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Il fatto lo conoscerete già tutti. Simone Pillon che chiedeva su X la censura dello spot idealista con “basta frociaggine in prima serata”. Ma è stato il suo post a essere censurato. L’occasione per parlare di un brand che ‘non ha paura’

Sì perché al di là del piacere di constatare come chi di censura ferisce di censura perisce, esultando soprattutto perché in gioco qui c’è il diritto insindacabile di poter essere liberamente quello che si è, l’occasione è perfetta per dimostrare quanto la comunicazione, quando è autentica, possa ancora esercitare potere connettendosi con il contesto sociale. Scusate, diamo per scontato che tutti conosciate la campagna protagonista. Per chi no, vi invitiamo subito a guardarla. E’ l’ultimo spot di idealista, per il Pride, in sintonia con gli europei di calcio. Lo firmano come sempre GIBBO&LORI. E come sempre sanno centrare l’obiettivo di memorabilità ed efficacia.

Li abbiamo raggiunti telefonicamente per chiedere: come si riesce dopo tanti anni di collaborazione con idealista a non sbagliare mai un colpo? “Abbiamo la fortuna di lavorare con un brand che vuole essere sé stesso. A qualsiasi costo. E accetta le critiche. Non vuole piacere comunque a tutti. idealista vince, perchè ci crede. E’ autentico. Non cavalca mode, non si veste di valori che non sente perché ‘fanno audience’, va per la sua strada comunicando da sempre quello in cui crede”.