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OpenAI completa la sua ristrutturazione: nasce la Foundation che controlla il nuovo gruppo for-profit

Con un’operazione di ricapitalizzazione, OpenAI separa le attività commerciali in un’entità a scopo di lucro, OpenAI Group PBC, controllata dalla nuova OpenAI Foundation. La struttura punta a conciliare crescita economica e missione pubblica: “costruire un’AI che benefici tutti”
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OpenAI ha completato la sua ristrutturazione societaria trasformando l’organizzazione no-profit in un modello ibrido che punta a unire sostenibilità economica e impatto pubblico. Lo ha annunciato Bret Taylor, Chair of the OpenAI Board of Directors, in un post ufficiale sul blog aziendale intitolato ‘Built to Benefit Everyone’.

Un nuovo assetto per una missione invariata

La OpenAI Foundation diventa la capogruppo no-profit, proprietaria e controllante di OpenAI Group PBC (Public Benefit Corporation), che gestirà le attività commerciali e di ricerca applicata. La fondazione detiene circa il 26 % del capitale del gruppo for-profit, con un warrant che le consentirà di aumentare la propria partecipazione al raggiungimento di specifiche soglie di valutazione.

Secondo la nota ufficiale, questa struttura “garantisce che il valore della fondazione cresca di pari passo con il successo commerciale, consentendole di reinvestire i profitti in programmi di ricerca e progetti a beneficio dell’umanità”.

Valore e governance

L’operazione di ricapitalizzazione valuta la quota della OpenAI Foundation intorno ai 130 miliardi di dollari, con la possibilità di ottenere ulteriori quote se il gruppo raggiungerà nuovi traguardi di crescita. Il restante capitale è detenuto da Microsoft (circa il 27%), da investitori e dipendenti attuali o passati (circa il 47%).

Il partner strategico Microsoft ha inoltre annunciato che l’accordo estende i diritti di proprietà intellettuale sui modelli OpenAI fino al 2032, consolidando una collaborazione chiave che dura dal 2019.

Etica, sviluppo e impatto globale

Bret Taylor ha ribadito che “le tecnologie più potenti del mondo devono essere sviluppate in modo da riflettere gli interessi collettivi”. La fondazione avrà quindi il compito di garantire che i benefici derivanti dal progresso dell’intelligenza artificiale vengano redistribuiti attraverso programmi educativi, ricerca open-source e iniziative filantropiche.

Tra crescita e responsabilità

La nuova struttura societaria risponde anche alle pressioni regolatorie e alle critiche ricevute negli ultimi mesi, fornendo maggiore trasparenza sulla governance e una distinzione più netta tra l’anima commerciale e quella no-profit. In questo equilibrio tra capitale e valori, OpenAI punta a consolidare il proprio ruolo di attore guida nello sviluppo dell’AI “al servizio di tutti”.

di Monica Gianotti