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Cinema: felici che all’interno del Festival di Venezia esistano le Giornate degli Autori

Aria libera, per un cinema che è strumento di salvezza, terapia, atto di guarigione per elaborare il passato e capire il presente. Date uno scorcio ai titoli della selezione ufficiale, trame che guardano ‘dentro’ e 'oltre’ e che invitano a farsi vedere, anche per dubitare, interrogarsi e riflettere
Giornate degli Autori

La leggenda narra che un giorno, a Venezia, qualcuno vide Jean-Luc Godard che si dirigeva, di corsa, in direzione ostinata e contraria rispetto a chi stava andando a vedere i film del Festival. Gli dissero che le sale erano dall’altra parte. Ma lui stava andando verso un piccolo cinema, dove pare ci fosse una fila lunghissima per vedere un film che era stato rifiutato. Era I pugni in tasca di Marco Bellocchio. Quel cinema oggi è la Sala Laguna, una delle sedi delle Giornate degli Autori. È una bella storia per raccontare che cosa sono le Giornate degli Autori, promosse da ANAC e 100autori, la cui XXII edizione si svolgerà nell’ambito della 82. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia dal 27 agosto al 6 settembre. GdA è “l’orgoglio di essere diversi”, come ha sottolineato Francesco Ranieri Martinotti, Presidente delle Giornate. E mai come quest’anno l’edizione ha gli occhi aperti su quello che sta succedendo nel mondo, come ribadisce anche il bellissimo manifesto dell’artista Pax Paloscia.

Una mappa geografica, artistica, sentimentale

“Abbiamo visto più di mille film e abbiamo un’idea del mondo non più chiara, ma più complessa” ci ha raccontato la Direttrice Artistica Gaia Furrer. “È una mappa geografica artistica, sentimentale quella che cerchiamo di fare. È un discorso nel quale i film dialogano tra di loro. Sono divisi in sezioni, ma danno vita a una costellazione unica”. La selezione ufficiale conta 10 titoli in concorso, 1 film di chiusura fuori concorso e 5 eventi speciali, cui si aggiungono i due corti del progetto Miu Miu Women’s Tales e delle Notti Veneziane, realizzate in accordo con Isola Edipo, con 9 titoli. Nei film delle Giornate ci sono dei temi ricorrenti. “Il cinema come strumento di salvezza, terapia, atto di guarigione per elaborare un passato e capire il presente” ci spiega Gaia Furrer. “La guerra, che è presente anche quando è evocata e non è al centro della scena. L’esilio, naturale conseguenza della guerra. L’amore, visto in un modo antiborghese, vissuto come un atto di coraggio, ribellione. La famiglia, come microcosmo complesso e contradditorio. E il tema che racchiude tutto: il personale è politico, la memoria individuale diventa coscienza collettiva”.

La selezione ufficiale. Nicolangelo Gelormini, un talento

Il film di apertura è Memory di Vladlena Sandu, autobiografico e poetico in cui la regista ucraina racconta la sua vita e il momento in cui, da bambina, si è trovata nella guerra in Cecenia. È un film pieno di arte e di musica, anche quella di Bob Dylan. La guerra in Cecenia è al centro anche di Short Summer di Nastia Korkia, regista russa esule per aver girato documentari contro Putin: una bambina di otto anni vive un’estate normale con i nonni, con la paura che si insinua in lei anche se la guerra è ai margini. Last Night I Conquered The City Of Thebes, dello spagnolo Gabriel Azorín, racconta un luogo, un bagno termale, attraversato da varie epoche, da soldati romani del I secolo fino a dei giovani dei nostri tempi. Memory Of Princess Mumbi, di Damien Hauser, è una favola distopica ambientata nel 2093 in un’Africa immaginaria, con un cineasta che si reca in un villaggio dopo una guerra che ha cancellato la tecnologia e viene sfidato da una principessa a girare un film senza Intelligenza Artificiale. Destano molto interesse due titoli iraniani: il primo è documentario, Past Future Continuous, (uscirà in Italia per ZaLab), la storia di una donna fuggita dall’Iran per cui l’unico modo per vedere i genitori sono le telecamere di sorveglianza messe nella loro casa. Inside Amir di Amir Azizi, è un film di finzione, una dichiarazione d’amore alla città di Teheran e la storia dei dubbi legati all’esilio. Le relazioni, l’amore, la famiglia, la coppia sono al centro di Vainilla, di Mayra Hermosillo, film ambientato nel Messico degli anni Ottanta, in cui una famiglia lotta per mantenere la casa che sta per essere pignorata. Ci sono le relazioni e l’amore nel film libanese A Sad And Beautiful World di Cyril Aris, che racconta la storia tra due persone nate nello stesso giorno e legati da bambini, il tentativo di credere nell’amore e restare umani mentre il mondo crolla. Bearcave, film greco di Stergios Dinopoulos e Krysianna B. Papadakis, è la storia del sentimento tra due ragazze che sono nate e cresciute in un villaggio greco: è un racconto di formazione Queer. L’unico film italiano in concorso è di uno dei nostri registi più promettenti: è La Gioia di Nicolangelo Gelormini, reduce dal successo de L’arte della gioia. Prodotto da Viola Prestieri e Nicola Giuliano, La Gioia, come il suo precedente film, il bellissimo Fortuna, dà forma cinematografica a un fatto di cronaca: un’insegnante di liceo torinese, una donna stralunata che non ha mai conosciuto l’amore e uno studente che vive 100 vite in un una, e tutte borderline, si incontrano. Tra i due nasce una relazione che si trasformerà in tragedia. Nel cast ci sono Valeria Golino e Jasmine Trinca, Saul Nanni e Francesco Colella. È un film da cui ci aspettiamo molto. Il film di chiusura fuori concorso è Come ti muovi sbagli, di Gianni Di Gregorio, che torna alle Giornate dopo l’exploit di Pranzo di Ferragosto del 2008: un professore in pensione viene scombussolato dall’arrivo rocambolesco di una figlia, Greta Scarano, e dei suoi figli.

Notti Veneziane

Significativa anche la sezione delle Notti Veneziane. Si comincia con Dom di Massimiliano Battistella, una produzione italo bosniaca, un documentario sulla storia dei bambini orfani di Sarajevo accolti in Italia nel luglio del 1992. Siamo a 30 anni dal genocidio di Srebrenica e aprire con questo film, quando è in atto un altro genocidio, quello di Gaza, è un segnale importante. Una cosa vicina di i Loris G. Nese, è la storia di un uomo che solo in età avanzata ha scoperto che il padre, che lo aveva lasciato orfano, era un boss della Camorra. Film di Stato di Roland Sejko, continua il lavoro di ricostruzione dell’immaginario dell’Albania grazie a materiali d’archivio. Indietro Così, di Antonio Morabito, è un film di grande umanità che evita retorica e pietismi nel parlare del lavoro sulla disabilità mentale. Toni, mio padre è il documentario di Anna Negri su Toni Negri, accusato di essere il capo occulto di tutte le trame della storia italiana. Unisce materiale d’archivio, film di famiglia, riprese in super 8, per realizzare un racconto sul tentativo di farsi capire dal padre e riconciliarsi con la sua figura. Life Beyond The Pine Curtain – L’America degli invisibili di Giovanni Troilo, ci porta in Texas per seguire la vita di 4 persone alla vigilia delle elezioni che hanno portato alla Presidenza Trump. Accanto a questi progetti, tutti documentari, ci sono tre film di finzione. Il primo è Confiteor – Come scoprii che non avrei fatto la rivoluzione di Bonifacio Angius, ultimo tassello del racconto sulla sua vita privata, viscerale, durissimo, un film che fa ridere e piangere. Nel cast ci sono Geppi Cucciari, Giuliana De Sio ed Edoardo Pesce. Il secondo è 6:06, il ritorno di Tecla Taidelli, autrice milanese scoperta 20 anni fa con Fuori vena. È un film allucinato, quasi sotto lsd, che parla di droga e del superare la tossicodipendenza, del potere salvifico dell’amore. E infine c’è Amata di Elisa Amoruso, che riflette sulla libertà di scelta, sulla maternità voluta e non voluta, sull’essere madre in modo diverso. Con un grande cast: Miriam Leone, Tecla Insolia, Stefano Accorsi, Donatella Finocchiaro. Uscirà in sala con 01.

Gli eventi speciali

Tra gli eventi speciali segnaliamo Do You Love Me di Lana Daher, Writing Life – Annie Ernaux Through The Eyes Of High School Students di Claire Simon, Il quieto vivere di Gianluca Matarrese e Laguna di Sharunas Bartas. Ma il film più emozionante rischia di essere Who Is Still Alive di Nicolas Wadimoff, la storia nove palestinesi scappati da Gaza e sopravvissuti al genocidio raccontano la loro vita di prima.

La partnership con Miu Miu

Interessante la presenza del brand Miu Miu (sponsor delle Giornate insieme al MIC, a I Wonderfull e Intesa Sanpaolo) che cura la sezione Woman Tales, con due film, Autobiografia di una borsetta di Joanna Hogg e Fragments For Venus di Alice Diop. Per chiudere, torniamo a dove avevamo iniziato, al bellissimo manifesto dell’artista romana Pax Paloscia. È un’immagine di lotta che condivide con le GdA un aggettivo, che è punk. Al centro c’è una protagonista giovane che tiene in mano una fiaccola segnaletica, di speranza, che apre a un mondo differente da quello che le è stato consegnato. Un chiaro riferimento a quanto sta succedendo oggi.

di Maurizio Ermisino