di Giuseppe Mayer
Questo Festival di Cannes Lions 2024 si chiude in un’atmosfera di entusiasmo misto a incertezza. L’Intelligenza Artificiale anche qui si è imposta come il tema dominante, trasformando radicalmente il settore pubblicitario e creativo. Ma quest’anno, l’AI non è solo un argomento di discussione, ma un attore principale nel processo creativo. Le grandi tech companies come Google, Meta e Amazon stanno presentando strumenti AI avanzati che promettono di rivoluzionare la creazione e l’ottimizzazione delle campagne pubblicitarie.
Questi strumenti offrono capacità impressionanti come:
- Generazione rapida di copy pubblicitari;
- Creazione di immagini e video;
- Analisi predittiva delle performance delle campagne;
- Personalizzazione in tempo reale dei contenuti.
Come ogni anno le principali agenzie pubblicitarie stanno provando a parare il colpo, come in passato hanno cercato di arginare le BigTech che però ormai hanno invaso le spiagge della riviera, non lasciando che le briciole ai re di ieri, i grandi network pubblicitari. Questi stanno cercando di rispondere a questa nuova sfida mettendo in campo strategie diverse:
- Integrazione dell’AI: Molte agenzie stanno incorporando l’AI nei loro processi, utilizzandola per potenziare la creatività umana piuttosto che sostituirla.
- Formazione e Riqualificazione: C’è un forte focus sull’aggiornamento delle competenze dei dipendenti per lavorare efficacemente con l’AI.
- Nuovi Modelli di Business: Alcune agenzie stanno ripensando i loro modelli di pricing, passando da tariffe basate sul tempo a modelli basati sulle performance.
- Partnership Tecnologiche: Si osserva un aumento delle collaborazioni tra agenzie e aziende tech per sviluppare soluzioni AI personalizzate.
Insomma, nonostante l’entusiasmo che circonda l’Intelligenza Artificiale a Cannes, sotto la superficie di ottimismo si celano preoccupazioni significative che stanno agitando l’industria pubblicitaria. Una delle paure più tangibili riguarda, manco a dirlo, i livelli di occupazione l’occupazione: molti professionisti del settore temono che l’adozione diffusa dell’AI possa portare a una drastica riduzione del personale nelle agenzie. Questa preoccupazione non è infondata, considerando che già alcune aziende come Klarna hanno annunciato tagli significativi nella spesa per le agenzie marketing grazie all’utilizzo dell’AI.
Altrettanto pressante è la questione della qualità creativa. C’è il timore che un’eccessiva dipendenza dall’AI possa portare a una standardizzazione della creatività, con campagne pubblicitarie che rischiano di diventare sempre più simili tra loro, perdendo quella scintilla di originalità che solo la mente umana può fornire. Questo scenario solleva domande fondamentali sulla natura stessa della creatività e sul valore aggiunto che le agenzie possono offrire ai loro clienti in un’era dominata dall’automazione.
Le questioni etiche e di privacyrappresentano un altro nodo cruciale. L’uso dell’AI nel marketing solleva interrogativi complessi riguardo alla raccolta e all’utilizzo dei dati personali dei consumatori. Come possiamo garantire che l’AI rispetti la privacy degli individui? E come possiamo assicurarci che le decisioni prese dall’AI siano etiche e non discriminatorie?
Queste domande sono particolarmente rilevanti in un contesto in cui l’AI sta diventando sempre più sofisticata nella sua capacità di analizzare e prevedere il comportamento dei consumatori.
Infine, emerge il rischio di una crescente dipendenza tecnologica. Con l’AI che diventa sempre più centrale nei processi creativi e decisionali, c’è il pericolo che le agenzie finiscano per dipendere eccessivamente da un numero limitato di fornitori di tecnologia AI. Questa situazione potrebbe portare a una concentrazione di potere nelle mani di poche aziende tech, limitando la diversità e l’innovazione nel settore.
(By The Way, tra gli assenti nella riviera francese si fa notare Nvidia… ma forse è l’ultimo anno che questo accade.)
Per toccarla piano, è evidente che la capacità di navigare questi dilemmi, trovando un equilibrio tra innovazione tecnologica e valori umani, determinerà il futuro del settore e il ruolo che le agenzie giocheranno in questo nuovo panorama dominato dall’AI. Cosa dobbiamo aspettarci nei prossimi mesi in attesa di Cannes 2025? Qualche spunto
- Collaborazione Uomo-Macchina: facile prevedere un futuro in cui i creativi umani lavorano in sinergia con l’AI, utilizzandola come strumento per amplificare le loro idee.
- Personalizzazione Avanzata: anche qui nulla di sconcertante, anche se la magnitudine di questa cosa sarà indubbiamente tutta da comprendere. L’AI permetterà una personalizzazione delle campagne pubblicitarie a un livello mai visto prima. Ma con quali conseguenze?
- Efficienza e Scala: Le agenzie potranno gestire un volume maggiore di lavoro con maggiore efficienza, grazie all’automazione di compiti ripetitivi. Ma questo cosa significherà per una forza lavoro abituata ad altri standard e altri compensi?
- Nuove Forme di Creatività: L’AI potrebbe aprire la strada a forme di pubblicità completamente nuove, ancora inimmaginabili. Nuove categorie da premiare, senza dubbio, ma anche nuove audience da ingaggiare.
Insomma, questo Festival di Cannes Lions 2024 segna un punto di svolta per l’industria pubblicitaria. L’AI non è più una tecnologia futura, ma una realtà presente che sta ridefinendo il settore. Le agenzie e i brand che sapranno adattarsi e sfruttare al meglio questa tecnologia saranno quelli che prospereranno in questo nuovo panorama. Il futuro della pubblicità sarà caratterizzato da una fusione armoniosa tra la creatività umana e l’efficienza dell’intelligenza artificiale. L’unica certezza è che non sappiamo dove questa fusione ci porterà.