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Verità Nuda: quali sono le motivazioni di una sex worker? Ce lo dice la storia di Benny Green, tra famiglia, lavoro e l’eccitazione per la libertà

di Maurizio Ermisino

Perché guardare Verità nuda, il docufilm sulla storia di Benny Green, sex worker e attrice hard, che è stato presentato ieri a Roma, al cinema Adriano, e sarà disponibile a giorni su Prime Video, TIMVISION e altre piattaforme? Perché, per una volta, potremo guardare al mondo di Onlyfans, del cinema porno e di tutto quello che è legato a questo settore, con altri occhi. Quante volte, sia uomini che donne, abbiamo giudicato, abbiamo fatto facile ironia, abbiamo fatto battute? E quante volte, semplicemente, ci siamo chiesti perché una persona decida di dedicarsi a questo? I giudizi, i pregiudizi, le battutine e il prendere le distanze non finiranno mai. Ma Verità nuda, per una volta, permette davvero di capire le motivazioni di una sex worker. Spoiler: no, non sono i soldi.

Chi è Benny Green?

Benny Green è il nome d’arte di Benedetta D’Anna, una donna che, a un certo punto della sua vita, ha lasciato una carriera solida in banca e ha deciso di seguire il richiamo della sua passione artistica entrando nel mondo del cinema hard dopo il lockdown dovuto nel 2020 al Covid-19. Nonostante il successo, ha poi scelto di abbandonare quel mondo per seguire nuovi percorsi e affrontare sfide più in linea con la sua visione. “Benedetta ci ha permesso di fare un viaggio fantastico” commenta il regista Sandro Lazzerini. “Abbiamo nuotato insieme a lei nel suo mondo. E siamo rinati tutti quanti. Ci ha permesso di fare riflessioni, giorno dopo giorno. Che cos’è la vita, vista al femminile. C’è amore, sofferenza e un riscatto finale. Queste sono le esperienze che ti portano a una gioia immensa”.

I conflitti di Benedetta: la famiglia e il lavoro

Benedetta, così, ci racconta di essere stata una bambina taciturna, non educata né all’amore né a qualsiasi tipo di relazioni, ma solo a un rapporto vittima-carnefice. Tutto è da ricercarsi nei suoi genitori, secondo lei inadatti al ruolo, assenti, completamente anaffettivi. Benedetta è cresciuta accanto alla madre, una donna affascinante e colta, ma che, già con quel tipico gesto delle mani, poneva tra sé e lei la distanza. Un altro conflitto è quello sul posto di lavoro. Benedetta è entrata in banca su “consiglio” della madre, ed è stata in un posto di cui non si è mai sentita parte. In quanto donna era quella che doveva stare allo sportello e sorridere, e non avanzare mai di grado mentre gli altri facevano carriera. E mentre gli sguardi maschili su di lei continuavano.

L’eccitazione per la libertà

Quell’idea di andare prima su Onlyfans e poi a girare film hard, allora, ha un senso ben preciso. Per la prima volta ha alleviato in Benedetta quel senso di angoscia che ha sempre provato, quella sensazione di vivere una vita che non fosse la sua. È stata una liberazione. È stata la rottura, definitiva, del rapporto malsano con la propria madre, il suo conformismo, il suo perbenismo. Nel film Benny racconta l’eccitazione di entrare in questi nuovi mondi. Ma non è mai stata un’eccitazione erotica, quanto per il senso di libertà, per il fatto di vivere finalmente la propria vita. Ma, pornografia o no, quante donne ci sono che sentono di vivere una vita che non è la loro? Il senso di Verità nuda è proprio questo.

Mettersi a nudo

Benny Green, stavolta, mette a nudo la propria anima, riesce a raccontarsi mescolando autoironia e profondità. “Al di là del titolo Verità nuda, mi sono messa a nudo non solo verso la telecamera, ma anche con me stessa, scoprendo cose di me che mi facevano e mi fanno tuttora male” ha raccontato l’attrice all’anteprima. “Vorrei che chi guardasse questo docufilm si ponesse con gli occhi empatici di chi guarda un’amica una sorella, qualcuno a cui è affezionato, e riuscisse ad andare oltre il pregiudizio che purtroppo ancora oggi c’è”. Accanto Benny ci sono le testimonianze di chi l’ha accompagnata nel suo percorso, tra cui le ex colleghe Valeria Visconti e Sofia Bellucci. Il documentario è stato scritto da Natascia Farruggia. “Benny è una donna che vuole dimostrare che essere libere vuol dire essere libere a 360 gradi, una donna che non si è mai piegata a nessun compromesso” è la sua opinione. “Non ha dato mai retta alle barriere mentali delle persone. In questo film è uscito fuori il cuore di Benny, che è enorme”.

Il primo esperimento musicale

Nuda verità è prodotto da Saturnia Pictures in collaborazione con Roswell Film, Ipnotica Film e Lazzerini production e distribuito da Saturnia Pictures e Human Film International. Verità nuda vede Benny Green impegnata anche a cantare insieme al suo autore Daniele Ciavarro il brano Come il lupo delle favole ( Red Howl Records / Visory Records / VR Digital), colonna sonora del film, che, disponibile su Spotify a partire dalla mezzanotte del 7 Novembre 2024, è il primo esperimento musicale di Benny. “Amo usare la parola esperimento” spiega Benny Green. “In estrema punta di piedi, non con i tacchi, ho voluto provare questa connotazione, la musica, che adoro. Ma non mi reputo una cantante. Ho iniziato questo progetto, che mi accompagna nel docu-film. E farò altri piccoli esperimenti musicali. Ma lascio il lavoro principale ai cantanti professionisti, che hanno deciso di darmi una mano. In ogni piccola traccia, questa è la prima, ho voluto dare uno spunto di riflessione, anche un po’ polemica, sulle nostre esperienza di vita”.