Il cibo e l’alimentazione che adottiamo sono fattori determinanti per la qualità e la durata della nostra vita. Gli italiani sono uno dei popoli più longevi al mondo (circa 83 anni) e con l’aspettativa di vita in salute maggiore (73 anni in media e questo anche grazie alla Dieta Mediterranea che da sempre guida le nostre scelte a tavola. Il nostro elisir di lunga vita è merito anche di uno dei consumi di frutta e verdura, tra i più alti d’Europa: l’85% dei nostri connazionali consuma frutta ogni giorno (al primo posto in Europa) e l’80% ha inserito le verdure all’interno della propria dieta quotidiana (al terzo posto nel Vecchio Continente).
Eppure, il progressivo distacco da questo modello alimentare rischia di metterne a rischio gli effetti positivi sulla salute delle persone. A farne le spese sembrano esserne i più giovani: da un lato, il 2% dei bambini sotto i 5 anni soffre di disturbi della crescita, lo 0,7% è deperito (ha un peso troppo basso rispetto all’altezza) e lo 0,9% è sottopeso. Nella fascia 5-19 anni predominano inoltre obesità e sovrappeso: ne soffrono circa 4 bambini su 10. Una condizione sfavorevole che si potrebbe perdurare anche nell’età adulta. Oggi circa il 59% degli italiani è in sovrappeso (rispetto al 2,5% della popolazione che è malnutrita) e al tempo stesso meno del 60% dei nostri connazionali raggiunge livelli di attività fisica raccomandati. Il connubio dieta non salutare-sedentarietà deve far scattare un campanello d’allarme, visto che nel mondo questa concomitanza di fattori è diventata la principale causa di disabilità e morte, più dei danni causati dal fumo.
E’ questa in sintesi la fotografia scattata da Fondazione Barilla in occasione della presentazione del 10° Forum Internazionale su Alimentazione e Nutrizione, che organizzerà a Milano il 3 dicembre e a pochi giorni Giornata Mondiale dell’Alimentazione che ricorre il 16 ottobre.
Fondazione Barilla ha dato il via a diversi progetti e iniziative che puntano con forza a dare un contributo concreto verso un cambiamento positivo. Lo sta facendo con il progetto europeo Su-Eatable Life, che mira a ridurre le emissioni di Co2 e l’impronta idrica relativa al consumo di cibo, intervenendo in alcune mense di aziende e università europee, promuovendo una dieta sana e sostenibile. Lo fa attraverso la realizzazione di studi scientifici, come il report Fixing the Business of Food: The Food Industry and the SDG Challenge, in cui affronta il tema del ruolo che il settore alimentare ha nel raggiungimento gli SDGs, fornendo alcune raccomandazioni per poter agire concretamente nella trasformazione – in chiave sostenibile – della produzione di cibo e lanciando una call to action globale alle aziende. Infine, lo fa da 10 anni con il Forum Internazionale su Alimentazione e Nutrizione, che quest’anno si terrà a Milano il 3 dicembre, con l’obiettivo di dare un contributo tangibile al processo di trasformazione, mettendo a sistema le esperienze e le competenze di chi nel mondo combatte per un sistema alimentare sempre più sostenibile.