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Una nuova narrazione per la Puglia, che vuole diventare ‘a way of life’. Non solo turismo e non solo al mare ma anche cultura e professioni che fanno largo a donne e giovani. Al di là degli stereotipi

di Maurizio Ermisino

“Beato quel padre che è in grado di dare ai propri figli radici e ali”. Lo dice un antico proverbio mediterraneo ed è la sintesi di quello che vuole essere la Puglia oggi: una regione che vive sul rapporto tra identità e innovazione, tra passato e futuro, tra memoria e progettualità. È questo il senso del workshop Puglia, A Way Of Life, andato in scena ieri a Roma, presso la sede dell’Associazione Stampa Estera a Palazzo Grazioli. Un incontro che vuole provare a proporre ai media un nuovo racconto della Puglia. Una regione che prova a staccarsi dall’immagine delle regioni del sud dell’Italia che non sono al passo con il resto del Paese, pur tra problemi ancora da risolvere. Una regione che è anche il suo turismo, ma non solo quello più noto, quello balneare, e vuole proporsi come industria culturale e territorio da vivere 365 giorni l’anno. Non solo il Salento ormai noto a tutti, ma anche i paesi dell’interno; non solo il non luogo di Borgo Egnazia assurto agli onori della cronaca con il G7, ma luoghi reali, veri, abitati da comunità accoglienti. Si parla di welfare culturale proprio per questo: per accogliere chi arriva in Puglia, la regione deve prima di tutto far stare bene chi ci vive. Evitare la fuga di cervelli e creare occupazione di qualità. Tutto questo è Puglia, A Way Of Life, uno stile di vita.

Non bastano le strutture ricettive, serve anche altro

È questo il senso dell’intervento di Luca Bianchi, direttore generale del centro studi Svimez. Ci ha raccontato che nel 2023 la crescita del Mezzogiorno è stata dal +1,3%, oltre la media nazionale (0.9%) per la prima volta dal 2015. La Puglia è la regione italiana più dinamica nella ripresa post Covid, con un tasso di crescita del +6,1%. L’occupazione è in crescita, specialmente nei servizi avanzati, nell’edilizia e nelle attività di alloggio e ristorazione. Il turismo supera i risultati del 2019. Nonostante lo sviluppo turistico, la Puglia è ancora una regione prevalentemente industriale, visto che racchiude un quarto del complesso del sistema manifatturiero meridionale. In Puglia 1 impresa su 3 è smart, con 20.413 imprese innovative. Le principali specializzazioni della puglia si registrano nei settori dell’agroalimentare, del Made in Italy (cioè moda e arredamento), del ferroviario e aerospaziale.  Eppure non basta.

Nel 2022 in Puglia poco meno di 7 donne su 10 non lavorano

Il tasso di occupazione femminile è del 31%, davvero troppo basso. Tutte le politiche che andranno messe in atto nei prossimi anni dovrebbero promuovere la partecipazione di donne e giovani al mercato del lavoro, in modo da evitare l’emigrazione. Per promuovere la partecipazione delle donne al mercato del lavoro servono servizi di conciliazione e infrastrutture sociali diffuse. Si tratta quindi di trattenere le competenze: creare lavoro non basta, bisogna creare lavoro di qualità, adatto alle competenze che sono state formate, investire per innovare nei settori tradizionali (turismo, agricoltura, edilizia green). Per una buona qualità della vita serve un’adeguata offerta di servizi essenziali: sanità, istruzione, mobilità. Per questo il nuovo stile di vita pugliese crede nel welfare culturale, un mix di benessere, politiche sociali e culturali che possa, attraverso l’arte e cultura, migliorare la qualità della vita. “Questo avviene attraverso la valorizzazione dei beni culturali ma anche immateriali: la comunità la convivialità sono le forze della puglia”, come ha spiegato Viviana Matrangola, assessore alla cultura della Regione Puglia. Valorizzazione dei beni, politiche di welfare e del lavoro contribuiscono ad una strategia di attrazione dei talenti. “Abbiamo dei talenti già presenti in Puglia: abbiamo bisogno di formarli perché possano essere protagonisti” ha spiegato Gianna Elisa Berlingerio, direttrice del Dipartimento sviluppo economico della Regione Puglia, che ha illustrato un programma ad hoc, #mareAsinistra, che si occupa di questo.

Il turismo non è solo il mare

È anche su questo che sta lavorando da anni la Puglia. Come ha spiegato Gianfranco Lopane, assessore al turismo. Le destinazioni turistiche più consolidate possono essere affiancate anche da altre zone di grande attrattività, come i capoluoghi e le zone entroterra, i vecchi borghi, anzi i “paesi” come preferisce definirli qualcuno, con un’accezione più popolare. Lo stesso turismo balneare offre nuovi spunti: crocerismo, nautica, sport acquatici. Sta funzionando molto anche l’offerta di turismo outdoor: i cammini, che permettono di attraversare i paesaggi lentamente, il cicloturismo, un’enogastronomia che vada oltre gli elementi più iconici della cucina pugliese. C’è anche un altro dato interessante: nel 2023 la Puglia è stata la prima destinazione wedding d’Italia: si arriva in regione dall’estero per sposarsi qui. In Puglia vanno in scena grandi eventi: il Festival della Valle d’Itria di Martina Franca, dedicato all’opera lirica, Classiche forme, dedicato alla musica da camera, il MEDIMEX di Taranto, dedicato alla musica pop.

La Puglia vuole mettere da parte gli stereotipi

Vuole posizionarsi come terra delle opportunità e non del privilegio. Quello che si sta tentando di fare è – dichiaratamente – una grande operazione verità, come ha spiegato Rocco De Franchi, responsabile della comunicazione istituzionale della Regione Puglia. “Ci poniamo verso i media raccontando quello che siamo” spiega. “Mesagne è un borgo con meno di 30mila abitanti che solo pochi anni fa era considerata la capitale della mafia, la Sacra Corona Unita. Oggi è una delle indiscusse capitali della cultura del Mediterraneo con una grande mostra d’arte, G7: sette secoli di dell’arte italiana, con opere che vanno da Caravaggio ad Artemisia Gentileschi, da Guido Reni a Canaletto a Canova fino a Burri. Opere d’arte che hanno attratto le persone e cambiato la storia di un posto. Mesagne non ha il mare. Oggi si scelgono i borghi, le campagne, i muretti a secco e non solo il mare”. Ma, come detto, la Puglia vuole andare oltre il turismo e posizionarsi come regione di accoglienza totale. “Non solo ospitalità di maniera per il turista” spiega De Franchi. “Ma accoglienza totale per chi decide di intraprendere un proprio ciclo di studi, decidere di farsi curare, trovando un ecosistema di grande accoglienza”.