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BlowUpFilm: forti dei risultati 2016, continuiamo a difendere la qualità del nostro prodotto lavorando sempre più a stretto contatto con agenzie e direttori creativi. Metteteci alla prova

L’anno che si è appena chiuso e il nuovo che si apre nelle risposte di Luca Giberna, Founder BlowUpFilm.

Partiamo dai dati. Per il 2016 gli investimenti, qualsiasi sia la fonte della rilevazione, parlano di almeno un 3% in più, con la rete a fare da regina, la tv a occupare la metà della torta, o quasi, la stampa ancora in crisi, specie la quotidiana. Come questa situazione si è riflessa sul vostro andamento? Alla luce che esistono anche progetti che sfuggono alle rilevazioni. Insomma, diamo i numeri, i vostri, indicando le previsioni 2017

“Noi abbiamo rilevato una maggiore attività nella parte finale del 2016 che speriamo anticipi un trend positivo per il 2017. Sono molto prudente nel fare previsioni in quanto abbiamo già riscontrato recentemente accenni di ripresa che però poi non si sono confermati nel tempo. Per BlowUpFilm si è trattato di un fine anno molto positivo e in qualche modo sorprendente. Per noi quindi il 2016 è stato un anno molto positivo, dove abbiamo abbiamo avuto un incremento sul fatturato di oltre il 30%”.

Naturalmente per una casa di produzione i giorni di shooting sono importanti, ma alla fine i numeri che compongono il fatturato sono la misura dell’andamento annuale. L’impressione generale, è che oggi, per arrivare allo stesso fatturato, ad esempio di due anni fa, ci vogliano molti più giorni di produzione. Concorda con l’affermazione? E se sì, ci può spiegare in parole semplici come mai? 

“E’ assolutamente vero che per tenere gli stessi livelli di fatturato bisogna realizzare un numero maggiore di progetti e quindi si devono affrontare un numero maggiore di produzioni, molte delle quali di 1 giorno solo di shooting. Noi l’anno scorso abbiamo prodotto video e spot da 30.000 euro fino a 1 milione di euro e quindi con una grande varietà di problematiche. Va detto che il valore medio delle produzioni si sta abbassando, anche perché sempre di più ci viene richiesto di produrre per il web e in Italia i budget destinati a questo settore sono ancora molto bassi, quindi si fa molta più fatica e si devono spendere molte più energie per restare sugli stessi livelli di fatturato”.

E’ sempre molto complicato scegliere tra le varie produzioni girate in un anno. Tuttavia, c’è un lavoro realizzato nel 2016 che può essere indicato come il figlio prediletto? E come mai?

“Molto difficile dirlo, io sono molto affezionato a una produzione per la ‘ex’ 3, ora Wind Tre, che ha preso le mosse dal film Perfetti sconosciuti. Con cliente, agenzia, registi Bosi&Sironi e cast, sul set si è instaurata una chimica particolarmente positiva che ci ha restituito tutto il piacere di fare questo lavoro. Il fatto poi che da questo soggetto abbia preso le mosse una campagna di grande successo proseguita per tutto l’anno ha completato la nostra soddisfazione”.

Ai bilanci di un anno che si è appena concluso, si accompagnano spesso i buoni propositi per quello a venire. Quali sono i vostri obiettivi nell’immediato? Diciamo, tra qualche mese, circa poco prima di Cannes. C’è un sogno che non è stato ancora interamente realizzato?

“Gli obiettivi sono quelli di cercare di fare quello che stiamo facendo e che abbiamo sempre fatto: cercare di difendere la qualità del nostro prodotto lavorando a stretto contatto con l’agenzia e i direttori creativi. I premi a Cannes rimangono un po’ una chimera e sono spesso legati una certa casualità per quanto riguarda l’Italia. Di certo non siamo una cdp che è interessata a produrre micro campagne fatte solo per Cannes: i premi vanno vinti con il lavoro vero e non inventato”.

Per concludere,  se doveste definirvi con tre aggettivi, quali sarebbero? Insomma, tre aggettivi che definiscano la vostra unicità e magari portare un possibile futuro cliente a scegliere voi invece di un’altra cdp

“Noi abbiamo passione, esperienza ed entusiasmo ma nel nostro lavoro le parole contano poco, contano i fatti sul campo: noi chiediamo di essere messi alla prova”.

Betty Codeluppi