Si tiene oggi a Milano il tradizionale incontro Upa. Quest’anno al’insegna di ‘Noi Brand’, volendo rimettere la marca al centro.
Buone le previsioni di crescita, con un +2.5%, e si parla per la prima volta di una crescita omogenea sui diversi mezzi. Anche la stampa, meglio editoria, sembra aver passato i momenti neri.
“Le aziende hanno capito che la comunicazione è un investimento strategico di lungo”, ha commentato il Presidente Lorenzo Sassoli de Bianchi. “Quindi, nonostante l’inflazione da costi e i volumi dei consumi in calo, gli investimenti non scendono. Non solo per le multinazionali ma anche per le pmi”.
“Il senso della nuova era è ‘noi’ – ha proseguito – nel senso che il sistema deve fare sistema, agenzie, aziende, ricerche, media , nessuno è isola. Dalla remunerazione dei fornitori alla regolamentazione delle gare, alla qualità creativa e degli ambienti, alle pianificazioni”.
Tra i settori, guardando a quelli con una maggiore quota di mercato, 6 dei primi 10 hanno un segno positivo. I dati relativi ai primi 4 mesi del 2023 mostrano un aumento importante degli investimenti nell’automotive (+25,9%). Cresce anche la spesa pubblicitaria a sostegno dei comparti gestione casa (+12%) e abitazione (+9,2%). In leggera ripresa anche i settori alimentari (+2,5%), cura persona (+1,9%) e farmaci (+0,8%). Calano invece gli investimenti in telecomunicazioni (-17,2%), media/editoria (-15,6%), distribuzione (-9%), bevande/alcolici (-6%).
Il valore totale degli investimenti è pari a 9 miliardi (compreso digital ma escluso influencer).
Due le proposte al Governo per sostenere la fiducia che cresce – grazie al risparmio degli italiani e con un Pil comunque migliore in Europa – e che va alimentata innovando. Quindi:
1) Tratteniamo i talenti giovani in fuga all’estero. Quote Verdi nei Consigli di amministrazione delle quotate. Il 20% dovrebbero essere under 40 anche se continuano a lavorare all’estero;
2) Patto fiscale per far tornare i capitali dall’estero e renderli disponibili alle aziende per innovare. Quindi non balzelli che scoraggiano ma obbligo di investire il 50% di quei capitali in obbligazioni delle aziende vincolati per 5 anni.