Visto che anche la paventata recessione per l’anno venturo dovrebbe essere transitoria. Il tutto, ovviamente, preventivando già nei mesi conclusivi del 2022 un possibile calo nell’ordine dell’1-2%, con i settori più penalizzati dal costo dell’energia a soffrire maggiormente.
In ogni caso l’invito è a investire, perché la marca è patrimonio da salvaguardare. E nonostante la tattica sia risposta all’incertezza, è la strategia che costruisce il brand. Sul tavolo del lavoro per la marca temi noti, come la necessità di misurazioni efficaci e crossmediali, cultura digitale, allontanando il pericolo di un approccio di breve con problemi di redditività sul lungo, la necessità di contesti editoriali autorevoli, la complementarietà tra editori e piattaforme, in ottica sistemica.
Ma anche nuove priorità, l’evoluzione digitale della tv, l’influencer marketing, il branded content, il purpose e l’attivismo.
Con la creatività a dovere vestire su misura ogni mezzo, perché una per tutti non serve.