Ma partiamo dall’inizio, da una sorta di tirata d’orecchio fatta a Giuseppe Azzone, Managing Director MONKS MILAN, per la loro reticenza a comunicare, visto che l’ultima intervista risale a un anno fa. Ovviamente una provocazione, ma che ci porta al cuore del lavoro strategico fatto per raggiungere gli obiettivi in un anno non facile come il 2024, servito però ad elaborare fondamentali certezze.
Selezionare le gare
Nel 2024 per Monks sono state 24. Troppe. Volendo oggi scegliere quelle che oggettivamente hanno un impatto strategico, da un punto di vista di business. E nemmeno a farlo apposta, si è vinta quella Amplifon, diventandone global partner. Come anticipato, una gara bella, gestita molto bene lato cliente e guidata dall’Italia, ma con impatto di business che ha coinvolto ben 13 mercati.
La creatività in momenti di cambiamento da sola non basta. I tre pillar
Essenziale essere un partner strategico per i clienti, ossia identificare pillar che rappresentino la go to market strategy. Quelli per il 2025 sono tre: real time brand, ossia accompagnare i clienti nell’evoluzione del brand, che oggi è sicuramente molto più veloce perché si deve adattare alla velocità sia dei canali che del modo di pensare dei target di riferimento. Il secondo è orchestration partner: in momenti di grandi innovazioni, sia da un punto di vista di contenuti e di come vengono realizzati, che tecnologiche, AI in testa, non tutti i clienti sono in grado di gestirle, serve dunque chi sappia orchestrare le fasi di evoluzione della loro organizzazione, rendendo poi anche più ‘facile’ il dialogo e indispensabile la partnership.L’ultimo è il new social, il modo di fare contenuti di ieri non è più sufficiente. Di qui la creazione di una factory interna di creator, per contenuti 100% social native.
Il poisizionamento
La ricetta Monks è essere parte di un gruppo globale, che assicura struttura e capacità di relazione con brand globali, senza però perdere di vista le specificità del mercato. Quello italiano ha budget sicuramente più ristretti rispetto a Francia o Inghilterra, ma aspettative altissime con richiesta costante di qualità e attenzione ai dettagli. Il tratto distintivo, quindi, è essere parte di un gruppo internazionale ma avere la flessibilità e l’attenzione al dettaglio di un’agenzia indipendente. E i clienti dimostrano di apprezzarlo. BMW, Iliad, Xiaomi, Intesa San Paolo, il gruppo Campari, Amplifon, Technogym.
Il brand agenzia è importante, ma le persone di più
La scelta fatta dal gruppo, a seguito delle varie acquisizioni, di avere un unico brand che raggruppasse oltre 30 agenzie, dimostra il credo nel brand. Ma ancora di più nelle persone, perché sono e saranno il fulcro di questo business
A proposito di AI
Se ne parla tanto, ma in Italia c’è invece bisogno di fare, siamo ancora piuttosto indietro rispetto ad altri mercati dove l’intelligenza artificiale è ormai entrata in modo prepotente, ma anche naturale, nelle dinamiche e nei flussi del rapporto tra cliente e agenzia. Ossia, il cliente ha imparato a utilizzare questi tool, ha imparato a normarli. Lo stesso succede in agenzia, dove i tool di intelligenza artificiale vengono utilizzati esattamente come si utilizzava e come si continua a fare con photoshop, la mail, Google. Come detto, però, in Italia siamo un paso indietro, c’è ancora da fare perché i clienti possano utilizzare l’AI nella maniera più giusta possibile e l’agenzia capire che è valore aggiunto, ma mai sostituto del lavoro delle persone.