Interviste

Matteo Garrone: “Il modo migliore per capire se vuoi fare un film è metterci i tuoi soldi”

Film Impresa Matteo Garrone
Matteo Garrone

Ermanno Olmi, parlando di Gomorra, disse che era come un film di Roberto Rossellini. Era come Roma città aperta. Aveva la stessa capacità dirompente nei confronti del presente. È un cerchio che si chiude allora il Premio Ermanno Olmi 2025 Edison che è stato consegnato a Matteo Garrone, uno dei nostri grandi registi contemporanei, nella serata finale del Premio Film Impresa. Garrone è stato uno dei protagonisti della serata, con un talk condotto dal Direttore Artistico Mario Sesti. “Non l’ho mai conosciuto personalmente” ha detto Garrone a proposito di Olmi. “È stato uno dei registi importanti nella mia formazione. Noi registi italiani abbiamo il privilegio di essere vissuti accanto dei maestri. Il cinema italiano degli anni Cinquanta e Sessanta è uno dei più importanti al mondo. Questa cosa mi ha fatto molto piacere. L’ho ringraziato. Io e i miei colleghi cerchiamo sempre di essere all’altezza dei nostri maestri”.

Imprenditore di se stesso

Matteo Garrone è anche perfetto per raccontare i valori dell’impresa che il Premio vuole valorizzare. All’inizio della carriera, e poi, di nuovo, anche oggi, Garrone è imprenditore di se stesso. “I miei primi film me li sono autoprodotti” ha raccontato. Credo che sia il modo migliore per capire se vuoi fare un film: metterci i tuoi soldi. Da autodidatta fare un corto e non dover deludere qualcuno che credeva in me mi ha messo meno pressione. Il fatto di metterci i soldi miei mi permetteva di mettere il cinema nel cassetto se non fosse andato bene. Venivo dalla pittura: prima di fare cinema facevo il pittore”. Il discorso è anche scivolato sulle Intelligenze Artificiali, perché il talk che è andato in scena all’inizio della serata ha fatto riflette molto sul tema.  “Sia la pittura che il cinema sono forme d’arte, e il cinema ne racchiude altre” ha spiegato il regista. “L’AI non è un’arte. Dipenderà da noi come usarla. Non ho gli strumenti per dire quello che succederà”.

Terra di mezzo

Mario Sesti ha ricordato con Matteo Garrone un aneddoto del suo primo film, Terra di mezzo, un film a episodi. Nel primo, Silhouette, nato come corto e poi diventato uno degli episodi, aveva fatto recitare delle prostitute nigeriane che, non essendo attrici professioniste, avevano difficoltà a venire tutti i giorni sul set. “Erano realmente prostitute e mi avevano detto di sì per il film” ha rivelato Garrone. “Ma non avevo una casa di produzione, e quindi delle persone che le venissero a prendere. Ero andato io a prenderle a casa loro, ma non erano tornate a casa per la notte”. Ma il ricordo più imbarazzante è stato un altro. “Il corto è girato nelle campagne romane, a Lunghezza, e avevo preso l’autostrada per uscire al casello. Ricordo ancora la faccia del casellante che pensava le portassi sul posto di lavoro. Siamo arrivati sulla strada che usavo come set. E la prostituta che era su quella strada ha detto: non mi sposto. Ed è iniziata una contrattazione. Aver iniziato un viaggio imprenditoriale mi è servito, nel cinema più esperienza hai più sai come gestire i soldi. Il fatto di essere cresciuto spendendo i soldi miei mi aiuta, in grosse produzioni, a gestirli bene”.

La possibilità di tornare a girare

Una cosa che Matteo Garrone ha imparato, e può essere un insegnamento per altri registi, è un accorgimento che l’autore di Gomorra usa in ogni suo film. Nei contratti per le riprese che firma con i produttori si riserva sempre la possibilità di tornare a girare, anche dopo la fine prevista delle riprese. “Questa cosa mi ha salvato sempre” ha raccontato. “Ogni volta che ho girato, dicevo: stavolta non tornerò a girare. Ma il cinema è un’arte complessa, illusoria: pensi di aver fatto un capolavoro e poi il film è un disastro. Al montaggio e alla prima proiezione, quella che faccio sempre con le persone che conosco, mi accorgo sempre che tutte le cose che vedevo io non arrivano. Mi metto a riscrivere e rigirare con le idee molto più chiare. Con dieci giorni di riprese posso avere 40 minuti in più per il mio film. Tanti film che ho fatto li ho sempre salvati con questa tecnica. Che consiglio. Ho sempre pensato che devi gestire il budget sulle tue caratteristiche. E il fatto di poter tornare a girare mi ha dato sempre molte sicurezze”.

di Maurizio Ermisino