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Il cliente si è lamentato perché lo spot in onda suona basso. D’Ambrosio/Disc to Disc: “Abbiate fiducia della cdp audio con la quale lavorate, che combatte tutti i giorni con la loudness, essendo certi che sfrutterà fino all’ultimo decibel che avrà a disposizione, nei limiti della legge e, soprattutto, di ciò che gli consente l’insieme della musica+voice over+sfx”

Antonio D'Ambrosio

di Antonio D’Ambrosio, Sound Designer & Partner DISC TO DISC PRODUCTIONS

Premessa

La premessa è una Promessa, che non citerò leggi o parametri o definizioni tecniche.

Ma il mio intento è spiegare la questione nel modo più accessibile per tutti soprattutto i non addetti, non me ne vogliano i miei colleghi, se farò qualche esempio non troppo canonico, o semplificherò troppo le cose. Euesto articolo non è per loro ma è ‘dedicato’ a loro che, come me, si saranno trovati negli ultimi 10 anni a affrontare e a spiegare il fenomeno a clienti, account, creativi, e a provare soprattutto la frustrazione di non poter ‘pompare’ a dovere i propri mix.

Come si misurano i livelli AGCOM

Il livello di uscita (Loudness) di uno spot viene stabilito da uno strumento detto Loudness Meter, che analizza il ‘disturbo’ di alcune frequenze e quanto questo disturbo persiste nel tempo.

Perché lo chiamo disturbo

Il nostro orecchio è sensibilissimo alle frequenze medie (es. quelle della voce, della chitarra del pianoforte, rullante, crash) pochissimo sensibile alle altissime frequenze  e quasi per nulla sensibile alle basse frequenze. Queste ultime sono per lo più riconosciute a livello del nostro fisico anziché acustico.

Motivo per cui puoi stare per ore davanti ad un sub in discoteca che con le sue basse da 1000W ti massaggia la pancia, e scappare o proteggerti le orecchie al passaggio di un’auto con sirene spiegate.

Senza portarla per le lunghe il Loudness Meter misura quanto le frequenze sensibili affollano il nostro fantastico spot nel tempo.

Più c’è affollamento di toni medi più il volume generale del programma, con somma frustrazione dell’ingegnere del suono che si occupa del mix, viene misurato alto. ovvero disturba l’orecchio dello spettatore.

Questo strumento si può dire che è tarato sulla percezione  dell’orecchio umano, non sul reale volume del mix, ma sulla media del volume dall’inizio alla fine del commercial.

Ti chiederai: ma allora uno spot dove lo speaker parla dall’inizio alla fine, si sentirà più basso di uno spot dove lo speaker dice solo il claim. Teoricamente sì, ma…Se in quest’ultimo caso nella musica ci sono chitarre molto presenti, pianoforti , o addirittura un cantante, il disturbo ritorna. In realtà il delta tra uno spot con solo claim e uno parlato, a parità di lunghezza, è abbastanza trascurabile, nell’ordine di 0,1..0,2 decibel. Una inezia.

Invece, è possibile che un 6 secondi suoni meno di  un 15 secondi che a sua volta suonerà meno di un 30 secondi perché, come dicevo, la misurazione non è effettuata per istante, ma è una media del volume istantaneo per tutto il periodo in cui dura lo spot. Più c’è tempo, più, per così dire, c’è modo di guadagnare loudness. E da oggi tutti i 45 secondi.

A che ora e su quale emittente. E’ la domanda che faccio sempre. Sembra essere pensiero comune che tutte le emittenti suonino uguali. Questo non è affatto vero.

I compressori di messa in onda di ogni emittente sono tarati in modo completamente diverso, anche nell’ambito di emittenti  dello stesso gruppo, e per di più le tarature possono cambiare a seconda delle fasce orarie.

Una tv che essenzialmente trasmette talk show non avrà lo stesso stadio di compressione audio di una tv che trasmette musica. Una tv generalista al mattino trasmette notizie o programmi di approfondimento, potrebbe non suonare uguale in prima serata durante un talent show o un film, e così via.

Queste impostazioni, anche variabili nella giornata influenzano tantissimo l’emissione nei cluster pubblicitari vale a dire che lo stesso spot suonerà più basso o più alto rispetto ad altri a seconda dell’emittente e della fascia oraria.

E se per caso l’oroscopo quel giorno non ti ha detto bene, e citoun  caso limite, il cliente vede il suo spot da 15s  dopo una promo di rete (che è inserita nel cluster pubblicitario ma non è soggetta alle misurazioni AGCOM), si verifica ‘la tragedia’ in questo preciso ordine:

il cliente scrive la sera stessa all’account che scrive alla cdp e mentre sei a casa a guardare un tutorial sugli aereoplanini di legno su youtube ti arriva la mail o telefonata del producer con le seguenti parole: il cliente si è lamentato perché lo spot in onda suona basso, potete verificare che il mix sia giusto?

Se questa catena finisce in Disc To Disc vi riporto al titolo di questo paragrafo e poi parte la noiosa spiega tecnica di perché il mix è giusto, che fa scendere il classico rivolo di sudore sulla fronte di chi dovrà riportare le tue informazioni, che spesso non regge lo stress e ti chiede comunque di fare qualcosa come rifare il mix che hai già fatto.

Soluzioni (?)

Non esiste la ricetta infallibile ma è buona cosa non pretendere che il proprio spot suoni più alto degli altri, perché ciò non è possibile.

La cdp audio oltre a desiderarlo quanto voi, se la loudness è corretta, non può farci molto.

Evitare di considerare totalmente affidabile il proprio riproduttore audio di fiducia, tv o laptop.

Questo va tenuto certamente in considerazione, ma concertare eventuali modifiche in fase di mix (spk + alto sfx piu bassi, più basse nella musica) con l’audio department, perché il più delle volte quel mix è stato fatto così, perché chi l’ha fatto ha abbastanza esperienza per capire come suonerà in tv, ciò che suona bene su un laptop, non è detto che suoni altrettanto in tv.

Considerare che il mix AGCOM anche se si chiama così, NON è un MIX, è una delicata operazione che porta il livello di un MIX ai volumi stabiliti dal Garante della comunicazione.

Non c’è margine di intervento creativo, ma solo tecnico e richiede tempo. Meno tempo si ha (cari producer che andate di fretta a consegnare, ahahahaha) meno si può ottimizzare.

Magari prendere atto di queste poche righe del sottoscritto e soprattutto…Avere fiducia della cdp audio con la quale lavorate, che combatte tutti i giorni con la loudness, essendo certi che sfrutterà fino all’ultimo decibel che avrà a disposizione, nei limiti della legge e, soprattutto, di ciò che gli consente l’insieme della musica+voice over +sfx.

Perché non esiste al mondo alcuna cdp audio seria che non si prenda cura del proprio audio.