Youmark

Ascolti Tv: un 2023 tra innovazione e resilienza. Bene la generalista ma le piattaforme sono sempre più un’alternativa. Il fenomeno ‘Mare Fuori’. Sanremo il programma più visto. Crescono le produzioni per fidelizzare il pubblico

Si è tenuto oggi, presso l’aula The Dome dell’Università Luiss Guido Carli di Roma, l’evento ‘Innovazione e resilienza: la centralità della televisione nel nuovo scenario dei media digitali’ dedicato alla presentazione dell’Annuario 2023 della TV italiana.

La ricerca alla base del progetto è diretta dal Prof. Massimo Scaglioni ed è realizzata dal Ce.R.T.A. (Centro di Ricerca sulla Televisione e gli Audiovisivi dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano) in collaborazione con diversi partner del settore a livello nazionale, come Auditel, APA – Associazione Produttori Audiovisivi, Confindustria Radio Televisioni, eMedia, Nielsen, Sensemakers, UPA – Utenti Pubblicità Associati.

Il consumo domestico che passa attraverso il televisore (Smart o, ancora, di vecchia generazione) è per oltre l’80% rappresentato dai canali lineari, con un ascolto medio giornaliero (AMR) che oscilla da 7,2 milioni di individui (giugno 2023) a quasi nove milioni di individui (febbraio 2023, in coincidenza con l’iper-consumo del Festival di Sanremo). Nel nuovo scenario andato assestandosi, nel contesto della Total TV caratterizzata dalla convivenza di broadcasting e streaming, la Tv lineare acquisisce lo status di una Tv resiliente.

Ma il consumo digitale è sempre più alternativo e non solo complementare rispetto a quello lineare. E la stagione ha fornito più di una testimonianza della portata potenziale del cambiamento in atto: il vero e proprio caso di studio è stato rappresentato dalla terza stagione di Mare Fuori che, coraggiosamente lanciata prima su RaiPlay e poi sulla tv lineare, ha registrato un successo senza precedenti: con 4,3 miliardi di minuti il consumo digitale in termini di Tempo Speso è stato quasi 4 volte superiore a quello lineare che è rimasto stabile rispetto alle stagioni precedenti (l’AMR lineare della terza stagione, cioè, è risultata allineata a quella delle stagioni precedenti). Incrementi significativi si sono tuttavia registrati anche su programmazioni standard, Temptation Island in onda alla conclusione della stagione ha visto un incremento del TTS digital del 21% rispetto a quello lineare e anche prodotti molto tradizionali della Rai come Che Dio ci aiuti o Il Paradiso delle Signore hanno registrato incrementi significativi.

Fatte salve le debite differenze dovute alla diversa tipologia di contenuti e del ciclo di vita dei consumi è infatti evidente che, soprattutto per le nuove generazioni, si possono sviluppare forti sinergie tra la fruizione delle due forme (long e short) di formati e che la capacità di profilazione e di erogazione multi-device costituiscono importanti vantaggi competitivi tanto più in un momento in cui cresce l’utilizzo delle tv connesse anche per la visualizzazione dei contenuti brevi.

Le ore di prodotto originale unscripted, misurate sul cosiddetto first run (ovvero al netto delle repliche), costituiscono una delle ragioni fondamentali della persistente popolarità e resilienza della televisione. L’unscripted svolge infatti innumerevoli funzioni che rappresentano il punto di forza e di attrattività dello schermo domestico lungo varie direttrici: i prodotti di intrattenimento sono in grado di generare eventi ma costituiscono, al contempo, il basso continuo estensivo (ovvero generativo di coperture estese in termini orari) della programmazione, non solo del prime time.

L’unscripted realizzato per le reti lineari – che registra un incremento del 7% rispetto all’Annuario 2022 – continua dunque a rappresentare il fulcro dell’offerta, sebbene gli investimenti su questo comparto crescano in modo relativo nel corso degli anni.

Sul versante della produzione indipendente di intrattenimento i segnali sono invece tutti positivi, a testimonianza della vitalità del rapporto di commissioning: la produzione indipendente unscripted cresce infatti rispetto allo scorso anno sia nel numero di titoli (+4%) sia, soprattutto, nelle ore realizzate in quasi tutte le fasce orarie (+19%), sebbene lo specifico delle case di produzione resti ovviamente il prime time, ove si concentrano i maggiori investimenti (e, naturalmente, le audience più numerose). La produzione indipendente si conferma particolarmente vitale per le reti generaliste, quelle che producono in assoluto più contenuti, anche destinati ai pubblici più ampi (+14% rispetto all’annualità 2021-2022).

Sul versante degli streamer sembra acquisita la consapevolezza che solamente il prodotto originale, anche di produzione nazionale, consenta di costruire una relazione durevole con sottoscrittori e, più in generale, spettatori (anche alla luce della maggiore varietà dei modelli di business, che iniziano a includere la raccolta pubblicitaria). L’annualità 2022-2023 segnala, sotto questo punto di vista, un doppio semaforo verde per gli streamer: aumentano sia i titoli destinati alle piattaforme (+22% rispetto alla scorsa annualità) sia le ore di prodotto (+5%), con particolare vitalità della produzione indipendente (+24% nel numero di titoli, +30% nelle ore prodotte).