Non tutti gli uomini molestano. Non tutte le donne subiscono. Non tutta l’industry della comunicazione è malata. E’ importante partire da qui.
Certamente dando la giusta enfasi a quanto abbiamo appreso dai social. Grazie al profilo Instagram di Tania L, copywriter freelance, che ha raccontato le sue esperienze convincendo altre donne della pubblicità a fare altrettanto. Ed è terribile constatare che oggi, nell’era della D&I certi episodi incresciosi ancora si perpetuano, aggravati dal contesto, che parla di giovani, di nuove generazione e che non fa sconti nemmeno al grado occupato nella scala gerarchica, visto che i soprusi denunciati non riguardano solo superiori, addirittura stagisti. Come dire, culturalmente abbiamo fatto cilecca. O meglio, il lavoro da fare è ancora molto.
Non a caso UNA ha convocato in merito un Consiglio straordinario che sintetizza in queste parole il senso della sua posizione: “Abbiamo il dovere di cogliere l’urgenza di elaborare, riflettere e sradicare un fenomeno che ha radici culturali molto profonde che non sono assolutamente da considerare strutturali e caratterizzanti del comparto della comunicazione. E’ necessario parlarne, interrogarci, assumerci le nostre responsabilità e andare a fondo per divellere quei comportamenti tossici, violenti e fuori legge in modo fermo e deciso come aziende, come professionisti e come esseri umani. Ma, soprattutto, dobbiamo farlo subito e dobbiamo farlo tutti. UNA è consapevole dell’importanza della comunicazione per lo sviluppo sociale. Le aziende associate lavorano ogni giorno per la crescita civile ed economica del Paese, sono il motore che dà forza alle imprese e alle marche. E’ la ragione per cui UNA ha posto al centro dei suoi scopi sociali l’affermazione dell’etica, della trasparenza e la diffusione della cultura. Come associati UNA, noi ci impegniamo ad applicare i principi etici e di trasparenza verso i lavoratori, i clienti, i fornitori, verso tutti i portatori di interesse. Sono valori forti in cui crediamo intimamente, perché esprimono le qualità della nostra professione, soprattutto in questo periodo storico. Oltre allo Statuto e al codice deontologico, l’associazione si è dotata di un codice etico, che consentirà a UNA di essere più efficace nel creare una cultura di responsabilità. L’associazione ha a cuore la cura, il rispetto, la valorizzazione delle persone che lavorano nella industry della comunicazione e si ripropone di tutelarne le differenze attraverso percorsi di formazione sul tema diversità, equità e inclusione e attraverso l’istituzione di partnership importanti con centri e associazioni terze che offrono servizi di sostegno e ascolto”.
Anche ADCI ha riunito ieri sera un Consiglio Straordinario, annunciando un’Assemblea generale soci dedicata al tema: “ADCI è consapevole, in qualità di associazione culturale privata, del suo ruolo in merito a temi ancora pervasivi nella nostra società tutta: il sessismo in particolare verso le donne, il dato di realtà culturale che rappresenta e la necessità di accelerare il suo sradicamento. Per questa ragione a seguire del Consiglio straordinario tenuto questa sera abbiamo deciso di consultare al più presto tutti i nostri soci per un confronto aperto nel corso di un’assemblea generale che stiamo provvedendo a organizzare”.