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Marco Damilano lascia la direzione de l’Espresso’ (in vendita). Subentra Lirio Abbate. L’assemblea dei giornalisti approva un pacchetto di scioperi

ph. wikipedia

Marco Damilano lascia la direzione de l’Espresso. “Questa mattina ho scritto una mail all’ingegnere John Elkann, presidente del gruppo Gedi, per comunicare la mia decisione di lasciare la direzione dell’Espresso, dopo quattro anni e mezzo”, scrive nell’editoriale pubblicato sul sito della testata, annunciando così le sue dimissioni da direttore dopo “avere appreso della decisione di vendere L’Espresso da un tweet di un giornalista, due giorni fa, mercoledì pomeriggio”. Damilano ricorda di avere “cercato sempre di fermare una decisione che ritengo scellerata. Mi sono battuto in ogni modo, fino all’ultimo giorno, all’ultima ora. Ma quando il tempo è scaduto e lo spettacolo si è fatto insostenibile, c’è bisogno che qualcuno faccia un gesto, pagando anche in prima persona. Lo faccio io. Lo devo al mestiere che amo, il giornalismo. E soprattutto lo devo alla mia coscienza”. Lo riferisce l’adnkronos.

GEDI per contro ringrazia Marco Damilano per il lavoro svolto in questi anni e, contestualmente, informa di aver nominato alla direzione della testata Lirio Abbate, già vicedirettore de L’Espresso, con effetto immediato.

Questo il comunicato sindacale del Cdr dell’Espresso 

“Dopo mesi di smentite e dichiarazioni in senso contrario, senza che mai negli ultimi anni sia stato presentato alla redazione un chiaro piano di iniziative e di sviluppo per la testata, di fatto per la prima volta viene ammessa la volontà di vendere.

Siamo preoccupati per il destino del nostro settimanale e di tutte le testate giornalistiche di un editore che non si è fatto scrupolo a definire “non coerente con le strategie del gruppo” il primo newsmagazine di inchiesta italiano.

Alla luce di questo l’assemblea dei giornalisti ha consegnato un pacchetto di giornate di sciopero al Cdr, riservandosi ogni ulteriore iniziativa a tutela del lavoro della redazione e del valore di una testata con 67 anni di storia, protagonista di battaglie civili, politiche e culturali che hanno inciso in maniera determinante nella nostra società”.