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Cannes Lions 019 / Boscacci: il Grand Prix Outdoor a una campagna Nike che passerà alla storia. Italia quest’anno sotto tono, la maggior parte dei lavori non ha nemmeno superato la prima fase di valutazione online

Davide Boscacci, Executive Creative Director Publicis Italy, è stato a questo Cannes 2019 Giurato nella Categoria Outdoor che ha segnato 263 shortlist su 2389 lavori (Italia 42 iscritti – 4 Shortlist), assegnando  65 Leoni e il Grand Prix all’annuncio parte della campagna Nike Dream Crazy | Colin Kaepernick di Wieden + Kennedy Portland. Per il nostro Paese, 1 Silver e 2 Bronze a campagne di Publicis Italy.

Cosa pensi del Grand Prix assegnato a Nike?

“Concordo pienamente. Una campagna bellissima, che ha avuto un forte impatto sulla industry e che ha fatto il giro del mondo aprendo un acceso dibattito. Entrerà a far parte della storia della pubblicità e, volutamente, non è stato assegnato un secondo Grand Prix che la categoria ha a disposizione proprio per non toglierne la potenza. Tra l’altro il massimo riconoscimento è andato a un poster che potremmo definire tradizionale, dimostrando così quanto l’outdoor anche nella sua forma più classica abbia ancora molto da dire”.

Quali altri brand ti hanno colpito?

“Skittles, tradizionale investitore nel Super Bowl e con una storia di spot dirompenti alle spalle, che ha deciso di non pianificare, investendo tutto il budget per realizzare lo show Broadway the Rainbow (ndr. Gold, DDB Chicago), confermando il suo carattere audace, innovativo e sempre  fuori dagli schemi. E anche Domino’s Pizza, che della consegns ha fatto la storia del brand, dimostrando come un minus, ovvero le strade dissestate con conseguenze disastrose per il prodotto, possa diventare un plus. Coinvolgendo le città e i cittadini le ha infatti rimesse a nuovo (ndr. Gold, agenzia Crispin Porter Bogusky+ Boulder, qui il video)

Lavori questi, come anche  Coca-Cola The Sign e Leroy Merlin di Publicis Italy, che hanno un impatto positivo sulle persone 

“Sì è vero. Credo che sempre di più questo diventerà imprescindibile. Creare relazioni, esperienze, agire concretamente e positivamente per le marche sarà fondamentale per costruire strategie solide, efficaci e di impatto”.

E l’innovazione?

“Il Digitale, il dato real time, l’interazione saranno sempre più importanti. E in Italia siamo ancora molto indietro anche per colpa della mancanza di infrastrutture che ci frena”.

Passando a voi, Publicis Italy oggi è sempre più internazionale. I brand locali vi interessano ancora?

“Oggi siamo al pari di sedi come New York o Parigi, grazie al grande lavoro di Bruno Bertelli e Cristiana Boccassini. Ma questo non significa che non vogliamo presidiare il territorio nazionale. L’approccio è lo stesso, ci piace partire dalla strategia per poi trovare idee che rendano appealing il marchio. Costruire solide basi che consentano alle campagne di avere idee creative vincenti e efficaci”.

Per concludere, una riflessione sui risultati finora ottenuti dall’Italia a questa edizione del Festival, che finora sono piuttosto deludenti

“Sì quest’anno per noi è un’edizione proprio sotto tono. Nella categoria Outdoor i lavori italiani iscritti non hanno superato per la maggior parte nemmeno la fase di prejudging online”.

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