Sono tornati anche quest’anno gli Incontri con la Storia, il ciclo di appuntamenti promosso da Fondazione AEM sulle moderne sfide della contemporaneità, a partire dalla storia e dal patrimonio culturale AEM, per stimolare una riflessione sulle trasformazioni in atto nella società di oggi. Al centro, sempre la storia di Milano, com’era, com’è oggi e le sfide che la aspettano.
Il primo appuntamento ha ripercorso le carriere pluridecennali di Edith Bruck e Nelo Risi, analizzando il ruolo delle loro opere come atti di memoria e, allo stesso tempo, di costruzione del futuro dell’Italia dopo la Seconda guerra mondiale. Edith Bruck, scrittrice e poetessa ungherese di origini ebraiche testimone della Shoah che, insieme allo scrittore Antonio Scurati, al Rettore dell’Università IULM Gianni Canova e al curatore Giulio Bursi, ha ricordato il documentarista e regista milanese Nelo Risi, con cui è stata legata per tutta la vita, e con lui la sua Milano.
Ne parliamo con Alberto Martinelli, Presidente della Fondazione AEM-Gruppo a2a.
Incontri con la storia 2023, qual è il messaggio che volete trasmettere, insomma in cosa questi dialoghi vestono i valori della vostra fondazione?
“Gli Incontri sono stati pensati per essere un momento di riflessione e condivisione sulle sfide della modernità contemporanea, attraverso le voci e le esperienze di illustri personaggi che a questi temi hanno dedicato la loro attività professionale e il loro impegno civile. In questo percorso la storia e il patrimonio culturale di AEM svolgono un ruolo di primaria importanza, come punto di partenza della riflessione sui cambiamenti sociali e culturali in atto. C’è piena corrispondenza fra i valori della Fondazione, che nasce con l’obiettivo di salvaguardare la memoria storica e valorizzare la cultura aziendale prodotta dalla municipalizzata milanese in un arco di tempo ultrasecolare, e il senso di questi Incontri che vogliono ragionare sulle trasformazioni della società italiana contemporanea. Vogliamo infine celebrare il legame speciale di AEM-A2A con la città di Milano, culla per eccellenza della modernità e per questo, nell’arco dei nostri incontri, vogliamo tornare a vedere com’era e confrontarla con quello che è oggi, senza dimenticare il tempo che l’attende”.
Cosa significa oggi essere la Fondazione di un’azienda, quindi che rapporto c’è tra l’universo FAEM e A2A anche in seno al ‘dialogo’ con il territorio e con i consumatori?
“La Fondazione AEM, fondata nel 2007, nasce proprio con l’obiettivo di conservare e valorizzare la memoria storica e la cultura aziendale di AEM-A2A, che per oltre un secolo ha contribuito allo sviluppo economico e alla modernizzazione di Milano, della Lombardia e dell’Italia. Oltre alla valorizzazione del patrimonio storico dell’azienda la Fondazione realizza programmi in altre aree strategiche di attività, come l’educazione ambientale per migliaia di ragazze e ragazzi delle scuole, la ricerca scientifica con particolare riferimento al contrasto della povertà energetica in Italia e nei paesi in via di sviluppo, la formazione universitaria specialistica, il contrasto del degrado delle periferie. Gli abitanti dei territori interessati dalle attività di A2A, i giovani e i consumatori sono per la fondazione e per l’azienda, i primi referenti e destinatari di tutto il nostro lavoro”.
Quanto conta per una Fondazione come la vostra la comunicazione?
“La comunicazione per noi è il veicolo attraverso cui continuare a costruire ‘comunità’, uno strumento fondamentale che però non deve essere fine a sé stesso, ma deve essere capace di generare valore per l’ambiente. Il ciclo di incontri rappresenta proprio la sintesi di questa visione”.