Direttore creativo copywriter, autore di corto e lungometraggi, Rodriguez con un post su Linkedin annuncia il suo ‘
Per anni mi sono chiesto chi me lo facesse fare. Pressioni da sopra, da sotto, dai fianchi. Ma soprattutto da dentro. D’altronde me l’ero cercata. Questa era la vita che sognavo di fare fin da ragazzo di bottega, pieno di sogni, in un piccolo studio di comunicazione. La vita del direttore creativo.
Prima di sedermi su quella sedia rovente, c’è voluta molta gavetta. In Italia e all’estero. Andavo dove mi paracadutava il network. Anni in cui ho preparato anzi foderato la schiena per limitare il contatto con la graticola.
Rubavo con gli occhi il più che potevo. Studiavo da quelli più bravi di me. Ma anche da quelli più furbi di me. Ho interiorizzato fame, astuzie, strategie, colpi di genio, colpi di mano, scappatoie, pericoli, bassezze utili, incidenti di percorso, capacità nelle relazioni, gestione delle informazioni, sensibilità contabile ma, soprattutto, le conseguenze di ogni decisione.
Poi un giorno è arrivato il mio turno. Dovevo sedermi io sulla ‘sedia che scotta’. Di fronte a me il quadro comandi. Intorno a me l’intero reparto creativo. E, allargando il campo, l’intera industry. Tutti lì a guardare, a giudicare.
Dalla reception al capo del network.
Mi sarei bruciato subito?
La fatica di capire come muoversi in un sistema complesso e in una lingua spesso diversa dalla mia divenne il pane quotidiano. E vi posso garantire che, col tempo e con la fame, divenne buonissimo. Considerato che il mio residuo agonistico è inferiore al mio passato agonistico, mi sento in dovere di ridare al mio mestiere tutto quello che il mestiere ha dato a me.
Dedico tutto quello che ho imparato a un giovane che si mettesse in testa un’idea scellerata: sedere un giorno sul trono che scotta. Quello da capo di un intero reparto creativo. Il Profeta o il San Sebastiano – dipende dai casi – del mestiere del comunicatore.
Avverto. C’è da farsi molto male se non si è studiato molto prima. Così ho pensato di pubblicare (anzi sarebbe meglio dire che un editore mi ha intimato di pubblicare) sotto forma di libro i miei diari di gestione, raccolti e ordinati in più di trent’anni di prima linea. Quadernetti su cui mi appuntavo tutto quello che mi capitava di affrontare, nel bello e nel brutto, e le relative decisioni personali per portare sempre a casa il risultato. E per garantire benessere ai ragazzi e all’agenzia.
Il 22 marzo uscirà ufficialmente ‘Vedrai che si brucia subito’, esclusivamente su formato cartaceo, edito da Trèfoglie, marchio editoriale di Flaco Edizioni Group. Ringrazio l’editore Enrico Flacowski, Mizio Ratti per averci messo in contatto, Andrea Stillacci per aver scritto con entusiasmo la prefazione.