I clienti grandi valutano la verticalità, le pmi vogliono risolutori di problemi, quindi consulenza, facendo sistema tra agenzie. E il mercato ricerca advisor verso l’AI.
Ecco in prima battuta e in sintesi le evidenze della presentazione ieri sera a Milano di UNA – Aziende della Comunicazione Unite con la nuova edizione dell’Osservatorio Aziende della Comunicazione, ricerca sviluppata in collaborazione con l’Università di Pavia che definisce i nuovi perimetri, le tendenze e le prospettive del mercato della comunicazione.
Obiettivo, riordinare in maniera sistematica tutte le conoscenze derivabili dalle fonti esistenti, istituzionali e non, e produrne di nuove tramite innovativi percorsi di interpretazione dei dati.
Come per la precedente, anche per questa seconda edizione sono stati stimati i pesi e gli andamenti del comparto della Comunicazione e di tutte le sue sotto articolazioni, attraverso la costruzione di un dataware house con una struttura di scraping, poi combinata con le informazioni provenienti dal database di Bureau Van Dyck.
Le imprese censite passano da 10.538 a 9.749, 789 in meno rispetto a quelle della passata rilevazione, con una diminuzione concentrata nelle microimprese e uno spostamento dei volumi a favore delle imprese di media dimensione. Non diminuiscono gli addetti totali e si conferma la concentrazione delle grandi imprese attorno al polo milanese, mentre quello romano vede concentrata la maggior parte delle imprese di media dimensione.
Il peso dell’intero comparto ha prodotto nel 2022 un volume d’affari complessivo di circa 22 miliardi di euro, con un aumento significativo rispetto al 2020. Le aziende con più di 50 dipendenti rappresentano poco meno dell’1% del totale ma producono quasi il 60% del fatturato complessivo del settore. Oltre il 47% del totale aziende censite è rappresentato da microimprese (da 3 a 5 collaboratori) e il 39% da imprese ancora più piccole, con meno di 3 collaboratori.
Per quanto riguarda i valori marginali di profitto si riscontra finalmente una ripresa convinta, che appare in alcuni casi quasi esplosiva. In particolare, il mondo PR e quello del Digital ADV fanno segnare risultati veramente importanti, in un quadro che delinea una generale tendenza molto positiva per tutto il comparto.
“Nella conferma della geografia delle imprese di comunicazione e nella constatazione della crescita del volume d’affari della Industry, questa ricerca prova la solidità di un settore spesso percepito come molto volatile, ma che invece ha saputo stabilizzarsi in un mercato tutt’altro che prevedibile”, ha spiegato Davide Arduini, Presidente UNA. “Nonostante la vulnerabilità che ha caratterizzato il 2023 in termini macroeconomici, il PIL nel nostro settore è cresciuto notevolmente rispetto all’anno della pandemia”.
“I risultati espressi da questa nuova edizione dell’Osservatorio confermano ciò che risultava già percepibile da noi addetti ai lavori”, ha poi aggiunto Andrea Cornelli, VicePresidente UNA e Portavoce di PR Hub. “Il mercato, superato il momento di smarrimento dovuto al biennio difficile del Covid, ha ricominciato a investire identificando nella comunicazione, in tutte le sue forme, lo strumento più strategico ed efficace per sostenere e rilanciare il proprio business. Le nuove sfide che la tecnologia porta sul nostro mercato rappresentano uno stimolo in più, per le nostre Imprese, per continuare ad investire nella ricerca e nello sviluppo di nuove competenze che incrementeranno ulteriormente, nei prossimi mesi, la qualità della consulenza proposta ai clienti”.