Il primo podcast era stato un inedito, realizzato in occasione dei dieci anni di pontificato. Un esperimento più che riuscito visto e considerato che, a quattro mesi dal primo Popecast, Papa Francesco torna a dialogare con i giovani scegliendo proprio questo mezzo di comunicazione, in occasione della Giornata Mondiale della Gioventù che si celebrerà a Lisbona a inizio agosto.
In questa seconda puntata di Popecast i protagonisti sono un gruppo di ragazzi e ragazze che si sono raccontati e confidati, senza sapere che le loro voci sarebbero state registrate in un podcast. Tra loro c’è Giona, un disabile transgender, Edward e Valerij, oggi detenuti in una comunità per il recupero dei minori, e Arianna, affetta da un disturbo bipolare. Il Papa ascolta ogni voce, consola e incoraggia, accogliendo il disagio di questi giovani nati e cresciuti in condizioni difficili e disagiate.
“Il podcast? Sì, me lo ricordo”, ha risposto entusiasta Papa Francesco alla proposta di farne un altro, consapevole di come proprio il podcast sia un mezzo di comunicazione in grado di ‘arrivare’ meglio alle nuove generazioni. Dai Millennials alla Gen Z sono infatti generazioni estremamente influenzate dall’avanzare delle tecnologie, segnate anche da insicurezze e fragilità, ma con tanta voglia di fare, di crescere e, dove necessario, di riscattarsi. Papa Francesco lo sa.
“Una nuova puntata del Popecast dimostra quanto il podcast possa essere uno strumento di comunicazione ideale e più che appropriato per veicolare un messaggio significativo”, dichiara nella nota Davide Schioppa, CEO e Founder di PODCASTORY. “E, se è stato scelto da Papa Francesco, dimostra anche quanto il podcast sia un media intimo, in grado di creare una connessione con chi ascolta. Oggi può considerarsi senza dubbio uno degli strumenti più potenti per arrivare a toccare l’essenza di chi ascolta”.
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