Dunque la mela balza al top dell classifica dei 100 Best Global Brands stilata ogni anno da Interbrand. Al secondo posto troviamo Google, mentre Coca-Cola che per 13 anni aveva primeggiato, slitta al terzo.
Apple ha fatto il suo ingresso nell’Interbrand Best Global Brands fin dalla sua prima edizione, nel 2000, classificandosi in 36esima posizione con un valore del brand pari a 6,6 miliardi di dollari. Oggi, il valore del brand della Mela è di 98,3 miliardi dollari, quasi 15 volte quello del debutto. L’ascesa di Apple può essere attribuita principalmente alla sua capacità di creare per i propri clienti un’esperienza multicanale priva di soluzione di continuità. Mettendo i propri consumatori al centro di tutto ciò che fa, Apple è in grado di anticipare i gusti e le necessità del mercato e di definire gli standard in termini di design e performance.
“A volte un’azienda è in grado di cambiare la nostra vita, non solo con i suoi prodotti, ma grazie al suo ethos. Questo è il motivo per cui, dopo 13 anni di egemonia di Coca-Cola nella Best Global Brands, Apple è diventata il nuovo n.1”, afferma nella nota Jez Frampton, Global Chief Executive Officer Interbrand. “Tim Cook ha riunito una ottima squadra ed è stato in grado di mantenere intatta di Steve Jobs. Una visione che ha permesso ad Apple di mantenere ripetutamente la sua promessa di innovazione “.
Anche quest’anno l’Italia è rappresentata dai brand del settore lusso: Gucci, Prada e Ferrari. Tutti e tre i brand italiani presenti in classifica vedono crescere il proprio valore economico: Gucci (#38, oltre 10 miliardi di $, +7%), Prada (#72; 5,570 miliardi; +30%) e Ferrari (#98, 4,013 miliardi di $; + 6%). “La presenza ridotta dei brand italiani si spiega con la dimensione relativamente contenuta delle imprese che compongono il nostro tessuto industriale: questo, nell’ambito di una classifica per valore economico, da un lato penalizza i nostri brand, e dall’altro fa riflettere” , commenta Manfredi Ricca, Managing Director di Interbrand Italia. “Al di là dei tre presenti in classifica, i nostri brand sono estremamente influenti, ma sono per lo più all’interno di economie aziendali relativamente ridotte. E questo è a sua volta spiegato da diversi fattori: un mercato dei capitali relativamente poco sviluppato, l’assenza di player globali in settori strategici come quello della tecnologia, una certa tendenza alla non aggregazione.”
Gucci deve i suoi risultati a un crescente focus sul suo DNA – italianità e tradizione artigianale – e a un forte orientamento alle iniziative di responsabilità sociale, aspetti che una clientela sempre più informata tenderà a ritenere come un requisito essenziale.
Prada, che ha registrato una delle crescite più elevate in questa edizione, continua a guardare al futuro, sperimentando in termini di prodotto, comunicazione ed eventi. Infine, Ferrari: un caso da manuale di come, limitando volutamente l’offerta, si protegge la desiderabilità del brand.
Nel definire i 100 brand a maggior valore economico, Interbrand analizza tre aspetti fondamentali: – la performance economica dei prodotti o servizi contraddistinti dal brand – il ruolo del brand nel processo di scelta e di acquisto da parte della clientela – la forza del brand nel definire un premium price oppure generare margini nel tempo.
Oltre a identificare i 100 brand globali a maggior valore economico, quest’anno il rapporto Best Global Brands 2013 esamina anche l’evoluzione del ruolo di leadership correlata al brand stesso. Interbrand sostiene infatti come la leadership debba oggi essere condivisa: ceo, cmo e gli stessi consumatori hanno il potere di accrescere il valore dei brand che, rispettivamente, gestiscono o ammirano.
Discovery (#70, 5,756 mld di $), Duracell (#85, 4,645 mld di $) e Chevrolet (#89, 4,578 mld di $) sono le new entry. Facebook (#52, 7,732 mld di $, +43%), Google (#2, 93,291 mld di $, +34%), Prada (#72, 5,570 mld di $, +30%), Apple (#1, 98,316 mld di $, +28%) e Amazon (#19, 23,620 mld di $, +27%) registrano le migliori performance. Nokia (#57) registra una perdita di valore del 65% (la maggiore mai rilevata nella storia dello studio di Interbrand). Morgan Stanley (#71, 5,724 mld di $ -21%), Nintendo (#67, 6,086 mld di $, -14%), MTV (#78, 4,980 mld di $, -12%) e Avon (#87, 4,610 mld di $, -11%), registrano le maggiori perdite di valore, dopo Nokia. Escono dalla classifica BlackBerry, Yahoo! e Credit Suisse.
Qui di seguito la classifica completa.