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Dall’algoritmo al cappuccino, quando l’AI diventa esperienza

Claude Café, Anthropic

In un mondo sempre più digitale, dove l’intelligenza artificiale è spesso percepita come astratta e distante, alcune aziende stanno trovando modi originali per umanizzare la tecnologia. Pop-up e spazi temporanei trasformano l’AI in un’esperienza concreta, invitando le persone a interagire, riflettere e creare connessioni reali.

Claude Café di Anthropic: riflettere senza schermi

Nel cuore del West Village a New York, Anthropic ha trasformato un’edicola in uno spazio temporaneo dedicato alla contemplazione e alla connessione. Il Claude Café ha permesso ai visitatori di lavorare, leggere o semplicemente fermarsi a riflettere davanti a un caffè. All’inaugurazione, una lunga fila di persone attendeva di entrare, e i cappelli ‘thinking’, simbolo dell’iniziativa, sono andati rapidamente esauriti.

L’evento invitava a creare una ‘zero slop zone’, un richiamo ironico contro la quantità di contenuti generati dall’AI di bassa qualità. Durante la settimana di apertura, oltre 5.000 persone hanno partecipato, dando vita a conversazioni sia online sia offline e sperimentando l’AI come partner creativo, non come sostituto dell’intelligenza umana.

Cursor Café: collaborare e costruire insieme

Anche Cursor, startup specializzata in strumenti di coding assistito dall’AI, sta portando la propria esperienza fisica agli utenti. Dopo un pop-up a San Francisco, l’azienda lancerà Cursor Café a Soho, New York, invitando gli sviluppatori a portare il loro laptop e trascorrere qualche ora a lavorare e costruire progetti insieme, con caffè e crediti Cursor a disposizione. Il team sarà presente per rispondere a domande e condividere suggerimenti, creando un ambiente dove l’interazione reale stimola la creatività e rafforza la comunità di utenti.