Camillo Ricci, Amministratore Delegato EPRCOMUNICAZIONE SOCIETA’ BENEFIT
Il 2022 è appena finito. Che anno è stato per voi?
Entusiasmante, senza dubbio. In quest’anno abbiamo deciso di abbandonare l’approccio che ‘piccolo è bello’. In realtà piccolo è piccolo e basta. Tanto più oggi, in un mondo sempre più complesso, come è quello della comunicazione, che richiede la capacità di risposta sempre più ampia e che presuppone la presenza in azienda di varie specializzazioni, la piccola dimensione è insostenibile. Per questo abbiamo deciso di lavorare a un ambizioso piano di crescita, da realizzare sia per linee esterne che per crescita endogena.
Quali gli obiettivi raggiunti di cui andate più fieri?
Prima di tutto essere riusciti, in un momento di mercato molto difficile e caratterizzato da ben quattro crisi contemporaneamente, quella pandemica, quella bellica, quella energetica e quella inflattiva, ad ottenere la quotazione al listino di Euronext Growth Milan. E le garantisco che si tratta di un risultato tutt’altro che banale. Ora siamo il solo gruppo di comunicazione integrata ad aver raggiunto questo traguardo importantissimo, che ci ha consentito di ottenere capitali per crescere e rispondere alla complessità. Si tratta di un traguardo sfidante perché chi si sottopone al vaglio dei mercati finanziari deve dimostrare di accettare la sfida non solo dal punto di vista dei numeri ma anche dal punto di vista manageriale e dell’organizzazione aziendale. Il tutto nel segno del massimo della trasparenza. Inoltre, il secondo grande risultato dell’anno è aver ottenuto la certificazione internazionale B Corp, che riconosce il nostro essere azienda attenta anche al bene comune, oltre che al legittimo profitto, nel segno di ulna sostenibilità sociale e ambientale praticata e documentata. In sostanza, le società benefit che diventano B Corp (in questo momento non più di 200 in tutta Italia e solo 3 quotate in Borsa) hanno dimostrato di sostanziare con atti concreti e misurabili la loro sostenibilità. Se vogliamo dirla con una battuta, hanno dimostrato di non fare green washing.
Terzo grande risultato aver completato l’acquisizione di Justbit, una brillante digital factory di 35 professionisti, grazie alla quale riusciamo a integrare la nostra offerta, completandola nel segno della rivoluzione digitale. In pratica, con loro abbiamo saltato una fase dello sviluppo e ora siamo un’agenzia in grado di garantire ai clienti un’interlocuzione unica per tutte le esigenze di comunicazione. E di accompagnarli sia nella transizione ambientale che in quella digitale, che sono poi i due pilastri del PNRR e dello sviluppo. A questo aggiungiamo il fatto che nell’anno appena concluso abbiamo creato le condizioni per un ulteriore piano di crescita e di sviluppo, di cui per ora non parliamo ma che contiamo di annunciare nel giro di pochi mesi.
Nell’era della proliferazione dei touch point in cosa le relazioni pubbliche possono fare la differenza?
Le relazioni pubbliche hanno dimostrato proprio nel periodo della pandemia la capacità di gestire momenti complessi sia dal punto di vista sociale che economico. E infatti le nostre aziende in quella difficile stagione sono cresciute e hanno saputo reagire meglio di altre. Ma soprattutto le Rp possono rafforzare la loro centralità perché hanno dalla loro la capacità di gestione del contenuto e delle relazioni con gli stakeholder.