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Romano/Unusual Communications: il valore sta nella percentuale di gare vinte, rispetto alle totali cui si è partecipato. Noi, realtà medio piccola e indipendente, vinta una, partecipato a due. E su tre nuovi clienti, due per presentazione diretta. La remunerazione? Colpa anche delle agenzie

Pasquale Romano, ad e partner Unusual Communications, risponde alle domande scaturite dalla nostra riflessione post pubblicazione classifica TBS Italy. 

Cosa ci dice del mercato il numero di gare vinte, ha ancora valore?
Le gare sono ancora uno dei metodi più utilizzati per scegliere un’agenzia, quindi potrei rispondere che il numero di gare vinte ha valore. Però è più importante il valore percentuale, si dovrebbe stilare la classifica in base alle vittorie rispetto alle gare a cui si è partecipato. Nel 2014 abbiamo partecipato a due sole gare e ne abbiamo vinta una”.

Quali altri parametri andrebbero eventualmente esaminati perché si potesse estrapolare lo stato di salute e vigore di un comparto?
“Come per qualunque settore, conta certamente la redditività, ma sono altrettanto importanti l’aumento del numero degli addetti e soprattutto il livello di professionalità che si è in grado di esprimere”.

All’appello mancano tutte le agenzie medio piccole (fatto salva qualche eccezione) Eppure di sicuro tra loro c’è chi ha portato a casa almeno una tripletta. Dunque, voi che vi sentite citati, come la vivete?
“Nel 2014 abbiamo iniziato un rapporto professionale con tre aziende, di cui due a seguito di una presentazione della nostra agenzia”.

E in tema di remunerazione, a che punto siamo, finita la guerra al ribasso?
“Ho la sensazione che continui, ma la responsabilità è anche delle agenzie. Magari all’inizio del rapporto con un’azienda la remunerazione che si riesce ad ottenere non è proprio adeguata. Ma sono convinto che dimostrando professionalità, attenzione e proattività si riesca nel prosieguo a ricalibrare i compensi”.

Cosa vi augurate, ogni anno più gare, non conta il numero ma la loro qualità, o ogni anno sempre meno e più spazio alla consultazione diretta?
“Entrambi. Per quanto riguarda le gare, purché caratterizzate da più trasparenza e remunerate. Sono convinto che se un’azienda dovesse per forza remunerare le agenzie, indirebbe una gara solo se è certa di averne bisogno e limiterebbe il numero dei partecipanti (che tra l’altro rende spesso più difficile e dispendioso scegliere)”.

Quanto costano alle agenzie le gare e quanto (sempre sia vero) di conseguenza poi finiscono per pesare sul cliente?
“Certo le gare costano, soprattutto in termini di impegno. Per quanto ci riguarda, credo che non abbiano mai recato pregiudizio ai nostri clienti, non solo in termini economici, ma soprattutto non ci hanno mai distratto dagli impegni nei loro confronti”.

Cosa serve oggi per vincerle, l’idea, l’ottimizzazione del budget, la capacità di presentazione, il portfolio, la connessione internazionale, o che altro?
“Mi piacerebbe rispondere pensiero e creatività. Quello che posso dichiarare con sicurezza è che quando partecipiamo a una gara cerchiamo di dare il massimo da tutti i punti di vista. Come facciamo tutti i giorni, da 26 anni, con i nostri clienti, per vincere la gara per noi più importante, creare rapporti duraturi e basati su stima e soddisfazione reciproca”.