Se si vuole parlare seriamente di parità, bisogna cercare di eliminare ogni forma di discriminazione. Ecco perché la seconda fase della campagna di Pubblicità Progresso dedicata a questo tema è stata incentrata sulla disparità di salario.
In Europa, ma anche in Italia, le donne arrivano a guadagnare anche il 30% in meno degli uomini (la differenza è più forte tra i laureati). Inoltre, una donna su quattro si trova costretta ad abbandonare il lavoro dopo il primo figlio a causa della scorretta applicazione della conciliazione dei tempi.
Se la prima fase della campagna di Pubblicità Progresso sollevava il problema della discriminazione sessuale, nella seconda fase viene dunque denunciato un atteggiamento quasi automatico da parte di head hunter e datori di lavoro.
Dunque, sia lo spot che il video virale e la campagna stampa utilizzano una creatività per ricordare che bisogna dare al lavoro delle donne il suo giusto valore. Firma Young&Rubicam Italia sotto la direzione di Vicky Gitto. Produzione degli audiovisivi a cura di Bedeschifilm, regia di Claudio Gallinella. E’ stato realizzato anche un video più lungo, destinato alla diffusione tramite youtube e alla auspicabile viralizzazione.
Lo spot è stato girato durante alcuni colloqui di lavoro, attraverso le telecamere nascoste tipiche delle inchieste televisive. L’attrice coinvolta nel progetto si è presentata ai colloqui interpretando il ruolo di una donna e poi, truccata, quello di un uomo. Entrambi interessati alla posizione offerta, con lo stesso background di studi e di esperienze, ma di sesso diverso. Interrogati su formazione ed esperienza lavorativa pregressa, i due candidati hanno dato le stesse risposte. Al momento di chiarire le aspettative economiche però, nonostante fossero la stessa persona e avessero proposto la medesima cifra, il selezionatore si è dichiarato disponibile ad accettare la richiesta di retribuzione del candidato uomo, trovando invece eccessiva la richiesta della donna. Lo sguardo sorpreso e irritato della donna sottolinea l’ingiustizia che le donne subiscono frequentemente in ambito professionale. ‘Essere una donna è ancora un mestiere complicato. Diamogli il giusto valore.’ è il messaggio finale.
Nella campagna stampa, una donna tiene in mano una banconota da 10 euro, che riporta però la cifra 7. Viene fatta così rilevare la discriminazione salariale che le donne subiscono.
L’obiettivo della campagna è quello di sensibilizzare e ottenere la partecipazione attiva di tutti, in modo che la professionalità delle donne venga riconosciuta e valorizzata in termini di maggiore rispetto, stima e opportunità.
Lo spot termina con l’invito a visitare il portale puntosudite.it, ridisegnato da Angelini Graphic Design, tramite il quale è possibile denunciare la pubblicità sessista allo IAP e chiedere di rimuovere contenuti sessisti da Youtube e da Google (implementazione a cura di E-Motion Web, gruppo Real Time). Inoltre, conoscere ogni settimana le più importanti associazioni che si impegnano nel perseguire la parità di genere, trovare sul proprio territorio enti e istituzioni che possono fornire aiuti concreti sul fronte violenza, figli, famiglia, salute, anziani, famiglia. Ma anche: leggere una rassegna stampa degli articoli usciti in giornata sul tema della donna in generale e venire informati dei più importanti editoriali sullo stesso tema, essere tenuti al corrente di libri, spettacoli, mostre, eventi sul tema della parità, oltre che dei tweet e dei post sulla questione della parità, poter vedere le playlist delle più interessanti campagne sociali sul tema della parità di genere, incluse quelle realizzate da aziende sensibili a questo tema, e che ne hanno fatto una questione di Corporate Social Responsibility.
La campagna stampa tratta lo stesso argomento: una donna tiene in mano una banconota (che dovrebbe essere da 10 euro) che riporta però in grande la cifra 7. A testimonianza che le donne soffrono di una discriminazione salariale che arriva nel nostro Paese fino al 30%.
Verranno realizzati anche comunicati radio e formati per i poster elettronici.
Centri media Havas Media Group e Mec.