Che in tema AI è indispensabile, pena non riuscire a realizzare i lavori. Insomma, sfatato il mito che basti un one man band al Pc, Paolo Gandola, ZEROTABLETOP, sottolinea quanto solo lo scambio di informazioni e metodi moltiplichi il risultato. In ZeroFactory ogni membro del team, infatti, ha un ruolo specifico: c’è chi lavora ‘pure AI’, chi sul compositing, chi sul 3D, chi sulla creatività. Solo la disciplina, la collaborazione e la strategia trasformano la tecnologia in risultato concreto.
L’affascinazione per il nuovo
Il nuovo va accolto sempre, perché nel momento stesso in cui arriva ha già vinto. Divide, certo. In un Paese come il nostro, con un DNA da Guelfi e Ghibellini, poi, ogni rivoluzione inizialmente incontra resistenze, ma il fascino del futuro è irresistibile: scegliere il domani significa aprire possibilità, e l’AI rappresenta un domani che corre alla velocità della luce.
L’AI come soluzione creativa
Niente di meglio che concretizzare il concetto con un esempio: durante la produzione di uno spot per un caffè, alcune inquadrature bellissime non convincevano del tutto. Si prova con l’AI e i risultati sono sorprendenti: in cinque ore arrivano cinque declinazioni della stessa scena, una è straordinaria e impossibile da ottenere girandola. Quindi, l’AI non sostituisce il lavoro creativo, ma risolve problemi concreti: quando un’inquadratura è troppo complessa o costosa, consente di bypassare il problema senza rinunciare alla qualità.
Dal cioccolato ai biscotti animati
Uno dei primi progetti di ZeroFactory è stato un film sul cioccolato. Il regista voleva realizzare un piano sequenza: la soluzione è stata il full CGI generato con AI, in collaborazione con 22 Dogs. Il risultato è stato un piano sequenza straordinario, complesso ma perfettamente riuscito. Successivamente è stata la volta di Kinder Cards, con il celebre cuore di cioccolato. L’esperienza ha via via consolidato il know-how e la collaborazione tra le figure del team, permettendo di affrontare progetti sempre più ambiziosi. Ne è recente esempio il film per Mother’s, i biscotti di Ferrero America a forma di animaletti colorati. Il lavoro è stato realizzato al 70% in full AI, ma il prodotto finale rimane di proprietà del team creativo, così da bilanciare tecnologia e controllo umano.
L’evoluzione estetica
Paolo Gandola conclude dicendo che l’AI oggi è ancora acerba. E’ vero che se ne riconosce la tipica patinatura, ma è destinata a migliorare. Come l’arrivo dell’LCD cambiò la percezione dei film girati in pellicola, anche l’AI cambierà la nostra percezione estetica. Pian piano il gusto dei professionisti si adatterà e la visione generata dall’AI diventerà parte integrante del linguaggio cinematografico e pubblicitario. Il nuovo, ancora una volta, avrà vinto.