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Adci Awards 2024: alta la qualità dei progetti. Stupenda la sala gremita di giovani. Peccato aver sacrificato le motivazioni agli ori, non si è fatta cultura. Per la prima volta premio alla comunicazione pubblica, importante parlarne

di monica lazzarotto

Abbiamo come ogni anno seguito con molto interesse gli Adci Awards. Da sempre riconosciamo al premio il ruolo di faro. Quest’anno, peraltro, i progetti selezionati che hanno sfilato tra i bronzi, gli argenti e gli ori, sino ad arrivare al Grand Prix meritato da ‘I assume that I can’ by Small Agency e Indiana per Coredown, erano davvero notevoli.

Con talune scoperte che pure per la nostra testata che si occupa di comunicazione sono state rivelazioni (ad esempio The Tabù Shop’ di Just Maria per Cecos Italia). Il che ci porta dritti a una prima considerazione. Avete presente il detto ‘il calzolaio ha sempre le scarpe rotte’? Perché non tutte le agenzie comunicano i loro migliori lavori? Non si tratta di autoreferenzialità, ma di volontà di fare sistema per accrescere la consapevolezza di un’industry che ha bisogno di alzare l’asticella qualitativa.

E poi, sempre a proposito del calzolaio, quest’anno chi ha deciso le linee strategiche dell’ufficio stampa del Premio? Il comunicato con i vincitori è arrivato oggi intorno alle 13. Con un giorno di ritardo. Non era mai successo. E’ vero che nell’era dei social tutti pensano di farsi la comunicazione da sé. Ma permetteteci di approfittare di un altro detto ‘Ogni ofelè fa el so mestè’. Non è polemica, è proattività per un lavoro win win.

Che occasione mancata non esprimere le Motivazioni

A tal proposito ci è mancato enormemente che a favore dello spettacolo si sia eliminata la parte più utile per comprendere i premi, la motivazione. Senza quella come capire il perché delle scelte di giuria, come attivare un dibattito allargato? La serata di premiazione sicuramene deve essere piacevole (che poi, qualsiasi sia l’espediente di spettacolarizzazione, con tanti premi da dare non ci si riesce quasi mai), ma soprattutto deve insegnare, deve dare visioni, tracciare tendenze e linee guida, fare cultura. Il festival di Cannes insegna. Con conferenze stampa in cui il presidente e la sua giuria dettagliano i motivi delle scelte e i termini di eventuali discussioni. E questo si trasforma poi in esposizione mediatica, dibattito collettivo, comunicazione allargata, che fa il bene di tutto il mercato.

Adci Award solo per addetti ai lavori?

Potreste obiettare che le motivazioni e le discussioni sono ben note a tutti coloro che hanno preso parte alle giurie o ai soci Adci. Bene, ma allora perché aprire la serata a tutti? Che è una decisione a nostro avviso giustissima, così come quella di aver unito Iab Forum e IF! Italians Festival in Intersections, ma non dovrebbe significare snaturare, dovrebbe essere enfatizzare, allargando la portata dell’influenza generata.

Ricordiamo a tal proposito il commento dei presidenti degli Awards 2024, Livio Basoli e Lorenzo Picchiotti: “Tutti oggi fanno creatività, dai creator ai broadcaster, alle aziende. Ma noi agenzie non dobbiamo resistere al cambiamento, quanto piuttosto guidarne l’espansione. Usciamo dalla bolla e apriamoci. Vince la creatività che lo sa fare”.

Per la prima volta un premio alla Comunicazione Pubblica

E’ stata una grande notizia che grazie alla richiesta pervenuta all’Adci, con lettera del Direttore della Comunicazione Istituzionale del Gabinetto del Sindaco di Roma Capitale, Pierluca Tagariello, e la Responsabile Comunicazione della Segreteria del Sindaco, Cecilia del Guercio, per la prima volta quest’anno la comunicazione pubblica abbia avuto il suo podio agli Adci Awards. Peraltro senza riuscire ad aggiudicarsi l’oro. Ci sembra il caso di insistere su questo fatto. Rappresenta un motivo in più per tornare a parlarne (peccato la scivolata della non spiegazione dell’assenza di ori, ieri sera sul palco degli Awards, sarebbe stato il caso di approfittarne), mettendo la qualità strategica e creativa delle agenzie italiane al centro di un interscambio con il Pubblico, che deve essere più osmotico e proficuo nell’interesse soprattutto dei cittadini e dei grandi temi che il nostro Paese si trova ad affrontare.

Per questo ci sembra giusto proporre il discorso  della Presidente Giuria Comunicazione Pubblica, Assunta Squitieri: “Va detto subito: per essere la prima volta, giurati e presidente hanno visionato un numero inaspettato di progetti. Solo per questa entusiastica adesione avremmo tanto voluto assegnare l’oro che non c’è stato. La giuria, però, con il rigore scelto ha voluto dare una indicazione, speriamo, utile e costruttiva: la comunicazione pubblica, quella a totale beneficio dei cittadini, forse ancor più di quella privata, deve unire coraggio delle idee, esecuzione e rilevanza per essere considerata eccellente. Ecco perché l’argento e i due bronzi assegnati, almeno per noi, hanno grande peso: sono i primi e migliori precedenti ai quali guardare e da superare”.

A lei fa eco il commento del presidente della giuria Pr,  Francesco Martini: “Premessa doverosa: né il presidente né i giurati hanno goduto a non dare l’oro. Tutt’altro. Il giudizio che abbiamo dato alla media dei lavori è stato alto, ma alla fine di una giornata di confronti e ragionamenti nessun progetto, almeno secondo noi, ha superato l’ultimo traguardo nel mettere insieme l’unicità dei risultati con l’unicità dell’idea creativa. Si dice sempre che chi perde una finale dovrebbe essere orgoglioso di quella medaglia d’argento, per cui invito chi l’ha vinta ad esserlo, perché comunque nessuno in Italia ha fatto meglio”.