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La creatività su TikTok. I brand sono già lì, perché le persone di loro parlano. Il punto è, come sfruttare queste conversazioni con la giusta creatività?

IAA, International Advertising Association, lo ha chiesto a Tik Tok (guarda lo stralcio dell’intervento di Cristino Battista, Creative Agency Manager TikTok) organizzando un incontro ad hoc lo scorso mercoledì. Perché è indubbio, qui la creatività ha bisogno di essere ridefinita.

Intanto partendo dal conoscere questa piattaforma che è di intrattenimento e che ha democratizzato la creatività, qui autentica (non deve sapere troppo di ‘professionale’), peer to peer, fatta dalle persone per le persone e in grado di autoalimentarsi, con l’aiuto dei creator, diversi dagli influencer, perché possono prescindere dai follower. Infatti, non è il loro numero a decretarne il valore, basandosi l’algoritmo sul successo della visione di ogni singolo contenuto.

Sfatiamo, poi, il fake mito che Tik Tok sia per i giovanissimi. Affatto, siamo nel territorio della togetherness, dove l’età non c’entra, c’entrano i mindset, basilari per scegliere come comunicare creando anche associazioni diverse con il proprio brand.

Conosciamoli, allora:

  • Entertain me (lo chiede il 75% degli utenti)
  • Let me join in (3 su 4 vogliono partecipare)
  • Up lift me (TikTok è indicate come la piattaforma che ‘tira su’)
  • Let me discover something (il 68% ha cercato un brand o un prodotto dopo averlo visto su TikTok)
  • To keep up to date
  • Teach me something

Rimanere aggiornati e imparare qualcosa sono istanze nate nell’ultimo anno, a testimoniare la direzione evolutiva della piattaforma e come non sia più ‘o fai ridere o non conti’. Il differenziale sta nella grammatica del linguaggio, ma la rilevanza del contenuto inizia a trovare spazio e peso.

Tutti i brand sono pronti a comunicare su TikTok? Probabilmente no. Premettendo l’importanza di non snaturare mai quanto si è, esistono anche livelli progressivi di partecipazione.

Si parte dall’adattamento di quello che si è già prodotto, per esempio uno spot, traducendolo in video verticale, aumentando il ritmo di visione, creando un montaggio ad hoc così da renderlo più consono al linguaggio della piattaforma. Si può passare quindi alla creazione di contenuti native briffando i creator, ma per centrare davvero il segno, la via è la co-creazione, ossia la collaborazione a quattro mani con i creator fidandosi della loro capacità di tradurre gli obiettivi del vostro brand in contenuto adatto alla piattaforma.

Il tutto avendo chiara la propria strategia di presenza, che si traduce anche in periodicità e tipologia delle pubblicazioni, come bene esemplifica la slide qui sotto.