Entertainment

Mission: Impossible – The Final Reckoning: per un grande film d’azione l’OOH deve essere con effetto wow

Piazza XXV Aprile a Milano è diventata teatro di un’azione spettacolare in pieno stile Ethan Hunt. Due rocciatori professionisti, sospesi nel vuoto, si sono calati in verticale dalla sommità del maxi-impianto firmato ONE

“Il mondo cambia. La verità sta sparendo. La guerra sta arrivando. Nazioni e popoli non sanno più a che cosa credere”. È una delle prime frasi che ascoltiamo in Mission: Impossible – The Final Reckoning, il nuovo film con Tom Cruise, diretto da Christopher McQuarrie, che è stato presentato al Festival di Cannes ed è in uscita al cinema il 22 maggio. Lo ripetiamo: al cinema, perché è la sala il posto dove un film di questo tipo va visto. Perché è spettacolo puro, intrattenimento all’ennesima potenza, e ridefinisce i codici del cinema d’azione, alzando ancora una volta l’asticella. In 35 anni e in otto film, Tom Cruise e i registi che hanno diretto i vari capitoli della saga – che si chiamano Brian De Palma, John Woo, J.J. Abrams, Brad Bird prima del fidato McQuarrie – sono riusciti sempre ad alzare l’asticella e a dare vita a prodotti più spettacolari ed emozionanti dei precedenti. Sarà difficile fare meglio: e infatti questo è il film che chiude la saga. Ma in quelle parole che avete letto qui sopra c’è anche un senso di preoccupazione per le sorti del mondo e di lettura della nostra realtà che sorprendono per essere in un film d’azione puro, e per il fatto che il progetto del finale della saga. Un film che è stato lanciato a dovere anche con originali campagne di comunicazione.

L’Intelligenza Artificiale è il nemico

Mission: Impossible – The Final Reckoning immagina che l’Entità, un’Intelligenza Artificiale creata dall’uomo, ma diventata indipendente e dominante, abbia preso il controllo dei mezzi di comunicazione e abbia condizionato sia gli esseri umani come tali (dando vita a una setta apocalittica che persegue l’estinzione umana), sia i governi, l’un contro l’altro armati, finendo per prendere direttamente il controllo degli arsenali nucleari di tutte le nazioni. Il nostro eroe, Ethan Hunt (Tom Cruise) per scongiurare la fine del mondo, dovrà compiere missioni al limite delle possibilità umane per sconfiggere l’Entità. E per battere Gabriel (Esai Morales), un essere umano che si è legato all’Entità credendo di poterla controllare.

Il pericolo della disinformazione

È ancora una volta la minaccia nucleare, l’olocausto atomico, la nostra paura. Era stata al centro di tutte le spy story durante la guerra fredda, dai film di James Bond ai film apocalittici come The Day After, tra gli anni Sessanta e la metà degli Ottanta. Con il disgelo questa paura sembrava scomparsa. E ora un film ci porta davanti agli occhi la realtà di oggi: un mondo dove tutti sembrano essere contro tutti. Il discorso è interessante da due punti di vista: il primo è che, anche se non è il primo né l’ultimo, ci mette in guardia sui pericoli delle Intelligenze Artificiali. Il secondo, quello che forse a noi interessa ancora di più, è quel senso di diffidenza che esiste oggi: tra le varie nazioni, tra varie fazioni o gruppi, anche tra noi singoli, nei confronti dell’altro e dell’informazione. Il punto è questo: disinformazione, notizie false, pregiudizi, paura, sfiducia. E difficoltà a riconoscere la verità. Tutto questo, nella storia immaginata nell’ultimo Mission: Impossible è causato da un’Intelligenza Artificiale che la porta a livelli estremi. Ma questo, in fondo, nel nostro mondo c’è già, acuito dalla tecnologia, ma voluto dall’uomo. È il grande, e inquietante, messaggio del film.

Tom Cruise è il corpo dell’azione

È un film che cambia la formula del classico Mission: Impossible, rinunciando alle grandi scene d’azione all’aperto per farsi claustrofobico, vivere nei sottomarini, negli abissi e negli scantinati, per poi esplodere nell’ultima mezz’ora con un combattimento in volo su aerei d’epoca. Al centro di tutto c’è lui. Tom Cruise è il corpo dell’azione. Il suo corpo è continuamente messo a rischio, visto che quella che forse è l’ultima star di Hollywood gira in prima persona gli stunt, con azioni spettacolari e proprio per questo credibili, oggi che tutto è girato in studio davanti al green screen. E quel corpo è anche molto esibito, con l’attore che trova il modo di girare più volte quasi nudo ed esibire il fisico. Un fisico tonico, statuario ma mai eccessivo, non da culturista, ma da credibile eroe d’azione.

La campagna Out Of Home a Milano

E proprio all’azione, agli stunt, una delle chiavi del successo dell’intera saga, è legata la sorprendente campagna di comunicazione Out Of Home che è stata messa in piedi per il lancio del film. Nel cuore di Milano c’è stato un evento mai visto prima. Piazza XXV Aprile è diventata teatro di un’azione spettacolare in pieno stile Ethan Hunt. Così due rocciatori professionisti, sospesi nel vuoto, si sono calati in verticale dalla sommità del maxi-impianto firmato ONE, dominando lo skyline cittadino in una discesa mozzafiato che riecheggia le scene più adrenaliniche della saga. Il momento clou è stato lo svelamento del poster ufficiale dell’ultimo, attesissimo capitolo con Tom Cruise: un tributo visivo e spettacolare all’universo Mission: Impossible.

Mission: Impossible al Giro-E ENEL

Ma la strategia di comunicazione non si ferma qui. Per celebrare l’uscita al cinema del film, una squadra davvero speciale ha compiuto domenica un’impresa fuori dal comune. Nell’ambito del Giro-E ENEL, alcuni “agenti segreti” hanno pedalato lungo la tappa Pompei–Napoli, portando l’adrenalina della saga sul percorso ciclistico più iconico d’Italia. L’operazione, top secret fino all’ultimo, ha avuto una meta ben chiara: tagliare il traguardo sul suggestivo Lungomare di Napoli, e vivere un giorno da veri protagonisti dell’azione. A guidare il team c’era un capitano d’eccezione: Marco Melandri, campione del mondo della classe 250 nel 2002 e leggenda del motociclismo italiano, primatista nazionale di vittorie nel Campionato mondiale Superbike. Con lui c’erano Desirée Popper, attrice e modella, tra i protagonisti della serie tv Mare Fuori, Simone Ruzzo e Gianluca Fru, della content factory The Jackal, Andrea Lo Cicero, ex rugbista italiano, pilone sinistro della Nazionale Italiana di Rugby e Giulio Toniolatti, ex rugbista della Nazionale Italiana di Rugby.

di Maurizio Ermisino

Mission Impossible