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Finalmente anche l’Italia ha il suo festival internazionale delle serie. Mancava

Si chiama ‘Italian Global Series Festival’ e sarà a Rimini e Riccione dal 21 al 28 giugno. Tra gli ospiti Verdone, Bellocchio, e il cast di Mare Fuori. Si stanno raccogliendo le candidature per il concorso internazionale, il programma verrà reso noto a maggio. In arrivo una serie su Battiato

La serialità ha finalmente il festival che mancava in Italia. APA – Associazione Produttori Audiovisivi presenta l’Italian Global Series Festival, il Festival Internazionale delle Serie, che si terrà a Riccione e Rimini dal 21 al 28 giugno. È un evento che si svolge in una terra cara a chi ama il cinema e l’audiovisivo, la terra natia di Federico Fellini, e che raccoglie l’eredità del Roma Fiction Fest, che si era svolto nella Capitale dal 2007 al 2017. La garanzia di quel festival, e ora di questo, è il Direttore Artistico, Marco Spagnoli che ha presentato il nuovo evento oggi a Roma, a Palazzo Grazioli, nella sede della stampa estera. “Stiamo raccogliendo serie non solo in Italia ma in tutto il mondo”, ci ha raccontato. “Il programma sarà comunicato a maggio: fino al 4 maggio raccoglieremo materiale”.

Un premio che non c’era

Come ci ha illustrato Marco Spagnoli, l’Italian Global Series Festival avrà un concorso internazionale, diviso in 4 categorie: Serie, Serie limitate, Comedy, Tv Movies. In ogni categoria i premi assegnati saranno quelli per il miglior titolo, attore e attrice protagonisti e miglior creatore o regista. Questo permetterà di valorizzare talenti italiani e internazionali, anche perché, fino ad oggi, un vero e proprio premio per la serialità in Italia non c’era.

Evangeline Lilly da Lost, Giorgio Moroder e Carlo Verdone tra i premiati

Marco Spagnoli ci ha svelato anche in anticipo 4 dei premi Maximum Excellence Award. Saranno assegnati ad Adjoa Andoh, la regina di Bridgerton, a Evangeline Lilly, l’indimenticabile “Lentiggini” di Lost, nel ventesimo anniversario della nascita della serie. E poi a Giorgio Moroder, il compositore premio Oscar che come pochi altri ha saputo legare la musica alle immagini, Elena Sofia Ricci, una delle attrici più rappresentative della nostra serialità, e, dulcis in fundo, a uno dei più grandi registi italiani, Carlo Verdone, premiato per il lavoro straordinario e coraggioso su Vita da Carlo, serie su Paramount+, in cui ha avuto la straordinaria capacità di mettersi sempre in gioco, creando un personaggio che gli somiglia. Tra l’altro, la madrina del festival è Caterina De Angelis, attrice scoperta da Carlo Verdone proprio nella serie, in cui interpreta la figlia.

Mare Fuori, I Cesaroni, Marco Bellocchio, Michele Placido

Gli eventi già annunciati, pur essendo solo una parte di quelli del festival, sono già tantissimi. Il 21 giugno ci sarà la reunion de I Cesaroni, che per la prima volta incontrano il pubblico tutti insieme, così come farà il cast di Mare Fuori. Ci sarà un incontro su Sandokan, grazie a Lux Vide, e uno con Frank Spotnitz, storico showrunner che, con The Man In The High Castle, aveva vinto il Roma Fiction Fest. Marco Bellocchio sarà protagonista di una  conversazione con Alberto Barbera, e Michele Placido, icona de La Piovra, con Giulio Base. Piera Detassis e Laura Delli Colli condurranno una serie di incontri al femminile e Delli Colli consegnerà un Nastro d’Argento Speciale. Ci sarà il dialogo con Carlo Degli Esposti, per parlare di Camilleri, e un focus, insieme al direttore del Museo del Cinema di Torino, Carlo Chatrian, dal titolo Straordinarie, dedicato alle serie su donne e letteratura. Si parlerà di Miss Austen, George Sand e molte altre, tra cui una serie sulla giovane Maria Callas prodotta dalla tv greca. Ci saranno anche i premi dedicati alla fiction italiana (sempre nelle categorie Serie, Serie limitate, Tv Movies e Comedy). Tra i primi titoli annunciati: Il paradiso delle signore, Balene, Blanca 3, Cuori 3, I casi dell’avvocato Guerrieri, tratto dal romanzo di Gianrico Carofiglio, con Alessandro Gassman, Come un padre, diretta da Luca Miniero, ed Estranei, di Cosimo Alemà. È in arrivo una serie su Franco Battiato di cui a Rimini e Riccione verrà annunciato il protagonista. E poi ci saranno L’altro ispettore, diretta da Paola Randi e Le libere donne di Magliano, tratta dal libro di Mario Tobino. Un evento speciale sarà legato a Il camorrista di Giuseppe Tornatore. I buoni rapporti con Netflix, e la data di uscita proprio a giugno, fanno pensare che ci potrebbe essere anche la terza stagione di Squid Game. Ma, in questo senso, tutto è ancora blindato.

Borgonzoni: “C’era bisogno di un festival di livello alto”

“Ne parliamo con APA da tempo” spiega Lucia Borgonzoni, Sottosegretario di Stato alla Cultura. “A livello internazionale c’era bisogno di un festival di livello alto, che parlasse della serialità. Che è cambiata dagli anni in cui eravamo ragazzi, in cui non c’erano le piattaforme. È una serialità strutturata che non ha niente da invidiare ai grandi film. “Il mio grande sogno è che diventi come una Cannes dell’audiovisivo”. Anche perché avviene in territori che hanno un grande rapporto con il cinema. “L’Emilia Romagna non è un luogo a caso” interviene Michele De Pascale, Presidente della regione. “L’Emilia Romagna è amante del cinema e dell’audiovisivo. Molte importanti serie italiane sono girate in qui, in luoghi molto diversi fra loro, come la costa, l’Appennino, le città d’arte.  E Rimini è la città di Federico Fellini. Proveremo a sviluppare un discorso sul rapporto tra l’arte di Fellini e la serialità: pensiamo alla natura episodica di alcuni suoi film, o alla loro caratteristica onirica”.

Sbarigia: “La serialità italiana ha avuto una ricaduta sui territori”

L’anima del nuovo festival è APA. “Sono felice di essere qui in questo momento” racconta emozionata la Presidente Chiara Sbarigia. “Nel 2007 abbiamo fatto il primo festival della fiction. È una grande ripartenza. La serialità italiana ha avuto uno sviluppo incredibile e una ricaduta economica enorme per i territori. Siamo felici di sperimentare questa nuova edizione, già con molte conferme”. La Presidente di APA ha parlato anche della costituzione di una nuova fondazione per un premio per l’audiovisivo che fino ad oggi in Italia ancora non esiste. E ha ringraziato alcuni dei partner: Ferrovie dello Stato, Enel, Radio 2, la radio ufficiale del festival, Fattanza Media, community partner e Urban Vision, con una campagna out of home, e Rolling Stone, media partner stampa.

Carlo Verdone: “In Vita da Carlo ho ritrovato me stesso”

Due giorni dopo la sua lezione sulla comicità, Carlo Verdone è protagonista anche di questa conferenza stampa, come lo sarà del festival a giugno, giustamente premiato per la sua capacità di impegnarsi, oltre al cinema, anche con la serialità. “È stato un lavoro estenuante quello delle quattro stagioni di vita da Carlo, di cui sto montando l’ultima” ci ha spiegato. “È stata una scommessa nata durante il Covid quando le sale erano vuote. Con Filmauro abbiamo detto: ‘cosa facciamo?’ ‘Bisogna che ti cominci a vedere un po’ di serie, quello è il futuro’. A uno dei miei soggettisti è venuta l’idea: ‘Perché non raccontiamo la tua vita? Mettiamo un po’ di vicende, di cose che abbiamo visto da quando stiamo con te. Le tue telefonate, coloro a cui dai una mano e poi si prendono il braccio’. Avevo scritto due libri. E lì c’era anche del materiale da utilizzare”. Verdone precisa che il racconto è romanzato: lo sono i suoi figli, lo è la moglie. Ma molte cose sono vere: a volte alcune cose vere sono state addirittura eliminate. “Ci sembrava che avessimo più libertà, lo spazio era enorme” riflette a proposito del formato seriale. “Potevamo allungarci su certi argomenti, essere esaustivi. Ho cercato di interpretarlo come se mi dimenticassi di avere davanti una telecamera. Ho dovuto imparare 1250 pagine in 4 anni. Però ho ritrovato me stesso. E’ la verità”. Nella quarta stagione – di cui ha ammesso di aver girato le ultime due settimane con la polmonite – sarà insegnante di regia al Centro Sperimentale di Cinematografia, e avrà come rivale un insegnante di recitazione come Sergio Rubini, arrabbiato con lui per alcune scene tagliate in Al lupo al lupo più di 3 anni fa…

Se la gente torna al cinema dipende dalla bontà dei film

Carlo Verdone è stato chiamato in causa a commento della dichiarazione di Liliana Cavani “dobbiamo proteggete il cinema dalla televisione”. Il regista non ha nascosto siano preoccupazioni legittime, seppur nell’ottimismo di vedere come la gente sia tornata in sala. “Dipende soltanto dalla bontà o dall’originalità del film. Mi sono dato molto da fare per le sale abbandonate. Poi ho fatto un passo indietro: ci devono pensare i governi, i distributori, gli esercenti. Ma soprattutto dobbiamo produrre film giusti, perché quelli che funzionano riempiono ancora le sale”. Significatova, a tal proposito la citazione che Chiara Sbarigia fa di una dichiarazione di Helen Mirren. Preferisce lavorare per il cinema o la televisione?, le chiesero,  “Preferisco fare cose belle”.

Dalla parte dei doppiatori, l’AI sarà un disastro

Verdone si è espresso anche sulla questione della protesta dei doppiatori contro le AI.   “Sono dalla parte dei doppiatori” spiega. “L’AI sarà un disastro. Mi hanno portato Borotalco doppiato in inglese con AI: la voce è la mia, quella di Mario Brega è la sua, ovviamente senza l’inflessione romana. È una grande battaglia. Non per i doppiatori ma per il film”.

di Maurizio Ermisino