Mercato

In Italia il mercato del Web3 è stabile a 40 milioni. Ma globalmente cresce

A livello internazionale, 204 aziende delle Fortune Global 500 hanno fatto almeno un progetto blockchain, con 51 nuove iniziative lanciate nel 2024. Manca ancora la ‘killer application’ capace di favorirne una diffusione mondiale
Web3

Nel 2024, il mercato blockchain in Italia è rimasto fermo, attestandosi a circa 40 milioni di euro, con una crescita limitata del +5% rispetto al 2023. Questa cifra, decisamente insufficiente, riflette una cronica mancanza di investimenti di medio-lungo periodo e sottolinea il rischio che l’Italia resti indietro rispetto ad altri Paesi europei, che invece stanno effettuando investimenti strategici per cogliere le opportunità offerte (ora o in futuro) da queste tecnologie innovative.

Non è un caso quindi che l’Osservatorio Blockchain & Web3 del Politecnico di Milano, nella ricerca presentata – nel corso del convegno ‘Blockchain & Web3 Outlook 2024/25’ – si sia concentrato sul Finance e sull’estero, come comparti più attivi e dalla maggiori potenzialità.

Web3 Italia

Un mercato nazionale statico

Il settore finanziario si conferma infatti in Italia il principale motore di sviluppo, catalizzando il 49% degli investimenti. In linea con il contesto internazionale, anche nel nostro paese sono state avviate iniziative significative legate alla tokenizzazione, tra cui quella di Cassa Depositi e Prestiti e Intesa Sanpaolo, che hanno rispettivamente emesso e sottoscritto un ‘Digital Bond’ sulla blockchain di Polygon, nell’ambito della sperimentazione della Banca Centrale Europea.

Se il 49% degli investimenti riguarda il settore finanziario e assicurativo, aumenta la rilevanza della PA al 22%. Si registra un interesse per real estate (9%), logistica (4%), automotive (4%) e un drastico calo per l’agrifood (2% degli investimenti rispetto al 10% del 2023. Nonostante il forte fermento degli ultimi anni, il nostro Paese rischia di rimanere indietro rispetto a molti altri Paesi europei.

Anche i dati sull’adozione dei crypto-asset da parte dei consumatori italiani non offrono segnali di crescita. Nel 2024 si è registrato un ridimensionamento dell’interesse, con circa 2,7 milioni – dati di BVA Doxa – di italiani (7% della popolazione internet tra i 18 e i 75 anni) che attualmente possiedono crypto-asset, rispetto ai 3,6 milioni (11%) del 2023. Anche l’interesse a futuri acquisti è diminuito, passando dal 20% al 17%, mentre coloro che hanno posseduto criptovalute in passato salgono dal 10% all’11%. Nonostante questa flessione, il fenomeno rimane significativo, con circa 13 milioni di italiani che possiedono, hanno posseduto o vorrebbero possedere questi strumenti.

“Il 2024 è stato caratterizzato da una apparente immobilità della blockchain e web3, ma non è così”, ha spiegato Valeria Portale, Direttore dell’Osservatorio Blockchain & Web3. “Come per internet agli esordi, siamo ancora nella fase di consolidamento della rete: la rivoluzione è intuibile, manca la ‘killer application’ capace di favorirne una diffusione globale. Le criptovalute sono attualmente la principale applicazione della blockchain, ma le opportunità sono molte di più”.

Web Italia torta

Quello che accade sullo scenario internazionale

Le aziende hanno sviluppato nuovi progetti: sono 298 i nuovi casi del 2024, +3,5% rispetto al 2023 (che portano a 1576 quelli complessivamente censiti dal 2016 ad oggi), mentre sono in calo del 43% le sperimentazioni a favore dei progetti operativi. Un andamento che indica una chiara maturazione, ma anche un rallentamento nell’avvio di nuovi progetti innovativi. Una crescita generale si riscontra anche tra le iniziative delle grandi imprese internazionali della lista Fortune Global 500: il numero di aziende attive è passato da 153 (31%) nel 2023 a 204 (41%) nel 2024, con 51 nuove iniziative lanciate solo nel 2024.

Gli attori nativi del web3 hanno proseguito con determinazione nella costruzione di infrastrutture di base e nella sperimentazione di nuovi modelli di business e di interazione con gli utenti. Tuttavia, questi sforzi non si sono ancora dimostrati in grado di rivoluzionare il mercato o di favorire una vasta adozione. “Come avvenne per internet agli esordi, siamo ancora nella fase di consolidamento della rete: la rivoluzione è intuibile, ma manca la ‘killer application’ capace di favorire una diffusione globale”, recita il Report dell’Osservatorio.

Al di fuori dell’ambito finanziario, molte imprese, nonostante l’interesse iniziale verso progetti di tracciabilità e NFT, restano ancora esitanti nell’adottare queste tecnologie. Nei prossimi anni sarà cruciale individuare casi d’uso che offrano un reale valore aggiunto, creando nuove opportunità di mercato. Si stima che il 2025 segua il percorso tracciato nel 2024, con un progressivo aumento degli investimenti e ulteriori passi verso la maturazione delle infrastrutture e dei servizi a supporto del web3. Gli attori che investono oggi si stanno posizionando per avere un ruolo centrale nel futuro del settore, mentre chi entrerà in gioco più tardi rischia di restare relegato a un ruolo da follower.

“Nei prossimi anni, sarà fondamentale identificare casi d’uso in grado di offrire un reale valore aggiunto e aprire nuove opportunità di mercato”, ha confermato Francesco Bruschi, Direttore dell’Osservatorio Blockchain & Web3. “Chi investe oggi si posiziona per avere un ruolo centrale nel futuro del settore, chi entrerà in gioco più tardi rischia di restare relegato a un ruolo da follower”.

Web3 IoV

Il Web3 è pronto per il business

I progetti ‘Internet of Value’ (IoV) utilizzano strumenti del web3 – come criptovalute, stablecoin, e CBDC– per transazioni di valore online. Nel 2024, i progetti delle aziende tradizionali sono aumentati sia in numero (+2% rispetto al 2023) sia in maturità, con un forte incremento dei progetti in produzione (+53%) e una riduzione delle sperimentazioni (-37,5%). Nel 2024 è cresciuta anche l’offerta di soluzioni propedeutiche alla diffusione e utilizzo delle criptovalute, con un aumento di piattaforme di scambio e servizi di custodia.

I progetti ‘Blockchain for business’, invece, mirano a ottimizzare i processi aziendali attraverso strumenti come token e smart contract. Questi rappresentano la quota più consistente di iniziative registrate nel 2024: sono 149, con una crescita del +43% rispetto al 2023. Anche in questo ambito i progetti operativi sono aumentati significativamente, passando da 55 a 122, mentre le sperimentazioni si sono quasi dimezzate (-45%)

“È necessario cambiare passo, intensificando il dialogo tra attori di mercato, regolatori e cittadini, con l’obiettivo di stimolare lo sviluppo di soluzioni innovative basate su questi strumenti e creare un ambiente favorevole all’innovazione e agli investimenti”, ha sottolineato Giacomo Vella, Direttore dell’Osservatorio Blockchain & Web3. “Il rischio per l’Italia è di rimanere fuori dal web3 o essere semplici spettatori passivi di un cambiamento paradigmatico che potrà caratterizzare il futuro del web”.

Nei progetti ‘Decentralized web’, infine, la blockchain funge da piattaforma tecnologica per sviluppare nuovi servizi. Nelle sole aziende tradizionali, nel 2024 questi progetti hanno registrato un calo significativo, con 61 nuove iniziative censite rispetto alle 98 del 2023 e alle 96 del 2022. Gli attori nativi del web3 hanno invece mostrato una crescita importante. Nel 2024, gli utenti attivi giornalieri nelle oltre 16.000 applicazioni decentralizzate (DApp) sul mercato hanno superato i 19 milioni, rispetto ai 3 del 2023. Sebbene non emergano ancora nuovi modelli di business su larga scala.

di Massimo Bolchi