di Maurizio Ermisino
Se c’è una cosa che gli americani sanno fare è organizzare e programmare le cose per tempo. L’Academy of Motion Picture Arts And Sciences, per tutti l’Academy, colei che organizza gli Oscar, compirà 100 anni nel 2028, ma ha già iniziato le celebrazioni. E intende aprirsi al mondo, con Academy 100, un fundraising a livello globale che punta a raccogliere, entro il 2028, 500 milioni di dollari e ampliare la presenza e la portata mondiale dell’Academy. Sono stati già raccolti 100 milioni grazie alla collaborazione di partner come Rolex, partner di lunga data che ha aumentato il proprio sostegno annuale, Delta Air Lines Dorchester Collection e molte altre. I fondi raccolti serviranno a tutelare e valorizzare in ogni senso il cinema: saranno realizzati programmi didattici, tutela dei beni culturali quali i film sono, mostre, proiezioni e pubblicazioni. L’idea è quella di essere fonte di ispirazione per artisti che possano entrare diventare i grandi cineasti di domani ed entrare a far parte di quella grande comunità del cinema. Le iniziative legate ad Academy 100 sono state presentate oggi a Roma, all’Hotel Eden, in collaborazione con Cinecittà, prestigioso partner italiano dell’Academy. È una partnership naturale, in quanto entrambi sono brand fortissimi quando si parla di cinema. Dire che un film è stato ‘girato a Cinecittà’ o che è ‘nominato agli Oscar’ è sinonimo di eccellenza.
L’Academy vuole posizionarsi in modo nuovo
Non come qualcosa di lontano, non una torre d’avorio, un irraggiungibile Olimpo del cinema che è fermo a Hollywood, la Babilonia della Settima Arte, e distribuisce premi, ma una comunità ampia che coinvolge le cinematografie di tutto il mondo. In questo senso c’è un dato che ci sembra significativo: nella comunità di artisti che oggi formano l’Academy (sono quasi 11mila) e assegnano i premi alle eccellenze nel mondo del cinema più del 30% oggi sono artisti provenienti dall’esterno degli Stati Uniti, e il numero è in costante crescita e lo sarà nei prossimi anni. Il risultato evidente è un cambio nel gusto dei giurati ed è dimostrato dal fatto che gli artisti provenienti da tutto il mondo non sono più relegati solo nella categoria per il Miglior Film in lingua straniera, ma cominciano ad essere nominati e premiati in tutte le categorie. Il caso di Parasite, film in arrivo dalla Corea del Sud che, oltre a vincere l’Oscar come Miglior Film straniero ha vinto anche l’Oscar più importante, quello per il Miglior Film (in tutto i premi sono stati 4, tra cui regia e sceneggiatura originale), è un esempio evidente. Ma anche quest’anno La Zona d’Interesse, film targato Gran Bretagna che vinto come film straniero, era candidato nella categoria principale. “I film riescono a viaggiare attraversando confini che sono sempre più porosi e raggiungono il pubblico ovunque si trovi” ha detto Janet Yang, Presidente dell’Academy. “L’Academy è un’organizzazione mondiale costituita da più di 10500 artisti che hanno una missione” ha spiegato a Roma Bill Kramer, CEO Academy. “Celebrare tutti gli aspetti dell’industria cinematografica e tutte le persone di grande talento che fanno film, ispirare giovani artisti a creare opportunità per quelle comunità che sono meno rappresentate di altre e coinvolgerle nel mondo del cinema, creare una connessione tra il pubblico di tutto il mondo attraverso il loro amore condiviso per il cinema”.
Un fundrasing globale: ma i fondi sono destinati a tutto il mondo?
Quello che ci si è chiesti è se, data la natura mondiale della raccolta fondi, i proventi raccolti serviranno poi a iniziative destinate a tutto il mondo, vista l’apertura di cui parla l’Academy. “Una parte importante è quella di far sì che l’Academy possa girare il mondo partecipando a festival, convegni, conferenze, panel, mostre, eventi organizzati dai suoi membri” ha risposto Bill Kramer, il Ceo dell’Academy. È una risposta di circostanza o davvero vedremo in Italia degli eventi legati al dorato brand degli Oscar? Sognare non costa nulla. Forse nei prossimi anni potremo vedere una presenza dell’Academy nel nostro festival più prestigioso, Venezia, o in quello più vicino a Cinecittà, cioè Roma. O ancora, sarebbe eccezionale vedere allestita, in qualche studio di Cinecittà, una grande mostra con alcuni dei reperti custoditi nell’Academy Museum a Los Angeles.
L’Academy Museum of Motion Pictures: un luogo di eccellenza per il cinema
Un sogno che è stato cullato a lungo è una realtà, come ha raccontato Jacqueline Stewart, Direttrice del museo, i cui locali sono stati progettati dal nostro Renzo Piano. Il museo dell’Academy contiene qualcosa come 23 milioni di oggetti, tra reperti tecnici e tecnologici, costumi, fotografie, locandine, film, film realizzati in casa. E poi ci sono alcune delle statuette storiche degli Oscar. “I nostri tesori conservano meraviglie come la testa di Alien realizzata da HR Giger, i disegni per E.T. – L’extraterrestre di Carlo Rambaldi, fino ai disegni rari della pioniera animazione Lotte Reiniger” ci ha raccontato Jacqueline Stewart. Ci sono mostre permanenti dedicate alla realizzazione di film come Il Padrino o dedicate al lavoro di registi come Agnès Varda e Pedro Almodóvar, sezioni dedicate alla realizzazione delle musiche o alla storia vera e propria degli Oscar. Questo autunno partiranno delle mostre (Cyberpunk e Color In Motion) che saranno il punto di incontro tra cinema e scienza. “Se avete mai sognato di vedere dal vivo le scarpette rosse di Dorothy de Il Mago di Oz venite a Los Angeles in autunno” è l’invito di Jacqueline Stewart. Ma per chi non può raggiungere la Mecca del Cinema, una mostra dell’Academy in Italia sarebbe una grande cosa.
Nicola Maccanico: “Questa giornata è molto importante”
“Parliamo spesso di come viviamo un’epoca storica globale, nata dai giorni della pandemia, e come questo crei una serie di effetti che fanno crescere il mercato” ha dichiarato l’Ad. di Cinecittà. “Ma a un certo punto sembravano mettere a rischio il mondo del cinema. Invece le due cose si sommano. C’è più accesso ai contenuti e il cinema gode di buona salute”. “Siamo passati da un mondo in cui le cose grandi nascevano negli Usa e le cose più piccole negli altri posti, a un mondo in cui tutto può nascere dappertutto. È importante che la casa mondiale del cinema, l’Academy, sia qui oggi e abbia deciso di guardare al mercato internazionale in modo diverso”. “L’Academy è una comunità” conclude. “Non è un premio lontano che benedice alcuni dotati di talento. È una comunità del cinema che si apre al mondo e gli offre di prenderne parte. È chiaro che premia i migliori, ma dà tempo a tutti di diventare i migliori”.
Chiara Sbarigia: “Condividiamo con l’Academy l’impego per diffondere il cinema verso le nuove generazioni”
Se il legame tra Cinecittà e l’Academy è evidente, lo è anche quello tra gli Oscar e il cinema italiano, come ha ricordato Chiara Sbarigia, Presidente di Cinecittà, che ha fatto gli onori di casa, nel suo discorso di apertura. “L’Italia è la cinematografia che ha vinto più Oscar dopo gli Stati Uniti” ci ha raccontato. “E il premio per il miglior film straniero è stato istituito per un film italiano, Sciuscià di Vittorio De Sica. Poi ci sono stati La strada di Fellini e tanti altri. Cinecittà ha concluso un accordo con il museo degli Academy Awards, una partnership che ha portato nell’Olimpo del cinema artisti come Pasolini e Morricone. Cinecittà è stata scelta come partner per sostenere oggi le attività dell’Academy in Italia: condividiamo un grande impegno per diffondere il cinema verso le nuove generazioni”. Speriamo allora che sempre più Italia arrivi agli Academy Awards e che sempre più Academy arrivi in Italia. Ci penseremo, la prossima volta che ascolteremo la magica frase “And the Oscar goes to…”.