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Le case di produzione con CPA: ”Upa e Una, organizziamo insieme gli ‘Stati Generali della Comunicazione Pubblicitaria’. Non bastano Le Buone Gare, ci vogliono quelle Giuste”. Sotto accusa processi e modalità anacronistici sotto la morsa dei problemi di budget. E i risultati sono modesti

CPA, l’associazione della case di produzione pubblicitarie, raccoglie la riflessione di UPA e UNA in merito alle gare e lancia l’invito a organizzare tutti insieme gli ‘Stati Generali della Comunicazione Pubblicitaria’. 
Non solo gare buone, anche per noi cdp,  ma anche gare giuste, spiegano dall’associazione. “Giuste nei processi, nel rispetto dei progetti che, a causa del sistema incancrenito dai problemi di budget e dalle modalità sbagliate o anacronistiche, molte volte ormai raggiungono livelli qualitativi mediocri”.
Come per le competenze creative e di agenzia anche le competenze di crafting e di produzione necessitano dunque di essere migliorate, aggiustate e ridiscusse. Perché fa bene al business, fa bene al mercato, fa bene ai processi e quindi ai progetti realizzati, sia da un punto di vista di budget che di qualità.
“Vogliamo quindi, partecipare al dialogo in maniera attiva, vista la sempre più grande importanza data all’esecuzione dei progetti legati ai brand, che ormai spaziano dai contenuti digital ai cortometraggi, agli eventi, alle activation sul territorio, passando dagli spot convenzionali”.
Per rendere concreti i pensieri e le idee di tutti coloro che partecipano di questo business e che vogliono che le gare e i processi siano giusti ed efficienti per il bene del business, Cpa invita tutti gli stakeholder del mercato e le associazioni del comparto ad organizzare insieme gli ‘Stati Generali della Comunicazione Pubblicitaria’: una giornata, in data da definire e da organizzare insieme nel primo trimestre del 2020, in cui tutte le associazioni (Upa, Una, Adci, Cpa, i cost controller, il procurement) si ritrovino per confrontarsi e scambiarsi opinioni e per stilare un manuale che comprenda tutti gli operatori del settore e che possa trasformare i processi per migliorare il prodotto finale. 
 
Obiettivo, potersi parlare in maniera aperta e mettere sul tavolo non il lamento o le critiche o le accuse ad una parte o all’altra, ma una road map per il futuro: una conversazione positiva fra tutte le parti per poter creare un sistema che crei progetti giusti e buoni per i brand, attraverso processi giusti e buoni in tutela del mestiere di tutti.
“Crediamo che Cpa possa e debba essere presente nelle conversazioni di miglioramento del processo lavorativo”, concludono gli associati, “come ha sempre fatto negli anni, e quindi, prendendo spunto dalla notizia di Una e Upa che la pensano allo stesso modo, speriamo di essere contattati per poter migliorare tutti insieme”.