di Maurizio Ermisino
Disney+ e Now dopo Netflix: un piano di abbonamento con pubblicità
‘Non si interrompe un’emozione’ Ve lo ricordate? Era lo slogan coniato da Federico Fellini contro le interruzioni pubblicitarie dei film sulle tv private. A quelle ci eravamo abituati. Così come, sembrava, che la forza delle piattaforme di streaming video fosse proprio la possibilità di vedere film e serie senza interruzioni. La scelta di Netflix di introdurre un piano di abbonamento con pubblicità sembrava essere l’eccezione che confermava la replica. Invece ora questa possibilità sembra essere la regola stessa. Dopo il successo del lancio negli Stati Uniti, infatti a novembre Disney+ introdurrà in Italia il suo piano di abbonamento che include inserzioni pubblicitarie, offrendo ai consumatori più modi di abbonarsi rispetto a prima e la massima flessibilità nella scelta del piano di abbonamento più adatto alle loro esigenze. Dal 1° novembre, il nuovo piano di abbonamento Standard con pubblicità, in aggiunta a quelli Standard e Premium, sarà disponibile nei seguenti Paesi: Italia, Regno Unito, Francia, Germania, Svizzera, Spagna, Norvegia, Svezia e Danimarca.
Disney+: piano Standard con pubblicità a 5,99 euro al mese
Le nuove tariffe di Disney+ in Italia dunque saranno queste. L’abbonamento mensile del piano Standard con pubblicità sarà di 5,99 euro al mese, invece degli 8,99 euro al mese del piano Standard (89,90 euro l’anno) e gli 11,99 euro del piano Premium (119,90 euro l’anno). Con il piano Standard con pubblicità non è previsto l’abbonamento annuale, e non c’è la possibilità del download dei contenuti. Le possibilità del piano Standard e del Premium sono le stesse, ma cambia la qualità audio e video: fino al Full HD 1080p per lo Standard, fino al 4K UHD & HDR per il Premium. Quanto all’audio, lo Standard prevede il 5.1 e Stereo, il Premium il Dolby Atmos. “L’introduzione del piano con pubblicità segna la prossima evoluzione di Disney+ in Italia, in quanto offriamo una scelta più ampia ai nostri clienti e ai nostri partner pubblicitari di livello mondiale”, ha dichiarato Jan Koeppen, presidente The Walt Disney Company EMEA. “Disney+ continua a distinguersi nell’attuale panorama dello streaming offrendo un valore ineguagliabile, serie televisive esclusive e film di successo all’interno di un’esperienza semplice e senza confini”.
NOW: Il piano base con pubblicità per Cinema a 8.99 euro al mese
All’annuncio di Disney+ è seguito quello di Sky, che per NOW, il suo servizio di streaming, ha lanciato una proposta commerciale che dà la possibilità di scegliere tra un’offerta con pubblicità e l’opzione Premium. Chi sceglie Premium potrà vedere i propri contenuti preferiti su due dispositivi in contemporanea – sia con il pass Cinema e Entertainment sia con il pass Sport – senza pubblicità sui contenuti on demand e con l’audio immersivo Dolby Digital 5.1. Chi invece vuole accedere ai contenuti cinematografici, sportivi e d’intrattenimento di NOW ad un prezzo ancora più vantaggioso, potrà scegliere la nuova offerta con pubblicità. Nel piano base ci sarà la pubblicità, ci sarà audio stereo e sarà possibile vedere solo su un dispositivo. Questo piano costerà meno: i prezzi di NOW dal 28 settembre sono passati da 9.99 euro a 8.99 euro per i pass Cinema e Entertainment, mentre resterà invariato il pass Sport, 14.99 euro. Se si acquistano sia il Pass Entertainment sia il Pass Cinema sul sito di NOW si potrà godere di un ulteriore sconto per i piani con pubblicità per cui il costo totale dei due Pass sarà di 11,98€/mese anziché di 17,98€/mese. Per chi utilizza Google TV, l’app di NOW è adesso disponibile sui TV con sistema operativo Android (OS 8.0 e oltre) e su Google Chromecast HD e 4K, scaricabile direttamente dal Google Play Store presente al loro interno. La lista di TV che utilizzano questo sistema operativo è ampia e comprende, tra le altre, Philips, Panasonic, TCL, Sharp, Hitachi, Toshiba.
Netflix: il piano con la pubblicità è il futuro
Il primo player dello streaming a lanciare questa tendenza è stato il capostipite, Netflix. In Italia l’abbonamento Base con pubblicità costa 5,49 euro al mese (contro i 7,99 del piano Base tradizionale) con visione in HD su due dispositivi in contemporanea. L’idea, a quanto pare, è stata un successo. L’abbonamento è stato attivato da quasi 5 milioni di utenti ogni mese nel primo semestre dal lancio. Ma è interessante vedere cosa è successo sul mercato americano. Netflix ha deciso di cancellare il suo piano di streaming più economico senza pubblicità negli Stati Uniti e nel Regno Unito. Sarebbe il piano Basic, che prevedeva un costo di 9.99 dollari al mese negli Stati Uniti e 6.99 dollari al mese nel Regno Unito, che ora non è più disponibile per i nuovi abbonati nei paesi in questione. Verranno conservati solo i piani Basic preesistenti, ma solo fino a quando non si cambia piano o non si cancella il proprio account. La strategia è chiara: ha lo scopo di spingere i clienti ad adottare il piano Standard With Ads supportato da pubblicità, che la società ha lanciato per la prima volta lo scorso novembre. A maggio, Netflix ha dichiarato di aver sottoscritto più di 5 milioni di abbonamenti supportati da pubblicità, con il 25% dei nuovi abbonati che hanno accettato il pacchetto proposto. I prezzi di partenza per i piani Standard With Ads sono di 6,99 dollari negli Stati Uniti e 4,99 sterline nel Regno Unito. Secondo quanto dichiarato da Netflix a Variety, “sono inferiori alla concorrenza e offrono un grande valore ai consumatori data l’ampiezza e la qualità del nostro catalogo”.
Prime Video: arriva la pubblicità, ma non ancora in Italia
Last but not least, arriva Prime Video. Come vi avevamo raccontato su Youmark, gli annunci pubblicitari saranno inseriti fra poco anche nei contenuti Prime Video. I primi Paesi in cui arriverà questa nuova modalità sono Stati Uniti, il Regno Unito, la Germania e il Canada, in all’inizio del 2024. In Italia, come in Francia, Italia, Spagna, Messico e Australia la modalità con la pubblicità arriverà sempre nel corso dell’anno, ma più tardi. Il modello di business dei player mondiali dello streaming, allora, va sempre più in questa direzione.