I dati del Centro studi Confimprese, in collaborazione con Global Strategy, mostrano un mercato retail in crescita con 2.160 nuovi punti vendita aperti nel primo semestre del 2024 e una previsione di 5.580 nuove aperture per l’intero anno, rappresentando un aumento del 6,6% rispetto al 2023. I retailer mostrano ottimismo per il secondo semestre del 2024, con una stima di 3.240 nuove aperture equamente distribuite tra diretti e franchising, con una crescita significativa nella ristorazione. Questo incremento porterà a 33.264 nuovi posti di lavoro nel settore, di cui 13.200 già creati nel primo semestre.
Un punto cruciale per il futuro del retail è l’adozione dell’intelligenza artificiale nelle vendite e nell’organizzazione dei negozi fisici. Ignorare questa evoluzione potrebbe portare a una marginalizzazione strategica del settore.
Il campione delle aziende rispondenti è composto dal 44% da retailer della ristorazione, dal 26% da abbigliamento-accessori e dal 30% da altri settori retail, con casa-arredo, elettronica e telefonia come settori più rappresentati.
Mario Resca, Presidente Confimprese, ha spiegato che nonostante le tensioni internazionali e le dinamiche macroeconomiche, il 2024 si prospetta positivo per le reti di punti vendita, trainato dal settore della ristorazione. Resca ha sottolineato la resilienza del retail rispetto al commercio tradizionale, grazie alla forza dei brand sviluppati attraverso le catene distributive. Tuttavia, ha evidenziato le penalizzazioni dovute alle asimmetrie tra vendite offline e online, sottolineando che il mondo del commercio è cambiato profondamente e richiede una riforma urgente. Ha criticato l’adozione di decreti obsoleti per il commercio online, e ha richiesto una revisione normativa per equiparare i canali di vendita, ricordando che il retail genera complessivamente 445 miliardi di fatturato e rappresenta il vero motore dell’economia italiana.
Quanto ai canali di vendita, come nel 1° semestre, il canale di sviluppo prioritario per tutti i settori è quello dei centri commerciali/outlet, retail park e travel, indicati dal 100% delle aziende di abbigliamento-accessori, dall’82% della ristorazione e dal 62% di altro retail. Significative le aperture anche nei negozi di prossimità e aree periferiche e nelle vie dello shopping delle grandi città, privilegiate dal 38% di altro retail, dal 33% di abbigliamento-accessori e dal 29% della ristorazione.