Perché il Ministero dell’Amore ci piace tanto è presto detto. È scritto e diretto da Giacomo Ciarrapico e Luca Vendruscolo, le menti dietro la serie tv cult Boris, esperti in paradossi, in iperboli, in ironia tagliente. La storia è di quelle che solleticano la fantasia, e apre a scenari potenzialmente illimitati. Aldo (Pif) è un brillante cronista parlamentare che passa le sue giornate nel caos della politica romana. Ma non sa che la vera crisi sta per esplodere dentro di lui. Nel suo mondo interiore, infatti, come abbiamo visto di recente in altri film, vivono varie anime. Ma qui sono rappresentate come un singolare Consiglio dei Ministri che governa ogni sua decisione attraverso decreti emotivi e leggi dell’anima. Così, quando la storia d’amore con Claudia (Alessandra Mastronardi) inizia a vacillare, il “governo Aldo” precipita nella sua più grande crisi.
Chi ha avuto prima l’idea?
Il Ministero dell’Amore è una surreale commedia romantica in cui i sentimenti diventano una questione di Stato. È cinema che ci piace, perché prova a filmare l’infilmabile, ad addentrarsi nel nostro intimo, a esplorare i meandri della nostra mente. Lo fa come hanno fatto altri film di recente. Lo ha fatto Follemente di Paolo Genovese, che immaginava dentro la nostra mente abitassero 4 anime, 4 personaggi dall’indole l’una diversa dall’altra. Lo aveva fatto prima Inside Out della Pixar, con 5 emozioni, poi diventate di più nel sequel. Ma poi Genovese ci aveva raccontato che il suo spot per la Rai dei primi anni Duemila presentava già dei personaggi pluriabitati. E che, in qualche modo, Follemente esisteva già prima di Inside Out. Ora arriva il Ministero dell’Amore, che riprende l’idea delle tante anime interiori, ma le connota in maniera molto diversa: non 4 o 5 anime come 4 o 5 amici nella stessa stanza. Ma una vera e propria compagine di governo, per sua natura caotica, rissosa, per sua natura eterogenea e fragile, soggetta alla crisi e alla rottura. Insomma: secondo Ciarrapico e Vendruscolo siamo messi ancora peggio. Quanto alla paternità dell’idea, viene da una pièce teatrale, Stare meglio oggi di Giacomo Ciarrapico. La pièce risale al 2013, quindi prima di Inside Out e Follemente. Ma la storia inizia ancora prima. “Abbiamo iniziato a perlustrare il mondo interno a noi già nel 1996, con uno spettacolo teatrale scritto con Mattia Torre che parlava dei 4 elementi dentro una persona che aveva deciso di suicidarsi” spiega Ciarrapico. “Per dieci anni abbiamo fatto quello spettacolo. Qualcuno potrebbe dire che abbiamo copiato qualcun altro. Ma erano 30 anni fa”. Allora, pare che il primo ad avere avuto l’idea sia proprio Ciarrapico…
È un po’ la poetica di Charlie Kaufman
Ma attenzione, al di là dei naturali riferimenti, Il Ministero dell’Amore ci fa venire in mente anche alcuni script di Charlie Kaufman, il geniale e folle sceneggiatore di Essere John Malkovich, Il ladro di Orchidee (Adaptation), Se mi lasci ti cancello (Eternal Sunshine Of The Spotless Mind), Sto pensando di finirla qui. In modo diverso, ma Kaufman ha sempre cercato di entrare nei nostri labirinti mentali e di dare loro una forma di immagine. “Esplorare quello che è dentro di noi è interessante” ha spiegato Giacomo Ciarrapico. “Così ho immaginato che dentro di noi ci possa essere un intero Paese: governo, opposizione, i servizi segreti che organizzano la strategia della tensione… E i compromessi che la politica richiede quando va al governo. Come la politica, anche noi oscilliamo tra la nostra voglia di ideale e il mettere delle pezze. Questo è governare”. E, nel film, azzardiamo, pare esserci anche un po’ del primo Woody Allen.
Il Partito delle Belle Persone e il Partito del Suicidio
Coprodotto da Amazon MGM Studios e Ideacinema, Il Ministero dell’Amore è interpretato da Pif, nel ruolo del protagonista, e da un grande cast: Corrado Guzzanti è il Presidente del Consiglio e Pietro Sermonti un sensibile Ministro dell’Amore, colui che dà il titolo al film. Angela Finocchiaro è la leader del Partito delle Belle Persone, nome che è tutto un programma. “Si presenta piena di speranza” commenta sorridendo Luca Vendruscolo. “Ma scopre che governare non è facile: era più facile quando era all’opposizione, diceva cose giuste e non si sporcava le mani. E poi c’è Il partito dell’opposizione, che si chiama Noi M**de, che non è costruttivo…” “Ci sarà un governo che cascherà e ci saranno nuove elezioni” svela Ciarrapico. “Si presenterà anche il Partito del Suicidio…”
Pif: Un po’ di opposizione dentro ce l’avevo
Il protagonista è Pif, al secolo Pierfrancesco Diliberto, per la prima volta, dopo tanto tempo, protagonista al cinema in un’opera non diretta da lui. La Mafia uccide solo d’estate, la sua opera prima, è stato uno dei migliori esordi e ancora oggi è definito uno dei migliori film sulla Mafia. Ora torna a fare solo l’attore, ma in un ruolo che sembra scritto su misura per lui. “Un po’ l’opposizione dentro ce l’avevo, ma non ho mai pensato di avere un governo” commenta ironico. “Il mio personaggio deve lasciare una ragazza, Cinzia, e fa un referendum. E vince il Cinzia exit… Il problema è che glielo dice: ‘Ha vinto il Cinzia exit e anche di tanto’. E lei si arrabbia. Ma lui risponde ‘È la politica, non è colpa mia. Sono i partiti che sono così”.
Pietro Sermonti è il Ministro dell’Amore
“Stavo pensando all’amore fraterno per Luca e Giacomo” interviene l’attore parlando dei due sceneggiatori. “Questo film è la trasposizione visiva del matto di Piazza Barberini, che parlava ad alta voce tutto il giorno” esordisce, riferendosi al fatto che ci troviamo proprio qui, al Cinema Barberini. È un personaggio che a Roma ricordiamo tutti. “È quello che abbiamo tutti noi nelle nostre teste. Quella persona diceva davvero tutto quello che le passava per la testa”.
In Italia nessuno ha idee geniali? Non è vero
Nel cast, oltre ai protagonisti, ci sono anche Carlo De Ruggieri, Massimo De Lorenzo, Dharma Mangia Woods, Federico Cesari, Leonardo Lidi, Cristina Pellegrino, Daniele Natali, Giampiero Judica, Lucio Patanè, Thomas Trabacchi, e tre fuoriclasse come Ninni Bruschetta, Fabio Balsamo e Andrea Pennacchi. Quando è uscito Inside Out, in tanti hanno detto: perché in Italia nessuno ha idee così geniali? Pare proprio che le idee geniali in Italia qualcuno le aveva avute. Ed eccole qui, ne Il Ministero dell’Amore.
di Maurizio Ermisino