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Aziende, se comunicate l’impegno ESG attente a non barare. Meglio essere imperfetti ma trasparenti. Lo dice Retex con l’indagine ‘Green or Dark’

In occasione dell’edizione 2024 della Milano Green Week, kermesse organizzata dal Comune di Milano che mette al centro la sostenibilità, Retex ha presentato Green or Dark, ricerca proprietaria che analizza il percepito degli utenti finali rispetto alla comunicazione etica delle aziende, nell’ambito del talk  ‘Tra greenwashing e greenhushing, c’è una terza via’, ospitato nell’headquarters milanese.

Gli ospiti con storie professionali eterogenee e provenienti da settori differenti, hanno concordato su un punto: comunicare l’impegno ESG in modo trasparente, basato su dati certi e verificati, rappresenta a oggi una sfida complessa, ma imprescindibile.

La conferma arriva anche dagli italiani. Infatti, secondo le evidenze della survey condotta da CONNEXIA, il brand di marketing e comunicazione di Retex, con metodologia CAWI su un campione di 1043 individui (46% uomini e 54% donne) di età 16-78 anni, per il 94% degli intervistati meglio essere trasparenti che perfetti.

La comunicazione in ambito ESG è considerata prioritaria dagli intervistati: oltre un italiano su due (58%) ritiene sia un impegno molto importante. L’interesse cresce ulteriormente nelle generazioni agli estremi per età, ovvero Gen Z e Boomer, rispettivamente, fino al 67% e al 60%, sebbene il rapporto effettivo con i canali e i contenuti della comunicazione ESG risulti a volte agli antipodi.

Per gli intervistati, il digitale è centrale, ma anche l’off line, il prodotto e la sua confezione sono decisivi nel guidare convinzioni e scelte. Come touchpoint-chiave per essere informati sulle pratiche di sostenibilità delle aziende, per la Gen Z i canali indispensabili sono social media e sito web aziendale, per i Boomer sono determinanti le etichette sui prodotti. Questa polarizzazione si perde nel caso di Millennial e Gen X che hanno preferenze equamente distribuite tra le diverse fonti.