essere al lavoro su un modello di advertising per ChatGPT e, secondo il nuovo orientamento, ogni progetto in questa direzione è stato rimesso in coda rispetto alla priorità principale: la qualità del prodotto. Il focus immediato sarà infatti migliorare la stabilità, l’affidabilità e la coerenza delle risposte del modello, in un momento in cui la concorrenza di Google, Meta e Anthropic si fa sempre più intensa.
L’ipotesi di un futuro ChatGPT ‘monetizzato via adv’ resta quindi possibile ma non imminente. I test continuano, ma la strategia definitiva sembra ancora tutta da definire – e subordinata alla necessità di preservare reputazione, esperienza d’uso e chiarezza nell’utilizzo dei dati.