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Quando la tecnologia protegge il verde: a Milano il sistema AI che ascolta gli alberi

Attraverso sensori capaci di registrare parametri chiave, come l’inclinazione del tronco e la frequenza naturale di oscillazione, lo studio condotto da PNAT e Prospettiva Terra - e sostenuto da Henkel, Ricola e OMG - identifica gli alberi urbani potenzialmente pericolosi
Evento Green Week
Stefano Mancuso e Marco GIrelli (al centro) tra esponenti delle aziende partner

“Una delle conseguenze del riscaldamento globale è l’aumento dell’intensità dei fenomeni atmosferici. Questi si manifestano in forme sempre più violente, sottoponendo gli alberi a stress meccanici cui non sono abituati e provocando, soprattutto in ambiente urbano, in condizioni di stabilità non sempre perfette, un numero crescente di cadute”, ha premesso Stefano Mancuso, docente all’Università di Firenze e accademico dei Georgofili. “Poiché l’aumento di copertura arborea nelle città è la soluzione fondamentale e imprescindibile per combattere le cause e gli effetti del riscaldamento globale, è necessario immaginare dei sistemi di ausilio all’indagine umana, che avvisino della possibile diminuzione di stabilità di un albero e pertanto della sua possibile caduta”.

Per questo specifico compito è stato sviluppato un sistema basato sull’intelligenza artificiale che può ridurre significativamente i rischi per i cittadini. Grazie a modelli AI, è possibile sapere in tempo reale se un albero è in salute, come evolvono le sue condizioni, se emergono anomalie o se corre il rischio di cadere. Il sistema è stato creato da PNAT con il supporto di Prospettiva Terra, progetto non profit coordinato dal professor Stefano Mancuso, che riunisce aziende, organizzazioni non profit, comunità scientifica e istituzioni per combattere il riscaldamento globale tramite la ricerca scientifica.

Lo sviluppo è stato sostenuto da Henkel, Ricola, OMNICOM MEDIA GROUP e McDonald’s e realizzato in due anni in BAM – Biblioteca degli Alberi di Milano, progetto della Fondazione Riccardo Catella, dove sono stati installati sensori su 300 alberi. Hanno aderito inoltre all’iniziativa Acone Associati e Publitalia’80, come media partner.

“Un tema così importante come quello ambientale non può essere affrontato da un’unica forza, ma richiede la collaborazione di diversi attori che lavorano tutti nella stessa direzione”, ha sottolineato Marco Girelli, Ceo OMG Italy. “Il progetto coinvolge aziende leader e ‘illuminate’ come Henkel, McDonald’s, che riconoscono questa necessità indifferibile di agire. Aziende che sono riuscite a superare la loro ‘gelosia’ nel voler agire da sole, cooperando invece per creare un sistema potentissimo”.

Da questi dati sono stati creati dei modelli di intelligenza artificiale, dedicati a interpretare aspetti diversi delle informazioni raccolte attraverso dei sensori che funzionano come una sorta di ‘sentinella’ capace di lanciare un alert quando qualcosa non va.

Le ragioni del progetto

Gli alberi in città devono affrontare numerose difficoltà: radici costrette in spazi ridotti, smog, potature talvolta aggressive, danni da traffico e cambiamenti climatici sempre più evidenti. Questi fattori, spesso invisibili a occhio nudo, ne mettono a rischio la salute e la stabilità, aumentando il pericolo di crolli e rotture. Per questo motivo, è fondamentale un monitoraggio costante dello stato di salute delle alberature, attraverso metodologie di valutazione avanzate e strumenti di analisi scientifica. A questo scopo, Prospettiva Terra ha sostenuto lo sviluppo di un sistema tecnologico innovativo, che integra sensori di nuova generazione e dispositivi IoT.

L’importanza dell’AI

I sensori, autonomi dal punto di vista energetico, registrano costantemente alcuni parametri chiave come l’inclinazione del tronco e la frequenza naturale di oscillazione, dati utili per valutare in modo oggettivo la stabilità della pianta. Così, se un albero considerato sicuro comincia a mostrare segni di indebolimento, il dispositivo è in grado di rilevare il problema.

Nel corso della sperimentazione sugli alberi di BAM, tutti i dati raccolti sono stati trasmessi a una piattaforma basata su cloud, dove sono stati analizzati e caratterizzati. La sperimentazione non si è fermata qui. I ricercatori hanno sviluppato modelli predittivi basati sul machine learning, capaci di elaborare grandi volumi di dati, individuare pattern ricorrenti e migliorare nel tempo le proprie previsioni. Questo approccio ha permesso di costruire un sistema dinamico, in grado di apprendere e affinare la sua sensibilità man mano che aumentano le situazioni osservate.

Uno sguardo al futuro

Conclusa la prima fase sperimentale, il passo successivo prevede l’applicazione del sistema a contesti più complessi, come viali alberati e grandi parchi cittadini con alberature adulte, per validare ulteriormente i modelli sviluppati e testare l’efficacia delle allerte generate in situazioni più dinamiche e potenzialmente critiche. In un momento storico in cui le città sono chiamate a diventare più resilienti, verdi e sicure, progetti come questo segnano una strada concreta verso un nuovo modello di gestione del verde urbano, in cui la cura degli alberi diventa parte integrante della progettazione del futuro.

“E se Milano non vorrà seguirci su questa strada aperta, che stiamo tracciando insieme e che peraltro è obbligata”, ha concluso ‘punzecchiando’ il Comune Girelli, “l’idea è di coinvolgere altre amministrazioni, come ad esempio quelle di Verona, Venezia, Roma e Napoli, per continuare a andare avanti, stringendo sempre più collaborazioni con aziende e responsabili locali”.

di Massimo Bolchi