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Dall’irrigazione al turismo, all’inclusione. Per una Smart City al servizio del cittadino TIM e ANCI uniscono le forze. Parola d’ordine: connessione

Elio Schiavo e Antonio Decaro
di Maurizio Ermisino

Si scrive Smart City. Si legge città intelligenti, cioè città più sostenibili, più vivibili, più sicure. Tim da sempre collabora con le realtà nazionali e territoriali a cui mette a disposizione le tecnologie, più innovative. La collaborazione con ANCI, Associazione Nazionale dei Comuni Italiani, in questo senso è fondamentale, perché è il trait d’union tra le esigenze delle realtà territoriali e le strategie nazionali. Per questo è proprio alla sede dell’ANCI, a Roma, che oggi è andato in scena l’evento L’Italia delle città intelligenti e sostenibili. Gli strumenti digitali e attuativi al servizio della PA locale.

Il lavoro di Tim Enterprise spiega come il posizionamento di Tim come principale abilitatore dell’innovazione tecnologia in Italia e il nuovo claim ‘la forza delle connessioni’ sia una realtà concreta che ha ricadute sulla vita delle persone.

“Grazie a una piattaforma unica nel Paese, noi rappresentiamo tutti gli asset distintivi per rendere sostenibile e intelligente una città” ha spiegato Elio Schiavo, Chief Enterprise and Innovative Solutions Officer di TIM. “Che cosa serve per fare questo? La prima cosa è l’innovazione, e molto spinta: siamo molto avanti nella ricerca e stiamo facendo molti investimenti. La seconda cosa è la rete di infrastrutture: i dati devono viaggiare su un’infrastruttura veloce, altrimenti non hanno senso. La terza cosa sono i dati”.

C’è una connessione emotiva tra Tim e i comuni italiani. “Cosa fate voi e cosa possiamo fare insieme?” chiede Schiavo rivolgendosi ai sindaci. “È come se steste scrivendo un libro, con vari capitoli. L’università, i parchi più belli, i parcheggi. Ogni capitolo deve migliorare la qualità dei cittadini. Il nostro capitolo è: come vorrei che questa città e questo mondo fossero tra 10 anni. Se vorremo tra 10 anni fare quello che vogliamo, ci vuole molto lavoro. Dobbiamo cambiare il cervello: provare a smettere di fare meglio le stesse cose, e fare cose diverse. L’altra è capire, comune per comune quali sono le cose più rilevati che possiamo realizzare”. “È una cosa in cui crediamo di poter giocare un ruolo da grandi protagonisti. Stiamo investendo molte risorse. Ma è una cosa che appassiona tutti” conclude Schiavo.

La visione sulle smart city sta cambiando. Un tempo la città intelligente era considerata qualcosa che aveva a che fare solo con la tecnologia. Oggi non è più mera innovazione tecnologica, ma qualcosa al servizio del cittadino, che lo aiuta a migliorare la sua quotidianità in ogni aspetto: mobilità, sicurezza, gestione rifiuti. Secondo i dati che arrivano dal centro studi TIM, al 2027 gli investimenti in soluzioni ICT per le città intelligenti cresceranno fino a circa 1,6 miliardi di euro, mentre a livello globale il totale della spesa in Smart City raggiungerà un valore di oltre 1.000 miliardi di dollari. In particolare, nel periodo ’23-’27, le applicazioni Smart City basate su 5G, IoT e Intelligenza Artificiale in Italia contribuiranno a ridurre complessivamente di circa 6,5 miliardi di euro i costi del traffico cittadino e di oltre 400 milioni di euro quelli legati all’inquinamento urbano grazie a una migliore programmazione del trasporto, pubblico e privato, e dei flussi turistici. Le nuove tecnologie consentiranno inoltre una riduzione annuale di circa 650mila tonnellate di emissioni di CO2, ad indirizzare l’industria del turismo e ad ottimizzare i servizi per i cittadini.

“Tim Enterprise e Anci hanno percorso l’Italia per far capire come l’innovazione possa accelerare lo sviluppo delle città intelligenti e migliorare l’impatto sulla vita dei cittadini” ha spiegato Stefano Locatelli, Vicepresidente Anci. “Dobbiamo colmare il gap tra quello che è stato lo sviluppo tecnologico enorme di questi anni e i comuni, che non sono stati al passo con i tempi. È fondamentale la collaborazione tra comuni, associazioni locali e il privato: non è solo il futuro, è anche il presente”. “Il Covid ha accelerato in maniera significativa un processo che le pubbliche amministrazioni avevano trascurato per motivi strutturali” ha aggiunto Stefano Bigiotti, Vicepresidente ANCI Lazio. “La pandemia ha detto di affrontarli con strumenti specifici. Oggi abbiamo scoperto come il patrimonio immateriale sia un veicolo di rilevanza per tutti i cittadini. I comuni sono attenti e sensibili a questa sfida, che vogliamo affrontare con Tim Enterprise”.

Ospite d’onore è stato Dario Nardella, Sindaco di Firenze e coordinatore ANCI Città metropolitane. “È impossibile costruire città intelligenti se la componente pubblica non collabora con quella privata” ha esordito. Il principio è quello della sussidiarietà: il privato interviene dove il pubblico non può arrivare. Il comune per molte cose non ha le risorse ma neanche le capacità”. “Parlare di Smart City significa avere una visione nuova” continua. “Non è la somma di tanti singoli settori, ma il modo di vedere una città. Le nuove tecnologie permettono di governare una città che cambia la testa, la mentalità. Significa lavorare sugli stili di vita dei cittadini, sui nuovi modelli produttivi. Significa organizzare la mobilità. Quando una città è smart, abbraccia questa conversione diventa automaticamente sostenibile. A una condizione: che si superi il digital divide, che le città in questo senso siano davvero accessibili a tutti”

In questo senso è interessante capire cosa sta avvenendo in alcune città italiane. A Firenze, ad esempio, si è cominciato a utilizzare tecnologie sulla sostenibilità ambientale, come la smart irrigation, cioè l’uso di sensori di umidità distribuiti su aree verdi, in modo da capire quando irrigare e quanto no. Essendo Firenze una città molto frequentata, vengono usati strumenti di people counting, di conteggio dei flussi turistici, per georeferenziare i movimenti di una persona con un margine di errore minimo. In questo modo si può consigliare a un turista di visitare prima un museo dove non c’è fila rispetto a un altro dove è molto lunga. Tramite le nuove tecnologie vengono monitorati il livello dell’Arno, l’ingresso delle macchine in ztl, i veicoli inquinanti. Tramite un sistema predittivo si può sapere prima quanti posti liberi avrà ogni sera il parcheggio di un ospedale.

Tim lavora a tutto questo da anni, come ci ha spiegato, Francesco Meneghetti, CEO di Mindicity, che ci ha mostrato una demo di Tim Urban Genius, piattaforma integrata per tutti gli ambiti di una città. La prima smart control room è stata creata da Tim sei anni fa a Venezia, ed è stato il primo cambio di passo nel mondo delle smart city. Questi sistemi integrati di controllo si occupano di molti aspetti. Per quanto riguarda la mobilità, ci sono sistemi di monitoraggio degli indici del traffico, di gestione dei parcheggi intelligente, di gestione dell’indice di sicurezza delle piste ciclabili. In materia di protezione del territorio e delle persone oggi è possibile fare un monitoraggio dei fenomeni meteo rilevanti, ma integrandoli con altri dati per capire anche quante persone ci saranno in quel luogo per capire il rischio effettivo per le persone. Smart City è anche inclusione sociale, e il famoso obiettivo delle città in 15 minuti, l’ambizione cioè di riuscire a portare a 15 minuti da tutti i servizi essenziali di cui hanno bisogno. In materia di ambiente, oggi le tecnologie consentono di monitorare le polveri sottili, la qualità dell’aria e dell’acqua utilizzando i sensori a terra ma anche i satelliti, generando dati che poi sono gestiti dalle reti neurali del sistema.  La gestione del patrimonio artistico e culturale viene effettuato con i gemelli digitali della città che permettono analisi multisistemiche. Analisi che sono importanti anche per il turismo, perché consentono una mappa delle provenienze e delle presenze. Insomma: oggi è difficile che una città non abbia bisogno di un sistema di questo tipo.