Dal 17 marzo, ogni lunedì per 6 episodi, sarà online I’m not a robot, la nuova mini serie firmata Educazione Cinica, uno dei più seguiti collettivi satirici italiani, che conta una fan base di oltre un milione di affezionati e quasi 200 milioni di visualizzazioni social. Sarà Michela Giraud la protagonista al centro delle 6 puntate, nel ruolo inedito di Robot di ultima generazione, ma con tutta la verve cinica e tagliente di sempre, per un connubio unico tra recitazione e intelligenza artificiale.
Un mix tra The Office e Black Mirror
I’m not a robot vuole unire il talento di attori in carne e ossa alle potenzialità produttive dell’intelligenza artificiale, senza però mai sostituire l’interpretazione umana. Michela Giraud e il suo storico partner di Educazione Cinica Francesco Alberici recitano dal vivo e vengono poi trasformati in personaggi AI ultra-realistici mantenendo espressioni, sfumature e comicità umane, portando così la recitazione in una nuova, futuristica, dimensione.
La storia: l’umano è una categoria protetta
Milano, 2035. Un ufficio come tanti altri è popolato interamente da Robot. Tutti (o quasi) programmati per la massima efficienza. A rompere l’apparente idillio artificiale, è Fra (Francesco Alberici), unico umano del gruppo, assunto dalla società in quanto categoria protetta (semplicemente perché umano!) Il vero motore del gruppo, però, è Michela (Michela Giraud), una robot di ultima generazione dal carattere cinico e spietato che tollera gli umani solo quando può sfruttarli a suo vantaggio. Intorno a lei ruotano i colleghi-robot: Opty, il secchione del team, affascinato ai limiti dell’ossessione dagli umani; la Vecchia, un relitto tecnologico sempre sull’orlo della rottamazione che, per qualche misterioso motivo, esplode in ogni episodio; la Stagista, attraente, iper-ottimista e costantemente tampinata dal ‘piacione’ Fra. Nessuno sa, però, che la stagista nasconde un inenarrabile segreto.
“I’M NOT A ROBOT”è una workplace comedy distopica, che gioca con l’idea di un mondo dominato dalla tecnologia, prendendo in giro il mito della produttività, le assurdità del lavoro d’ufficio e le nostre paure nei confronti dell’intelligenza artificiale. Una commedia satirica che parla del presente (che è già il futuro).