Una nuova ondata di sviluppi tecnologici sta iniziando a prendere forma, quella dei robot umanoidi, con alcuni dei più grandi nomi del settore che stanno facendo investimenti significativi. Meta avrebbe intensificato gli sforzi per sviluppare assistenti robotici dotati di intelligenza artificiale, mentre si dice che Apple stia lavorando alla propria versione di robot umanoide, e cosi gli altri grandi competitor. Ma procediamo con ordine, partendo dall’ultima notizia emersa.
I robot umanoidi di Meta e Apple
Due giorni fa è stato diffuso da Bloomberg l’annuncio che Meta Platforms avrebbe intenzione di investire in robot umanoidi dotati di intelligenza artificiale: l’azienda starebbe formando un nuovo team all’interno della sua divisione hardware Reality Labs per lavorare su questa iniziativa. Con questo investimento, Meta intenderebbe sviluppare intelligenza artificiale, sensori e software per i robot che saranno prodotti e venduti da varie aziende, con un’attenzione iniziale alle macchine in grado di svolgere le faccende domestiche. L’azienda ha avviato colloqui con aziende di robotica, tra cui Unitree Robotics e Figure AI.
L’attenzione indirizzata su un collaboratore familiare sembra indicare che l’azienda si stia instradando sulla stessa strada di Apple. Secondo quanto si si sa, infatti, il progetto robotico di Apple viene sviluppato nell’ambito di un’iniziativa ‘skunk-works’ per costruire un assistente umano indirizzato al mercato consumer, inizialmente – per lo meno – di fascia molto alta, visto le cifre in gioco. Secondo alcuni esperti, quando verrà rilasciato sarà commercializzato a a un prezzo equivalente a quello di un’automobile di alta gamma. La storia di Apple di perfezionare le tecnologie esistenti prima di introdurle al pubblico suggerisce che qualsiasi robot rilasciato sarà probabilmente rifinito e altamente capace, nell’attesa però non sono state diffuse notizie sulla sua capacità effettive.
Ma molte aziende si sono concentrate sulle applicazioni commerciali dei robot umanoidi, con esempi come Atlas di Boston Dynamics, progettato per i magazzini e gli ambienti industriali. Tuttavia la competizione maggiore è con Tesla e Google, gli altri due colossi tecnologici che stano studiando le applicazione dell’AI sui robot umanoidi. Perché non va dimenticato che sono proprio le scoperte legate all’AI generativa a differenziare questa creazioni dai robot automatici che esistono da decine di anni negli impianti industriali e nei magazzini logistici: a differenza di quelli, questi robot umanoidi possono interfacciarsi con gli esseri umani per mezzo della parola, possono apprendere dall’esperienza e – sperabilmente – svolgere le funzioni richieste loro sempre meglio man mano che il tempo passa, in un ‘learning by doing’ che ne fa degli autentici ‘cobot’, cioè robot che collaborano con o si sostituiscono all’uomo nei compiti più noiosi, faticosi, o pericolosi.
La competizione con Optimus di Tesla
Un altro esempio della sperimentazione corrente è il robot Optimus di Tesla, che rappresenta comunque un altro approccio al mercato dei robot umanoidi. Sebbene Tesla si concentri sull’automazione per applicazioni industriali e commerciali, l’azienda ha suggerito che i suoi robot potrebbero essere adattati all’uso domestico. Tuttavia, i precedenti di Tesla di promesse eccessive e di mancate realizzazioni nei tempi previsti hanno portato gli analisti a essere scettici sulla tempestività della disponibilità di tali robot.
La tempistica del robot Optimus ha in effetti continuato a cambiare, anche se i primi modelli potrebbero arrivare in anticipo sul previsto. Elon Musk prevede ora di avviare una produzione limitata del robot nel corso del 2025 per uso interno dell’azienda. Optimus dovrebbe poi essere disponibile per la vendita ad altre aziende entro il 2026. Fino a questo momento, comunque, del robot finito non v’è traccia.
Apptronik e Google per lo sviluppo di Apollo
Vi è poi la notizia di pochi giorni fa che Apptronik collaborerà strategicamente con il team di robotica DeepMind di Google. Le due aziende hanno dichiarato che la partnership strategica combinerà l’intelligenza artificiale con l’hardware robotico, consentendo agli umanoidi di essere più utili alle persone in ambienti dinamici impossibili da prevedere.
Il culmine del lavoro di progettazione di Apptronik è il robot umanoide Apollo, risultato di un decennio di esperienza nella progettazione incentrata sull’uomo e nell’hardware progettato per la sicurezza e l’affidabilità. Il suo team ha lavorato su 15 robot precedenti, tra cui il robot Valkyrie della NASA.
Apptronik ha sviluppato l’umanoide Apollo per svolgere compiti fisicamente impegnative e operare in sicurezza in spazi industriali accanto all’uomo. Il robot è alto 172,2 cm e pesa circa 72 kg, progettato in modo da bilanciare complessità e funzionalità per un’applicazione iniziale nei settori della produzione e della logistica, secondo quanto ha dichiarato l’azienda. L’apporto di Google, oltre ai 350 milioni di dollari di investimento, consiste nella esperienza di DeepMind che riunisce competenze nell’apprendimento automatico, nell’ingegneria e nella simulazione fisica per affrontare le sfide più difficili dello sviluppo di robot AI-driven. L’unità di Alphabet ha dichiarato che sta sviluppando “sistemi di intelligenza artificiale in grado di supportare applicazioni robotiche, consentendo di ragionare e agire nel mondo reale”.
Non va dimenticato infine che proprio all’ultimo CES si è osservato un vero boom della robotica, dai sistemi di guida autonomi alle applicazioni per mini-robot di servizio per esseri umani diversamente abili. Ma la grande maggioranza di questi sistemi erano ancora più simili alle macchine specializzate per un compito specifico, piuttosto che agli androidi ‘moltipotenti’ che l’AI ci promette.
di Massimo Bolchi