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Nuovo spot Alitalia. Ecco perché quando c’è passione si fa la differenza. E tutto conta. Tanto più le relazioni. Oggi parliamo della musica

https://www.youtube.com/watch?v=c5g9Zteb1Tg

Proponendovi testualmente quanto Paolo Re, autore insieme a Vittorio Cosma della colonna sonora dello spot interpretata da Malika Ayane, ha raccontato in merito alla sua creazione, sollecitato da Francesco Bozza, Executive Creative Director con Alessandro Antonini di Leo Burnett Italy, agenzia che firma la nuova campagna Alitalia.

Conosco Paolo Re da un sacco di anni, da prima ancora che decidesse di mollare tutto per andare a vivere nella Terra Di Mezzo. Ritrovarmelo sul progetto Alitalia, insieme a Vittorio Cosma (altro talento pazzesco) è stata davvero una sorpresa. Pochi giorni fa ho chiesto a Paolo di scrivere ‘poche righe’ per raccontare l’esperienza dal suo punto di vista. Sapevo che ha una certa dimestichezza con le parole, avendo scritto un libro sulla sua avventura neozelandese. Quello che non potevo sapere è la sua totale mancanza di sintesi. Queste sono le poche righe di Paolo. Grazie Paolo, grazie Vittorio e grazie Malika. Grazie per aver scelto di volare con noi.

 Francesco Bozza
 
Una cosa bellissima che vorrei fare tutti i giorni

‘Nel blu dipinto di blu’ è stata una bomba dirompente, nel 1958, quando esplose cantata al festival di Sanremo (che tra l’altro vinse). Così potente che ancora adesso se ne sentono gli echi ovunque nel mondo. Domenico Modugno con questa canzone ha preso il mondo della musica leggera italiana per il colletto, l’ha sbatacchiato con energia e l’ha cambiato definitivamente. Ha rivoluzionato il modo di scrivere le canzoni, di come stare su un palcoscenico e interpretare i brani – c’erano gestualità e forza fisica prorompente nel suo modo di esprimersi cantando – di come proporsi al pubblico e cosa comunicare. In quel preciso momento storico, poi, mentre il nostro Paese stava per decollare verso il boom economico, lui cantava ‘Volare’: non poteva esserci brano più appropriato di questo per il rilancio di una nazione. La canzone quell’anno vinse anche due Grammy (miglior canzone e disco dell’anno) e ad oggi è il brano italiano più conosciuto e campione di vendite con oltre 25 milioni di dischi acquistati in tutto il mondo. Con questa introduzione potete immaginare le aspettative che può avere chi propone un brano di tale forza come traino potente di un’intera comunicazione di rilancio.

L’interprete sarebbe stata Malika. Vittorio Cosma ed io a produrre e arrangiare una nuova versione.

Con Malika non avevo mai lavorato, almeno io, certo ne conoscevo le doti e il talento, e non ero preoccupato di dirigerne l’interpretazione. Ma quando fai nascere una canzone, che sia già conosciuta o meno al grande pubblico, a mio modo di vedere rimane determinante il feeling che si crea in studio di registrazione. Il microfono poi, è uno strano oggetto: magico e terribile allo stesso tempo. È in grado di leggere perfettamente lo stato d’animo di una persona, i sentimenti, l’eccitazione, la paura o la fiducia, il piacere nei confronti di cosa si sta facendo.

Perché è vero che, poi, si ascolta il brano nella sua interezza, ma se quello al primo ascolto emoziona, se riesce ad abbracciare tutti, anche i diffidenti e i più scettici, se ti lascia a bocca aperta, affascinato, stupito, poi, vuoi sentirlo e risentirlo, desideri conoscerlo meglio, nei dettagli per prepararti all’ingresso degli archi, magari, dove li senti creare un brivido a inumidirti gli occhi o ritrovarti a canticchiare quelle nove note tutte uguali dell’inizio; insomma, vuoi farlo tuo, appropriartene e partecipare mentre si svolge, per amarlo.
Già facendo l’analisi del parrucchiere sulla canzone, (senza offesa per la categoria, è solo un modo per dire, in maniera superficiale, non approfondita, insomma come le chiacchiere che si fanno appunto in quel luogo), la strofa è molto leggera, lieve, senza orpelli, non ha praticamente variazioni tonali ed è costruita perfettamente per dare spazio e potenza all’inciso, che è così bello e “largo”, liberatorio, trascinante, così tanto da invogliare ad essere essere cantato da tutti. 
Capite che a questo punto trovarsi a produrre e arrangiare una canzone così famosa e in un modo totalmente diverso può essere molto pericoloso.
Aggiungeteci che avrebbe cantato Malika – che tutti sappiamo essere bravissima – e se avesse ‘sbagliato’ l’interpretazione chi pensate avreste pensato fossero i colpevoli? Insomma un po’ di tensione c’era.

 Se il tuo cliente è una compagnia aerea, e la canzone in questione si intitola ‘Nel blu dipinto di blu’ per tutto il mondo conosciuta come ‘Volare’, il brief quale può essere? Non è una sciocca battuta. Pensate sia un compito facile rendere ‘leggera’ da darvi una delle sensazioni più belle e impossibili agli esseri umani – volare appunto – una canzone così ‘pesante’ in termini di successo e riconoscibilità nel mondo intero. Pensate sia facile confrontarsi con il canto ‘urlato’, ma prorompente, e la musicalità geniale di Modugno. Avete ascoltato qualcuna delle mille mila versioni esistenti sul pianeta di questo brano? Provate a farlo e poi ne riparliamo.

Produrre e arrangiare una canzone è un po’ come essere un rabdomante che cerca l’acqua, come uno stregone con le proprie pozioni magiche a creare atmosfere, toccare sentimenti, prima degli artisti coinvolti nel progetto, e poi del pubblico che ascolterà e dovrà sognare.
Ecco, noi partivamo da qui.
È stato Vittorio che a un certo punto ha detto: ‘se fosse così?’, ed è partito con quelle due note di piano (che poi su mio suggerimento è diventata una), e io sorridendo, ma questo è Silvestri (Alan, non Daniele) e ho pensato alla piuma di Forrest Gump (ma certo, cosa c’è di più leggero di una piuma) o almeno così mi è sembrato quella sera in Music Production. Poi è stato un susseguirsi di lanci e rilanci, idee come una valanga ad ingrandirsi su ogni nota suonata, ‘qui entra il palmizio di violini’, ho detto io, e lui, ‘forse possiamo usare un po’ di elettronica, coinvolgiamo Valgeir (Sigurðsson, già produttore di Björk), ma senza strafare, per rendere il pezzo un po’ più attuale’, e poi insieme ‘da qui, folate di archi potenti, ma leggere come fossimo un Icaro che non si brucerà mai’, e naturalmente questo pianoforte delicato, ma intenso, suonato da dio, a non smettere mai di accompagnare, che deve esserci, ma non devi sentirlo, che ti deve tenere per mano per tutta la canzone. Quella sera gli studi di Music Production visti dal cielo, dal blu dipinto di blu, sono sicuro brillassero più delle stelle: perché volare per noi uomini è impossibile, ma noi quella notte siamo riusciti a farlo.
Poi è stato tutto come l’avevamo immaginato: la città eterna e la Roma Sinfonietta, diretta dal M° Barzan, a suonare appassionata le nostre idee in musica, Malika che fa sciogliere due microfoni con la sua interpretazione, e quella telefonata che dice che è tutto bellissimo, ed emozionante, ma la canzone utilizzata sarà solo pianoforte e voce.
È successo veramente… Bello, ugualmente bello, però.
Ma in questo lavoro (meraviglioso) qualche volta c’è il lieto fine.

Mi era stato chiesto di scrivere qualche riga, e invece mi sono dilungato, eppure credetemi, mi sono trattenuto. Erano davvero tante le cose da raccontare. Ho evitato appositamente l’aspetto tecnico, che sarebbe stato noioso, e poi, perché sinceramente credo, che non sono importanti le note o gli strumenti che decidiamo di suonare, ma l’uso che decidiamo di farne.

Malika Ayane, Paolo Re, Vittorio Cosma
Malika Ayane, Paolo Re, Vittorio Cosma